A che punto eravamo con “House of Cards”

Ricomincia oggi la serie sul presidente Frank Underwood, che avevamo lasciato come al solito in mezzo a un sacco di guai: facile che ve li siate scordati

Stasera comincia su Sky Atlantic la quinta stagione di House of Cards, la famosa serie tv di Netflix sul presidente degli Stati Uniti interpretato da Kevin Spacey e sulla First Lady interpretata da Robin Wright. Negli Stati Uniti gli episodi usciranno tutti in una volta, come succede normalmente con Netflix: in Italia invece andrà in onda un episodio a settimana (gli episodi della serie sono 13) su Sky Atlantic.

House of Cards è una delle serie tv più popolari, premiate e apprezzate degli ultimi anni: è scritta da Beau Willimon e racconta le vicende di Frank Underwood, uno scaltro politico americano interpretato da Spacey, che all’inizio della serie vuole vendicarsi del presidente degli Stati Uniti per non aver ottenuto la nomina a segretario di Stato. L’altro personaggio principale della serie è Claire Underwood (Wright) che interpreta la moglie di Frank Underwood, con la quale ha un rapporto di grandi tensioni e allo stesso tempo grandi complicità. House of Cards si basa su un’omonima miniserie televisiva trasmessa nel 1990 da BBC, a sua volta adattamento di un romanzo scritto da Michael Dobbs, ex membro del partito conservatore britannico. House of Cards è insomma una serie tv di politica, strategie e complotti, ma la trama ruota attorno a molti dei principali temi politici della nostra epoca: il ruolo delle intelligence e delle lobby, i rapporti tra politica e media, l’evoluzione del giornalismo.

Ma House of Cards è una serie piena di colpi di scena, di storie complicate che si intrecciano e ritornano stagione dopo stagione, e non è facile ricordarsi bene tutto quello che è successo prima, a più di un anno di distanza (la quarta stagione era uscita a maggio). Per chi ha visto tutti gli episodi ma teme di essersi perso dei pezzi, abbiamo messo insieme un riassunto delle cose più importanti che ci siamo lasciati dietro, per rinfrescarsi la memoria ed essere preparati. Ovviamente, da qui in poi ci sono valanghe di spoiler.

La prima metà della quarta stagione di House of Cards si era concentrata soprattutto sul rapporto e sulle beghe tra Claire e Frank Underwood: alla fine della terza stagione, infatti, la prima aveva apparentemente deciso di lasciare il secondo, dopo le molte tensioni tra i due culminate nella decisione di Frank di rimuoverla dall’incarico di ambasciatrice all’ONU. Claire decide quindi di tornare in Texas, il suo stato natale, per candidarsi a deputata. Ci torna anche perché sua madre, con la quale ha sempre avuto un rapporto pessimo, sta morendo di cancro. Quando i media si accorgono che la First Lady non sta accompagnando suo marito negli eventi della campagna elettorale per le primarie Democratiche, cominciano a fare domande e insinuazioni, ma lei risponde che vuole stare vicina a sua madre.

Alla fine Claire e Frank raggiungono un accordo, non tanto per affetto quanto per tornaconto politico (ma il loro rapporto è molto strano, come sanno i fan): lei accetta di tornare con lui, che in cambio acconsente a non interferire con la sua campagna elettorale a deputata. Ma durante il suo discorso sullo Stato dell’Unione, Frank annuncia che sosterrà Celia Jones, figlia di una storica deputata afroamericana, di fatto tradendo Claire. La campagna elettorale di Claire non può quindi nemmeno cominciare, e lei si vendica diffondendo anonimamente una vecchia foto del padre di Frank con un membro del Ku Klux Klan, l’organizzazione razzista sudista. Nasce uno scandalo e Frank perde le primarie in South Carolina (il suo stato natale) contro Heather Dunbar, ex dirigente del dipartimento di Giustizia e ora candidata sfidante di Underwood. La campagna di Frank prende quindi una piega disastrosa, e Claire – dopo aver rivelato al marito di essere stata la fonte della foto – ne approfitta chiedendo di essere la sua candidata a vice presidente, ottenendo un rifiuto.

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Un’altra linea narrativa importante della quarta stagione di House of Cards è quella che riguarda Lucas Goodwin, giornalista che collaborava con Zoe Barnes e che era finito in prigione. Una volta uscito, progetta di affossare la carriera di Underwood rivelando tutti i crimini che ha commesso durante la sua ascesa a presidente degli Stati Uniti. Prima riesce a parlare con Dunbar, proponendole di raccontarle tutto, ma lei rifiuta perché reputa la cosa potenzialmente pericolosa per la sua campagna elettorale (che sta già andando bene). Goodwin – che è rimasto molto turbato dall’esperienza del carcere – si presenta allora a un evento elettorale di Underwood e gli spara al petto, uccidendo la sua storica guardia del corpo Edward Meechum, che prima di morire lo uccide a sua volta con un colpo di pistola. Frank rimane gravemente ferito ed entra in coma, mentre viene scoperto un biglietto di Goodwin in cui ci sono scritte le sue accuse contro il presidente. Diventa quindi presidente reggente Donald Blythe, il vice presidente, un uomo poco risoluto e carismatico, che chiede aiuto a Claire per risolvere una delicata questione diplomatica con la Russia. Claire prende in mano la situazione e riesce a raggiungere un accordo con Viktor Petrov, il presidente russo con il quale ha un rapporto complicato (ricordate la storia dell’attivista gay che si impiccò mentre lei dormiva nella sua cella?). Alla fine Frank si salva, grazie a un trapianto di fegato, e ritorna alle sue funzioni: ammirato dal comportamento di Claire, accetta di tornare a lavorare con lei.

