Com’è andato davvero il pasticcio con il voto segreto alla Camera
Per errore il tabellone ha mostrato come stavano votando i deputati, e ora PD e M5S si accusano a vicenda di aver affossato la legge elettorale
Oggi alla Camera, durante un importante voto segreto sulla legge elettorale, il tabellone ha mostrato per errore come stavano votando davvero i deputati. La maggioranza che appoggia la legge elettorale, formata da PD, M5S, Lega Nord e Forza Italia, ha perso il voto e ora l’intera legge elettorale rischia di saltare. PD e Movimento 5 Stelle si accusano reciprocamente di essere i responsabili di questa situazione ed entrambi sostengono che quello che il tabellone ha mostrato per un istante sia la prova delle loro accuse. In qualche modo, hanno ragione entrambi.
«Il patto del Nazareno rafforzato» è andato sotto. Il voto (inizialmente lanciato come palese, per errore) e quello segreto. pic.twitter.com/wymHvZDhL7
— Giuseppe Civati (@civati) June 8, 2017
In queste due fotografie, fatte dal deputato e leader di Possibile Pippo Civati, si vede a sinistra il tabellone durante il voto segreto e a destra quello con il voto palese, mostrato per errore. I puntini rossi rappresentano chi ha votato “no” a un emendamento che avrebbe cambiato il testo della legge elettorale su cui i quattro principali partiti si erano accordati; quelli verdi sono quelli che hanno votato sì. Nel terzo spicchio da destra del tabellone col voto palese si vede che il Movimento 5 Stelle – che occupa quell’area della Camera – ha votato in gran maggioranza per il “sì” all’emendamento, cioè contro gli accordi presi con gli altri partiti. L’emendamento era considerato una questione minore e riguarda il funzionamento della legge elettorale in Trentino-Alto Adige. Se però la maggioranza ha perso un voto su una questione minore, dicono in molti, è impossibile che riesca a tenere quando si dovranno votare emendamenti più delicati e controversi. Le procedure di voto al momento sono state sospese e l’intera legge potrebbe essere rimandata in commissione e quindi bloccata.
La scelta del Movimento 5 Stelle di votare “sì” all’emendamento – e quindi contro l’accordo che aveva trovato con PD, Forza Italia e Lega Nord – è in realtà una sorpresa solo parziale. Pochi minuti prima, infatti, il deputato del Movimento 5 Stelle Riccardo Fraccaro aveva fatto un discorso molto favorevole all’emendamento, senza però dire che il suo gruppo avrebbe votato a favore. E pochi giorni prima, in commissione (dove si prepara la legge che sarà poi votata in aula) il Movimento 5 Stelle aveva accettato il ritiro di emendamenti simili a quello votanto oggi ma lasciando intendere che non considerava la questione del tutto chiusa (qui trovate il resoconto della seduta).
Da giorni il Movimento 5 Stelle sembra in difficoltà sulla legge elettorale e molti suoi deputati hanno detto di essere contrari all’accordo raggiunto con gli altri partiti. Anche per questa ragione il gruppo dei deputati del Movimento 5 Stelle aveva annunciato che, nel corso delle operazioni di voto, avrebbe utilizzato una serie di modalità particolari (e di dubbia efficacia) per “bypassare” il voto segreto, rendendo palesi le scelte dei suoi deputati e costringendoli quindi a votare come deciso in commissione. Lo scopo di questo annuncio era mostrare che il Movimento è compatto sulla legge elettorale e sono invece gli altri partiti a voler bloccare la legge. L’errore del tabellone ha mostrato invece che i deputati del Movimento hanno votato per far saltare la legge.
Il tabellone però fa capire anche un’altra cosa: i voti del M5S non sarebbero bastati comunque a far passare l’emendamento. I puntini rossi del “no”, infatti, sono in assoluta maggioranza. Molti deputati, quindi, devono aver cambiato il loro voto quando l’errore è stato corretto e la colorazione dei puntini è stata oscurata (alla Camera si può votare fino a quando la votazione è aperta, anche cambiando la propria preferenza). L’emendamento, quindi, è passato anche grazie al voto di diverse decine di “franchi tiratori” (cioè quei deputati che votano in maniera diversa dalle indicazioni del loro gruppo) appartenenti al PD, a Forza Italia e alla Lega Nord.