Il governo australiano vuole vietare ai pedofili di viaggiare all’estero
Una proposta di legge che a breve sarà votata in Parlamento prevede che venga tolto il passaporto ai condannati per abusi sessuali su bambini e ragazzi
In Australia il governo sottoporrà al Parlamento una proposta di legge per togliere il passaporto alle persone condannate per abusi sessuali sui bambini e ragazzi. La proposta di legge è stata pensata per impedire ai pedofili australiani colpevoli di abusi di fare turismo sessuale nei paesi del sud-est asiatico e nelle isole del Pacifico: la ministra degli Esteri Julie Bishop ha detto che lo scorso anno quasi 800 pedofili condannati sono andati all’estero e la metà di loro si è recata in paesi noti per essere destinazioni di turismo sessuale.
Il disegno di legge prevede che alla maggior parte dei pedofili il divieto di viaggiare all’estero si applichi solo per un certo periodo di tempo dopo una condanna, cioè per il periodo in cui il loro nome è presente nel registro dei colpevoli di abusi sessuali; finito questo periodo potrà essere fatta richiesta per riavere il passaporto. Le persone attualmente nel registro dei condannati per violenze sessuali sono circa 20mila, e se il disegno di legge sarà approvato a 3.200 sarà per sempre proibito andare all’estero per via della gravità dei reati commessi. Non si conoscono ancora tutti i dettagli di questa legge, ma da quanto hanno detto i rappresentanti del governo si è capito che potrà avere anche altre eccezioni basate sulla gravità dei reati commessi. Un’altra cosa da tenere a mente è che generalmente la legge australiana considera abusi di tipo pedofilo quelli su bambini e ragazzi sotto i 16 anni, che in gran parte del paese è l’età del consenso.
Con la legge attuale i pedofili presenti sul registro devono limitarsi a comunicare alle autorità australiane i propri viaggi all’estero. La proposta di legge prevede che potranno essere emessi passaporti temporanei per le persone con comprovate necessità di fare un viaggio all’estero per motivi famigliari o di lavoro, oppure per le persone attualmente residenti all’estero che vorranno tornare in Australia.
Se la proposta di legge entrerà in vigore l’Australia sarà il primo paese a introdurre una regola del genere, anche se ad esempio negli Stati Uniti dal 2016 è previsto che sui passaporti dei pedofili condannati sia presente un timbro che segnala i loro reati. Non sarebbe però la prima misura del governo australiano per cercare di limitare il turismo sessuale nei paesi del sud-est asiatico: è già stata introdotta una legge che prevede fino a 25 anni di carcere per i cittadini australiani o per i residenti in Australia che commettono abusi sessuali su bambini e ragazzi all’estero.
Il governo australiano, di orientamento conservatore, ha presentato la legge per via dell’impegno di un senatore indipendente, Derryn Hinch, a sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema del turismo sessuale. Hinch subì molestie sessuali da bambino e in passato è stato condannato due volte per aver detto alla radio i nomi di due persone condannate per pedofilia. Secondo il quotidiano britannico Times è probabile che l’opposizione laburista voti a favore della proposta di legge in Parlamento.