Guida alle elezioni amministrative di Palermo
Il sindaco uscente Leoluca Orlando, a questo giro sostenuto dal PD, viene dato per favorito; dietro di lui ci sono M5S e centrodestra
Tra le città in cui si voterà il prossimo 11 giugno per eleggere un nuovo sindaco e un nuovo consiglio comunale c’è anche Palermo. L’eventuale turno di ballottaggio sarà domenica 25 giugno. I candidati sono sei e tra loro ci sono il sindaco uscente Leoluca Orlando e Fabrizio Ferrandelli, che si era presentato anche nel 2012. Stavolta i partiti che li appoggiano sono diversi e la situazione è piuttosto confusa: durante la campagna elettorale si è parlato poco di programmi e ci sono state invece moltissime accuse reciproche, delle fratture e delle ricomposizioni di partito a sostegno dei vari candidati.
Un po’ di contesto: nel 2012 il sindaco di Palermo uscente era Diego Cammarata, di centrodestra, che si era dimesso dopo due mandati a detta di molti disastrosi, tra inchieste e grande impopolarità. Il centrosinistra aveva scelto il suo candidato al termine di un travagliatissimo percorso, che si era concluso con primarie contestate vinte da Fabrizio Ferrandelli, consigliere comunale, ex capogruppo dell’Italia dei Valori (IdV). Ferrandelli era sostenuto da PD, SeL e liste civiche ma non dal suo ex partito, l’IdV, che lo aveva espulso e sosteneva invece Leoluca Orlando, già sindaco dal 1985 al 1990 e dal 1993 al 2000, che si era candidato dopo la sconfitta di Rita Borsellino alle primarie nonostante avesse promesso di fare il contrario. Al primo turno Leoluca Orlando era arrivato primo con il 47,5 per cento e aveva vinto anche il ballottaggio diventando dunque sindaco con circa 60 mila voti di distacco da Ferrandelli. In questi quattro anni e mezzo il PD ha dunque fatto opposizione alla giunta di Orlando. Ora però lo sostiene insieme ad altri partiti.
Leoluca Orlando insiste nel dire che il suo partito «era e rimane Palermo». In suo sostegno ci sono sette liste: “Movimento 139”, da lui fondato tre anni fa, “Mosaico Palermo” che include anche Mdp (Movimento Democratico e Progressisti), due liste civiche che si chiamano “Palermo 2022” e “Uniti per Palermo” e soprattutto la lista “Democratici e popolari”, nata dall’unione fra Partito Democratico e Area Popolare di Angelino Alfano. “Sinistra comune” è formata da Rifondazione e Sinistra Italiana, mentre “Alleanza per Palermo” è una lista sempre a sostegno di Orlando creata dal deputato regionale Totò Lentini, centrista e autonomista.
Secondo i sondaggi, uno dei principali sfidanti di Orlando è Fabrizio Ferrandelli, che però a questo giro non è più il candidato del centrosinistra. Nel 2015, dopo le dimissioni da deputato regionale eletto con il PD, Ferrandelli aveva fondato il movimento “I Coraggiosi”. Oltre a questa lista ce ne sono altre sei che lo sostengono: quella di Forza Italia, quella dell’Udc e “Cantiere Popolare” creata da Saverio Romano, deputato prima di Forza Italia e attualmente capogruppo dell’area Scelta Civica-Ala. Ferrandelli è coinvolto in un’inchiesta che ha a che fare con le amministrative del 2012 e con un presunto voto di scambio politico-mafioso. E di lui si è parlato molto anche perché ha avuto il sostegno pubblico di Salvatore Cuffaro, ex presidente della regione condannato definitivamente a sette anni per favoreggiamento aggravato a Cosa Nostra e tornato in libertà nel dicembre del 2015.
Ugo Forello è il candidato del Movimento Cinque Stelle che da mesi sta attraversando a Palermo una grossa crisi soprattutto per la vicenda delle firme false per le amministrative del 2012: nel novembre del 2016 diversi attivisti ed eletti del partito erano stati accusati di aver falsificato alcuni moduli allo scopo di presentare le liste elettorali alle precedenti comunali. La Procura aveva aperto e chiuso le indagini, con l’iscrizione nel registro degli indagati di 14 persone. Inizialmente il M5S si era mostrato compatto smentendo le accuse, ma poi erano emerse diverse divisioni. Claudia La Rocca, parlamentare regionale, si era presentata spontaneamente in procura confermando le accuse e con lei il suo legale, Ugo Forello, oggi candidato a sindaco.
Questa situazione ha creato una divisione all’interno del M5S che è diventata ancora più evidente in un’altra occasione. Qualche settimana fa, con un messaggio inviato alle redazioni di molti giornali, il Movimento 5 Stelle aveva diffidato dal pubblicare la registrazione audio di una conversazione tra alcuni suoi membri in cui, con tono scettico e dubbioso, venivano raccontati alcuni fatti relativi al precedente lavoro di Ugo Forello. La conversazione era avvenuta nel luglio 2016 in un ufficio della Camera, a Roma, e molte delle cose che si sentiva le raccontava Andrea Cottone, addetto stampa del M5S alla Camera ed ex membro dell’associazione siciliana antimafia Addiopizzo, di cui Ugo Forello è stato presidente fino allo scorso anno. Cottone nella registrazione raccontava di avere molti dubbi sul modo in cui Forello e i suoi collaboratori avevano gestito le attività dell’associazione, parlando di un sistema secondo lui poco limpido per ottenere guadagni dalle denunce delle estorsioni. Si parlava anche della preoccupazione del crescente ruolo che i membri di Addiopizzo avrebbero all’interno del Movimento 5 Stelle di Palermo e di una specie di “scalata” organizzata da Addiopizzo per usare il M5S come mezzo per entrare in politica e scegliere Forello come candidato sindaco.
Gli altri tre candidati sono Ismaele La Vardera, giornalista di 24 anni sostenuto da una coalizione di centrodestra di cui fa parte anche Matteo Salvini, Nadia Spallitta, unica donna e candidata dei Verdi e l’indipendentista Ciro Lomonte.Un recente sondaggio pubblicato sul Corriere della Sera dice che il sindaco uscente Leoluca Orlando potrebbe vincere le elezioni già al primo turno con il 45 per cento dei voti. La nuova legge elettorale in vigore nei comuni siciliani prevede il secondo turno se nessun candidato raggiunge il 40 per cento. Al secondo posto arriverebbe Forello con il 26 per cento dei voti, seguito da Ferrandelli con il 20 per cento. Gli altri candidati insieme otterrebbero poco meno del 9 per cento.