Cinque momenti di Juventus-Real Madrid
Dal contestato gol di Mijatović nel 1998 alla standing ovation del Bernabeu a Del Piero nel 2008, in attesa che se ne aggiungano altri nella finale di stasera
Juventus e Real Madrid sono fra le squadre che hanno caratterizzato di più il calcio europeo nell’ultimo secolo, insieme a poche altre. Sono le squadre più vincenti nei rispettivi paesi e si sono giocate la finale di Champions League (o Coppa dei Campioni, come si chiamava un tempo) numerose volte. Con quella di stasera a Cardiff il Real Madrid ne avrà giocate 15 mentre la Juventus 9. Se il numero delle finali disputate è alto per entrambe, quello delle vittorie dice un’altra storia: il Real Madrid infatti è riuscito a vincerne 11 mentre la Juventus soltanto 2. Per sette anni, quindi, la Juventus non è diventata campione d’Europa per una sola partita, dopo averne vinte sempre almeno una decina per arrivare fin lì. Fra sconfitte e vittorie, le due squadre si sono incrociate parecchie volte in Champions League, dove nel 1998, ad Amsterdam, giocarono anche una finale. Negli ultimi decenni le partite tra Juventus e Real Madrid si sono giocate con una certa frequenza, e ci sono almeno cinque momenti significativi che sono rimasti attaccati ai tifosi e agli appassionati di calcio più degli altri.
Giorgio Chiellini in piena trance agonistica durante Juventus-Real Madrid del 2015, semifinale di Champions League (MARCO BERTORELLO/AFP/Getty Images)
Il gol di Predrag Mijatović
L’attaccante serbo Predrag Mijatović — che abbiamo visto in Italia con la Fiorentina nei primi Duemila — fu il giocatore che ad Amsterdam decise la finale della Champions League 1998 con l’unico gol della partita. A venticinque minuti dalla fine, Roberto Carlos tirò al volo dal lato sinistro dell’area di rigore juventina un pallone che fu intercettato da Mark Iuliano, ma con entrambi i piedi. La palla gli rimbalzò quindi rapidamente fra un piede e l’altro e finì nelle vicinanze di Mijatović, che evitò l’uscita di Peruzzi, aggirandolo, per poi calciare a porta vuota.
A distanza di anni, il gol di Mijatović è ricordato soprattutto per le polemiche sulla sua regolarità. Dopo il gol nessun giocatore della Juventus protestò con gli arbitri, e nessuno alzò le mani per “chiamare” il fuorigioco. Dalle immagini della partita si nota però come Mijatović si trovasse oltre la linea dei difensori juventini inquadrati al momento del tiro di Roberto Carlos. All’epoca, inoltre, il regolamento non teneva conto delle deviazioni degli avversari nel giudicare in fuorigioco la posizione di un giocatore. Mijatović ha parlato spesso di quel gol e sostiene che sia stato regolare a tutti gli effetti, in quanto la sua posizione era tenuta in gioco da Gianluca Pessotto, rimasto indietro negli sviluppi dell’azione del gol e non inquadrato dalle telecamere.
All’epoca Juventus e Real Madrid si equivalevano, come si può giudicare ancora adesso guardando le formazioni. Da una parte Peruzzi, Torricelli, Montero, Di Livio, Inzaghi, Del Piero, Iuliano, Deschamps, Zidane, Pessotto e Davids. Dall’altra Illgner, Roberto Carlos, Fernando Hierro, Manuel Sanchis, Redondo, Raúl, Mijatović, Seedorf, Morientes, Panucci e Karembeu. In molti, tuttavia, sostenevano che la Juventus fosse una squadra molto più solida del Real. Nella finale, però, molti suoi calciatori non giocarono come avevano fatto per tutta la stagione e nelle partite precedenti. I giocatori del Real, inoltre, sembrarono molto più concentrati e motivati, riuscendo a vincere di nuovo la coppa dopo 32 anni dall’ultima volta.
La semifinale del 2003
Quattordici anni fa il calcio italiano portava per la prima e ultima volta nella storia tre sue squadre in semifinale di Champions League. Inter e Milan vennero sorteggiate assieme, e giocarono “l’euroderby”, poi vinto dal Milan con due pareggi grazie ai gol segnati in trasferta. L’altra semifinale fu Juventus- Real Madrid. L’andata, giocata a Madrid, la vinse il Real per 2 a 1. Ronaldo segnò il primo gol della partita al 23esimo minuto, ma la Juventus riuscì a pareggiare a pochi secondi dal termine del primo tempo con David Trezeguet. Il gol segnato in trasferta mise molta pressione sul Real Madrid, che trovò il gol della vittoria al 73esimo con Roberto Carlos. Nonostante la sconfitta, il gol di Trezeguet fece rimanere in corsa la Juventus, forte anche del ritorno da giocare in casa.