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Ma Underwood si salva perché Doug Stamper, il suo fidato e losco chief of staff, ha truccato la lista di attesa per il trapianto, di fatto condannando un altro paziente a morire al posto suo. Doug però è pieno di sensi di colpa e fa una grande donazione alla fondazione della famiglia dell’uomo, che non sa nulla dei traffici dietro il suo mancato trapianto. Doug viene contattato dalla moglie dell’uomo, che inizia a frequentare, senza rivelarle niente. Nel frattempo scopre che Dunbar ha incontrato Goodwin poco prima dell’attentato e rivela l’informazione alla stampa: ne nasce uno scandalo che porta Dunbar a sospendere la sua campagna elettorale.

Tutta la seconda parte della quarta stagione di House of Cards è occupata dalla campagna elettorale tra Underwood, che è diventato il candidato dei Democratici, e Will Conway, il candidato Repubblicano, giovane e con una famiglia molto fotogenica, carismatico e molto deciso. Conway è avanti nei sondaggi, ma si scopre che ha utilizzato un sistema poco etico per indirizzare le ricerche online degli utenti di un particolare browser in modo che mostrassero risultati che lo mettessero in buona luce. Sembra che possa essere un brutto colpo per la sua campagna elettorale, ma lui riesce a non subirlo troppo facendo una diretta streaming in cui spiega cos’è successo. È sufficientemente convincente, e rimane avanti nei sondaggi. Per gli Underwood, poi, c’è anche il problema di presentare al partito e agli elettori l’idea del ticket che li coinvolga entrambi. Architettano un piano per fare in modo che sia il partito stesso a promuoverlo, con Claire che sostiene pubblicamente la segretaria di Stato Catherine Durant. Ma Durant, con la collaborazione di Conway, riesce a mandare nel caos la convention dei Democratici, sostenendo l’idea che venga resa aperta, e che quindi il candidato non debba essere necessariamente Underwood. Il risultato è un gran casino, con Dunbar e Jackie Sharp (la deputata ex amante di Remy Danton) che ritornano per un po’ in ballo. Alla fine Frank la risolve a modo suo: solo nello studio Ovale con Durant, inizia a dirle – senza farle capire se scherza o se è serio – che è un assassino, e che è disposto a ucciderla. Durant è molto spaventata e accetta di sostenere Frank e Claire, che diventano i candidati ufficiali dei Democratici.

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Ma ovviamente succede un altro guaio: un gruppo di terroristi americani rapisce una famiglia in Tennessee, minacciando di ucciderla e dicendo di ispirarsi all’ICO, un’organizzazione terrorista islamista chiaramente ispirata allo Stato Islamico. I terroristi dicono di voler trattare solo con Conway, e questo mette in seria difficoltà Underwood, perché in ogni caso è una vittoria per il suo avversario: se accetta, si mostra debole e lascia la scena al suo rivale; se rifiuta e le cose vanno storte, si becca tutte le colpe. Alla fine è costretto a coinvolgere Conway nelle trattative, cosa che dà al candidato Repubblicano un’ulteriore spinta nei sondaggi. Frank, Conway, Claire e la moglie di Conway passano molto tempo assieme, tra situazioni di imbarazzo e curiosità reciproca, e nel frattempo guadagnano tempo con le trattative ottenendo la liberazione di due ostaggi. La situazione precipita però quando il leader dell’ICO, che era stato messo in contatto con i rapitori, ordina loro di uccidere il padre della famiglia rapita. Nel frattempo si aggiunge un altro casino, perché sul Washington Herald (l’equivalente del Washington Post) viene pubblicato un articolo che parte dalle accuse di Goodwin e racconta il complotto con cui Frank aveva organizzato l’impeachment del suo predecessore, il presidente Garrett Walker: lo ha scritto Tom Hammerschmidt, giornalista che si era visto nelle prime stagioni e che nel frattempo si era ritirato. A dare solidità all’articolo ci sono le testimonianze dirette di Jackie Sharp, Remy Danton e Walker, che hanno deciso di vendicarsi di Frank per tutti i torti subiti.

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Alla fine della stagione succedono diverse cose più strettamente politiche, che probabilmente saranno riprese nella quinta stagione: anche Conway viene finalmente coinvolto in uno scandalo, quando si scopre che ha manovrato lo House Intelligence Committee per sabotare un buon piano di Underwood per combattere l’ICO con la collaborazione della Russia. Un’altra cosa soltanto accennata ma che con ogni probabilità sarà importante nella prossima stagione è un sistema di sorveglianza di massa sviluppato da alcuni esperti che lavorano per il comitato elettorale di Underwood: da quello che si capisce, il sistema dà la possibilità di intercettare il telefono di chiunque. Alla fine della quarta stagione, l’FBI si impossessa del sistema, che è evidentemente illegale e che potrebbe rappresentare un futuro grosso guaio.

La conclusione della quarta stagione mostra Frank e Claire mentre assistono in diretta all’esecuzione dell’ostaggio rimasto. Hanno deciso di smettere di cercare di conquistare l’affetto e la simpatia degli elettori, e di provare a vincere una campagna elettorale molto complicata sfruttando la paura degli americani, soprattutto nei confronti dell’ICO. Per distrarre gli elettori dallo scandalo sull’impeachment, e forse per difendersi in anticipo dalle accuse di sorveglianza di massa, Underwood annuncia pubblicamente che gli Stati Uniti sono in guerra contro i terroristi. Mancano tre settimane alle elezioni presidenziali.