Centinaia di civili sono stati uccisi nei bombardamenti anti-ISIS vicino a Raqqa
Lo dice l'ONU, e non è la prima volta che gli Stati Uniti sono accusati di usare poche cautele
Le Nazioni Unite hanno diffuso le conclusioni di un gruppo di lavoro che ha studiato gli effetti provocati dagli attacchi aerei della coalizione anti-ISIS intorno alla città siriana di Raqqa, ancora controllata dallo Stato Islamico. Secondo l’ONU, nelle ultime settimane i bombardamenti hanno provocato l’uccisione di centinaia di civili. Paulo Sérgio Pinheiro, il diplomatico brasiliano che ha presieduto il gruppo di lavoro, ha detto che gli attacchi aerei si sono intensificati di recente, con lo scopo di aprire la strada verso Raqqa alle Forze Democratiche Siriane, la coalizione che combatte contro lo Stato Islamico e che è formata da curdi e arabi e appoggiata dagli Stati Uniti. Non è la prima volta comunque che si parla dell’alto numero di civili uccisi nei bombardamenti aerei americani, sia in Iraq che in Siria.
Il gruppo di lavoro ha concluso che dal 21 marzo i civili uccisi nei bombardamenti aerei americani sono stati 300, di cui 200 in un unico attacco: la notte del 21 marzo la coalizione anti-ISIS colpì una scuola che era usata come un luogo di rifugio per le famiglie siriane che erano state costrette a lasciare le loro case a causa dei combattimenti attorno a Palmira e ad altre città coinvolte nella guerra. Inizialmente si era parlato di 40 morti, ma poi il numero era stato alzato fino a 200 dopo le testimonianze dei soccorritori e di altre persone presenti. Una settimana dopo, la coalizione anti-ISIS aveva fatto un altro bombardamento, questa volta nella provincia di Aleppo, che aveva colpito una moschea con dentro molti civili: gli americani avevano insistito che all’interno dell’edificio si stesse tenendo una riunione di miliziani di al Qaida, ma la loro versione è stata smentita da ricostruzioni successive.
L’uccisione di un numero così alto di civili ha fatto chiedere a diverse organizzazioni per la difesa dei diritti umani se l’amministrazione di Donald Trump abbia dato maggiore libertà ai comandanti militari nel portare a termine gli attacchi senza le cautele che venivano usate in precedenza. I sospetti, scrive il New York Times, sono aumentati la scorsa settimana quando le forze della coalizione hanno attaccato lo Stato Islamico attorno a Raqqa usando delle munizioni contenenti fosforo bianco, un’arma che il diritto internazionale vieta di usare in zone abitate.