Una settimana dopo, al “Delle Alpi” di Torino, la Juventus si meritò la qualificazione disputando una grandissima partita: fino all’unico gol del Real Madrid, segnato dall’ex Zinedine Zidane a un minuto dal termine, la Juventus fu in vantaggio di tre gol, segnati da Trezeguet al 12esimo, da Del Piero al 43esimo e da Pavel Nedved a venti minuti dalla fine.
Il cartellino giallo di Nedved
Il 2003 sarebbe potuto essere un anno memorabile per Pavel Nedved. L’allora centrocampista della Juventus — ora vicepresidente del club — in primavera vinse il suo secondo Scudetto consecutivo e in autunno, dopo l’inizio della nuova stagione, gli fu assegnato il Pallone d’Oro, rendendolo il secondo giocatore ceco a vincerlo dopo Josef Masopust nei primi anni Sessanta. Qualche mese prima però, non solo la sua squadra perse la finale di Champions League contro il Milan, ma nella semifinale contro il Real Madrid, a partita quasi finita e con la qualificazione praticamente acquisita, ricevette un cartellino giallo per un fallo a centrocampo — abbastanza ingenuo — su un giocatore del Real Madrid. Nedved era diffidato e per quel cartellino giallo dovette saltare la finale. La sua assenza pesò moltissimo alla Juventus, dato che in quella stagione Nedved era considerato uno dei giocatori più in forma d’Europa, e non a caso poi vinse il Pallone d’Oro.
La standing ovation del Bernabeu per Del Piero
Nel 2008 la Juventus di Claudio Ranieri ritornò in Champions League dopo due anni di assenza dovuti alla retrocessione in Serie B nell’estate del 2006. Dopo un anno di Serie B e il ritorno in Serie A, concluso al terzo posto, la squadra era ben diversa da quella — fortissima — del 2006, ma aveva ancora in squadra molti dei suoi migliori campioni, da Alessandro Del Piero a Gigi Buffon e David Trezeguet. Fu principalmente grazie a loro che riuscì a tornare in Champions League immediatamente, e poi anche a disputare un’ottima fase a gironi, conclusa al primo posto davanti al Real Madrid. La squadra di Ranieri riuscì a battere gli spagnoli sia all’andata che al ritorno. Quest’ultima partita se la ricordano in molti ancora oggi, dato che fu una delle più belle mai disputate da Del Piero nella sua lunga carriera alla Juventus. Contro un Real Madrid che stava vivendo un periodo difficile e che negli ottavi di finale venne eliminato dal Liverpool con un 5-0 complessivo, Del Piero segnò due gol, il primo con un tiro da fuori area che rimbalzò davanti a Iker Casillas entrando in porta sfiorando il palo; il secondo su un calcio di punizione calciato dalla stessa posizione del primo gol, ma nell’altra porta. Nei minuti di recupero, e dopo aver sfiorato almeno un altro gol, con la vittoria della Juventus ormai sicura della vittoria Ranieri sostituì Del Piero: in quel momento migliaia di spettatori presenti al Bernabeu di Madrid — fra cui Diego Armando Maradona — accompagnarono la sua uscita dal campo con una lunga standing ovation, cosa che il Bernabeu riserva solo ai più grandi giocatori che vi hanno giocato.
Chiellini contro Ronaldo
A 32 compiuti Giorgio Chiellini è ancora uno dei migliori difensori italiani ed europei, nonostante ad inizio stagione, sia con la Juventus e soprattutto con la Nazionale, non fosse sembrato particolarmente in forma. In molti temevano che, per una questione d’età, stesse calando il suo rendimento dopo anni di grandi prestazioni. E invece nel corso della stagione è tornato agli alti livelli a cui ci ha abituato nel passato, risultando particolarmente in forma nelle partite ad eliminazione diretta della Champions League. Stasera, nella finale di Cardiff, si ritroverà davanti Cristiano Ronaldo, che nella semifinale di andata del 2015 marcò con una certa irruenza per tutta la partita, fino ad esaltare definitivamente gli spettatori di Torino con una “ruvida” scivolata nei minuti di recupero.