Album di famiglie che non lo sono
Il progetto di due fotografi spagnoli che mescolano il loro album di ricordi con quelli di sconosciuti, creandone di nuovi
Riflettendo sul concetto di identità e sul suo legame con la memoria, il duo di fotografi barcellonesi Albarrán Cabrera (da Anna Cabrera e Angel Albarrán) ha creato This is you, here: un progetto in cui mischiano foto personali a quelle di sconosciuti trovate nella spazzatura, creando così un album di ricordi di persone mai esistite, ma in cui molti potrebbero riconoscersi.
This is you, here è nato quando un amico comune donò ad Albarrán e Cabrera un insieme di negativi e vecchie cartoline che aveva trovato nella spazzatura, tra le pagine di un album. Dopo aver sviluppato i negativi, i fotografi hanno scoperto che si trattava di ritratti di famiglia scattati circa 40 anni fa da un fotografo non professionista. Le foto erano tutte sottoesposte – quindi molto scure e con poca luce – ed era difficile riconoscere i volti delle persone fotografate. «Quella famiglia» spiegano i fotografi nella descrizione del progetto «poteva essere quella di chiunque. Quei momenti, che costituiscono una parte dell’identità di un fotografo, potrebbero anche essere i nostri. Così abbiamo deciso di mischiare le nostre foto insieme a quelle delle famiglia sconosciuta, e le abbiamo uniformate utilizzando lo stesso processo di stampa, generando in questo modo l’identità e la memoria di qualcuno che non è mai esistito». Il titolo si riferisce a un aneddoto raccontato da uno dei due fotografi: ricorda che quando aveva 8 anni il nonno lo fotografava e mentre l’immagine si stava ancora sviluppando gli indicava la figura confusa nella foto e diceva: “Questo sei tu”. «Quell’affermazione, che sembrava più che ovvia al momento, ha cominciato ad avere significato col passare degli anni. Mio nonno è morto e non sono in grado di ricordare distintamente il passato. Ora, per ricordare chi sono, guardo quell’immagine e posso dire: “Sono io”».
La creazione di questa famiglia immaginaria e della sua memoria ha portato i due fotografi a riflettere anche sul rapporto tra identità e luoghi, oltre che memoria. Non solo le hanno mischiate ad altre foto, hanno associato a quelle della famiglia sconosciuta diversi tipi di paesaggi, fotografati al tramonto o all’alba, con ombre lunghe e dai contorni indefiniti: in questo modo chi guarda le foto è invogliato a immaginare qualunque tipo di storia, ed è totalmente libero di trovare collegamenti tra ritratti e luoghi.
Anna Cabrera e Angel Albarrán lavorano insieme da 17 anni, anche se di mestiere fanno altro: Albarrán è ingegnere informatico, mentre Cabrera è una filologa inglese. I loro lavori sono stati esposti in gallerie e festival di fotografia in Spagna, Giappone, Paesi Bassi, Francia, Germania, Libano, Italia e Stati Uniti. Per il progetto, in continuo aggiornamento, hanno ricevuto una menzione speciale dalla famosa rivista online di fotografia Lens Culture, nell’ambito del Portrait Awards 2017.