Le sei riforme che chiede Repubblica
Se si deve proprio votare, chiede il direttore Calabresi, che prima si approvino queste riforme importanti
Il direttore di Repubblica Mario Calabresi, che già ne aveva scritto allarmato pochi giorni fa, ha pubblicato mercoledì un editoriale in prima pagina dando per quasi scontate le elezioni anticipate ad autunno: e tornando a criticare questa scelta da parte delle maggiori forze politiche (soprattutto il PD e il M5S), Calabresi chiede che il parlamento almeno approvi sei riforme importanti.
Ne abbiamo individuate sei a cui manca il voto finale e da oggi le ricorderemo tutti i giorni, affinché lettori ed elettori possano valutare i comportamenti delle varie forze politiche che si preparano a chiedere il loro voto.
Ci sono l’attesissima legge sul biotestamento; quella sulla cittadinanza, ferma al Senato dalla fine del 2015, che prevede la possano ottenere i minori nati in Italia da padre e madre stranieri se uno dei genitori ha un diritto di soggiorno di lungo periodo, o chi arriva in Italia entro il dodicesimo anno di età dopo aver frequentato un ciclo scolastico; l’introduzione nel nostro ordinamento del reato di tortura; l’approvazione del nuovo codice antimafia; la legalizzazione della cannabis e infine la riforma del processo penale che introduce soprattutto le nuove norme sulla prescrizione, per diminuire il rischio che indagini e processi vengano vanificati dalla lentezza dei tempi della giustizia penale. Inoltre viene prevista una delega al governo per “garantire la riservatezza delle comunicazioni oggetto di intercettazione”: una delega che ci auguriamo serva a definire il migliore equilibrio tra il diritto alla riservatezza e quello all’informazione.
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