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  • Giovedì 15 giugno 2017

Cosa sappiamo del film di Oliver Stone su Putin

È un documentario di 4 ore che sta andando in onda negli Stati Uniti e che secondo diversi critici è stato solo un'occasione per il presidente russo di farsi propaganda

Oliver Stone e Vladimir Putin ("The Putin Interviews")
Oliver Stone e Vladimir Putin ("The Putin Interviews")

In questi giorni sta andando in onda negli Stati Uniti, sul canale Showtime, The Putin Interviews, un documentario in quattro parti che raccoglie quattro ore di interviste tra il regista Oliver Stone e il presidente russo Vladimir Putin. The Putin Interviews sta andando in onda anche nel Regno Unito e in Australia, andrà in onda in Russia (Putin ha detto che lo guarderà) ma non si sa ancora se e quando lo si potrà vedere in Italia. Nel frattempo sono comunque usciti alcuni video e molti articoli con alcuni estratti che aiutano a farsi un’idea di cosa ci sia dentro.

Di The Putin Interviews si è parlato soprattutto perché Stone – che ha da poco diretto un film su Edward Snowden – è stato criticato per un approccio generalmente poco o per nulla critico nei confronti di Putin. Il documentario è però comunque un’occasione per vedere Putin in situazioni insolite, sentendolo parlare (in russo, con un traduttore, e in rari momenti in inglese) per quattro ore filate (sintesi di circa 20 ore d’intervista) di un po’ di tutto. Showtime ha scritto che «si parla della sua vita privata e lavorativa, della sua infanzia sotto il comunismo, della sua salita al potere, della sua relazione con quattro diversi presidenti degli Stati Uniti e della sua sorprendente opinione su come sono oggi le relazioni tra Russia e Stati Uniti».

The Putin Interviews è fatto a partire da interviste realizzate tra il 2015 e il febbraio 2017, quindi anche dopo l’elezione di Trump e le prime notizie sui rapporti poco chiari avuti da lui e da alcuni suoi vicini collaboratori con la Russia. Showtime ha paragonato l’intervista di Stone a Putin a quella di David Frost a Richard Nixon (diventata poi un film); Stone ha detto che il suo film non è un documentario «ma una lunga sessione di domande e risposte» e ha aggiunto: «Putin è uno dei leader più importanti del mondo e visto che gli Stati Uniti l’hanno dichiarato un nemico — un grande nemico — ritengo molto importante che gli americani ascoltino quello che ha da dire». Daily Beast ha scritto che il film è una «spudoratamente irresponsabile dichiarazione d’amore» a Putin; CNN ha scritto che «dice tante cose su Vladimir Putin quante ne dice su Oliver Stone».

Stone ha detto che secondo lui i giudizi negativi sul film sono critiche contro di lui, a prescindere, non contro il film. Nella sua carriera Stone ha vinto tre Oscar – per Fuga di mezzanotte, Nato il quattro luglio e Platoon – e alternato film molto apprezzati e poco politici (Ogni maledetta domenica) a mezzi fallimenti (Alexander) a tre film su altrettanti presidenti statunitensi (JFK – Un caso ancora apertoGli intrighi del potere – Nixon e W.) e a documentari su personaggi discussi come Hugo Chávez e Fidel Castro. Qualche anno fa ha anche diretto la serie di documentari Oliver Stone – USA, la storia mai raccontata.

Stone non è il primo intervistatore occidentale con cui Putin sceglie di parlare (negli ultimi anni è stato intervistato per esempio da Charlie Rose di CBS e da Fareed Zakaria della CNN) ma come ha scritto Dominic Rushe sul Guardian anche senza chiamare in causa Frost e Nixon «se si può discutere dei meriti del lavoro di Stone, è innegabile che lui e il suo produttore Fernando Sulichin (con cui collabora da tempo) abbiano fatto un colpaccio». Rushe ha scritto che Sulichin ha la fama di essere “uno che ottiene quello che vuole” – riuscì per esempio a farsi dare il permesso di girare una parte di Malcom X di Spike Lee alla Mecca, rendendolo il primo film non documentario a riuscirci – e che dopo aver convinto Putin (non si sa bene come) Stone l’ha intervistato in almeno 12 diversi momenti.

