A Padova l’ex sindaco prova a farsi rieleggere
Massimo Bitonci era caduto dopo essere stato scaricato dai suoi alleati, ma ora dicono che è tutto risolto; probabilmente si andrà al ballottaggio
Domenica 11 giugno si voterà a Padova per eleggere il nuovo sindaco. Secondo i sondaggi realizzati nelle ultime settimane il primo turno dovrebbe essere vinto da Massimo Bitonci, ex sindaco della Lega Nord Nord sfiduciato lo scorso novembre dalla sua stessa maggioranza. Al secondo posto, con circa una decina di punti di distacco, dovrebbe arrivare Sergio Giordani, candidato sostenuto dal PD. Il terzo e il quarto posto sono contesi tra il candidato del Movimento 5 Stelle Simone Borile e Arturo Lorenzoni, il candidato della sinistra.
La situazione di Padova è complicata perché da più di sei mesi la città è governata da un commissario. Lo scorso novembre, infatti, il sindaco Bitonci è stato costretto a lasciare il suo incarico in seguito alle dimissioni di 17 consiglieri comunali, tra cui anche due consiglieri di Forza Italia che facevano parte della sua maggioranza. Bitonci, che fa parte della Lega Nord, aveva vinto le elezioni del giugno 2014 con una vasta coalizione di centrodestra, ma dopo la vittoria i suoi alleati avevano iniziato ad accusarlo di avere uno stile di leadership troppo accentratore e di non dare abbastanza importanza al loro contributo. Come scrisse di lui il Mattino di Padova, descrivendo i suoi primi anni da sindaco: «Ha perso per strada, dopo una brevissima luna di miele, i moderati e poi pezzi di Forza Italia fino a inimicarsi anche gli alleati più stretti».
La “congiura” di Forza Italia, si scoprì poi, aveva origini locali e tutto sommato contenute: dopo la caduta di Bitonci i consiglieri ribelli furono espulsi dal partito e l’unità del centrodestra venne ricostituita. Bitonci ha condotto il suo mandato e l’attuale campagna elettorale con toni molto duri sui temi più importanti per la Lega Nord, contro l’immigrazione, l’accoglienza dei migranti e chi se ne occupa, cosa che spesso lo mette in difficoltà quando deve avere a che fare con gli alleati più centristi e cattolici, che su questo tema hanno posizioni molto più sfumate.
Il suo principale avversario, Sergio Giordani, sostenuto dal PD, è un imprenditore senza esperienza politica. È stato presidente del Padova Calcio tra il 1994 e il 1996 (quando il Padova disputò la sua ultima stagione in seria A) e oggi si presenta a capo di una lista civica sostenuta dal PD. La sua coalizione è estremamente ampia: comprende i centristi di Area Popolare e quella parte di Forza Italia che aveva litigato con Bitonci (lo sostengono anche i due consiglieri comunali che lo fecero cadere, e che oggi sono candidati in una delle liste che sostengono Giordani). All’inizio di maggio Giordani è stato ricoverato per un attacco ischemico, ma è stato dimesso dopo pochi giorni.
Alla sua sinistra Giordani si deve difendere da Arturo Lorenzoni, candidato appoggiato da Sinistra Italiana e da numerose liste civiche di sinistra. Lorenzoni ha 50 anni ed è un professore di Economia dell’energia. Le sue iniziative hanno avuto molto successo sia in città che nel resto della regione. Lorenzoni è stato spesso preso in giro per aver proposto di costruire una funivia in città (l’altitudine massima che raggiunge il comune di Padova è 27 metri sopra il livello del mare). Al momento i sondaggi che sono stati pubblicati mostrano Lorenzoni a pari merito con Simone Borile, candidato del Movimento 5 Stelle. Borile è un imprenditore che ha fondato una scuola per mediatori linguistici che oggi ha 500 iscritti e sedi in tre regioni diverse. Alle primarie per la scelta del candidato sindaco, Borile ha ottenuto 108 voti, il suo avversario 48.