Attentato di Londra, cos’è successo domenica
L'ISIS ha rivendicato con un comunicato diffuso da Amaq l'attacco in cui sono state uccise sette persone, la prima ministra Theresa May ha promesso nuove misure anti-terrorismo
Sabato sera a Londra c’è stato un attentato terroristico nella zona del London Bridge, in pieno centro: quando erano passate da poco le 23 (le 22 ora locale), un furgone che arrivava da nord ha investito i pedoni sul ponte. Poi, una volta arrivato sulla riva meridionale del fiume, tre uomini armati sono scesi e hanno accoltellato diversi passanti. Sette persone sono morte, e più di quaranta sono rimaste ferite. I tre sospetti, che indossavano delle cinture esplosive finte, sono stati uccisi dalla polizia al Borough Market, un’area molto frequentata di bar, locali e chioschi a ridosso del London Bridge. Questa mattina ci sono state diverse operazioni di polizia a Barking, nel nord est di Londra, dove secondo i principali giornali britannici viveva almeno uno degli attentatori: la polizia ha detto che 12 persone sono state arrestate. In centro a Londra c’è ancora un gran dispiegamento di agenti, ma la situazione sembra ampiamente sotto controllo.
Domenica sera lo Stato Islamico (o ISIS) ha rivendicato l’attentato di Londra tramite un comunicato diffuso dalla sua agenzia di stampa Amaq.
I principali partiti politici britannici hanno annunciato la sospensione della loro campagna elettorale per il voto dell’8 giugno, ma la prima ministra Theresa May ha confermato che le elezioni non verranno rimandate. May ha anche detto che gli ultimi attentati compiuti nel Regno Unito – tre in meno di tre mesi: oltre a quello di Londra, quello di Westminster il 22 marzo e quello di Manchester il 22 maggio – non sembrano essere stati organizzati dalla stessa rete, ma sembra che condividano la stessa ideologia, cioè quella dell’estremismo islamista.