Rushe ha però fatto notare che molte domande di Stone non sono esattamente da grande interrogatorio: perché ha fatto apprezzamenti, chiesto cose facili e raramente in modo insistente, e fatto alcune domande banali che sembravano fatte apposta per far fare bella impressione a Putin (“Ami i tuoi nipotini?”). Rushe e altri giornalisti che hanno visto il documentario dicono però che negli ultimi due episodi alcune domande si fanno un po’ più insistenti e toccano argomento come la Siria, la Crimea e i presunti conti segreti di Putin, le elezioni statunitensi (e il presunto ruolo avuto dalla Russia). Rushe ha però scritto che in molti casi Putin si è limitato a risponde «nyet» e la cosa finisce lì.

Mark Lawson – che per il Guardian ha recensito The Putin Interviews – ha scritto che Putin «ne esce come molto intelligente e ben documentato». Lawson ha anche scritto che ci sono momenti in cui i due scherzano tra loro e ha fatto notare che «per far capire quanto poco ci sia per soddisfare i critici di Putin, il documentario sarà trasmesso in Russia in versione integrale perché evidentemente ci sono molte cose che fanno piacere all’establishment russo».

Più che le recensioni, per farsi un’idea di cosa sia il documentario, di come sia stato l’approccio di Stone e di che tipo di persona e leader sia Putin, bastano alcuni estratti.

Putin  sulle sue telefonate con Obama
«
Sì, tra noi ci chiamiamo Barack e Vladimir»

«Da ex agente del KGB lei deve aver odiato con tutto se stesso quello che ha fatto Snowden»
Lo dice Stone a Putin, che risponde: «No, per niente. Snowden non è un traditore». Poi dice di non essere però d’accordo con quello che ha fatto: «Se non gli piaceva qualcosa del suo lavoro poteva semplicemente licenziarsi».

Putin sulle donne e i gay
Nel documentario dice che non gli capitano “giornate no” perché non è una donna. Aggiungendo poi che non è sua intenzione insultare nessuno ma che “È la natura delle cose e ci sono certi cicli naturali». Putin ha anche detto che non farebbe la doccia accanto a un uomo gay: «Perché provocarlo?», ha detto, aggiungendo: «Ma sai, sono maestro di judo». Putin ha anche parlato della Russia come di uno stato “multi-religioso e multi-etnico”.

Putin, su Trump e la Russia
Ha detto che le accuse sono una cosa “sciocca” e ha detto: «Certamente ci piaceva [l’idea] di Trump presidente, e continua a piacerci perché ha annunciato pubblicamente di voler riprendere i rapporti tra Russia e Stati Uniti». Stone prova un po’ a insistere ma Putin risponde: «Non abbiamo hackerato le elezioni».

Il momento-film tra Stone e Putin
Nel secondo dei quattro episodi Stone fa vedere a Putin il film Il dottor Stranamore – Ovvero: come ho imparato a non preoccuparmi e ad amare la bomba (di Stanley Kubrick, del 1964). Prima aveva chiesto se lo avesse mai guardato, e Putin aveva detto no. James Poniewozik ha descritto così la scena sul New York Times: Stone si diverte, ride e racconta aneddoti. Putin sta seduto fermo, sorridendo un poco».

«Ti hanno mai picchiato?»
Lo chiede verso la fine del documentario Putin a Stone, che dice di sì. Putin aggiunge quindi: «Quindi non sarà una sensazione nuova, perché soffrirai per quello che stai facendo», intendendo che, secondo lui, Stone sarebbe stato criticato per quelle interviste.

Putin sulle interferenze della Russia nelle cose degli altri paesi
«A differenza di molti dei nostri partner, non interferiamo mai nei processi politici interni di altri paesi, questo è uno dei principi del nostro lavoro».

«Lei avrebbe potuto essere una star del cinema»
Lo dice Stone, mentre lui e Putin passano davanti a una tv che mostra un noto discorso fatto da Putin a Monaco di Baviera, nel 2007. Poi i due vanno nell’ufficio di Putin, dove si vede una copia di Oliver Stone – USA, la storia mai raccontata, che oltre a essere una serie di documentari è anche un libro.

Una cosa fuori dal documentario, ma che lo riguarda
Stone è andato a parlare del suo documentario al programma televisivo statunitense Late Show condotto da Stephen Colbert, che gli ha chiesto perché non avesse praticamente mai provato a insistere di più nel fare le domande a Putin. Tra le altre cose, Colbert ha detto: «Non sembra un’intervista, sembra solo un’occasione per permettergli di fare propaganda». Colbert è stato particolarmente insistente e Stone è sembrato in alcuni casi un po’ in difficoltà. Il pubblico ha anche riso quando Stone ha difeso Putin e Colbert gli ha chiesto «hai qualcosa di negativo da dirci su di lui oppure ha rinchiuso il tuo cane in una gabbia».