5 cose sui nuovi episodi di “Twin Peaks”
Soprattutto il terzo è piaciuto molto ai fan, perché contiene un sacco di cose tipiche di Lynch e della serie originale
Nella notte tra domenica e lunedì sono andati in onda negli Stati Uniti – e in contemporanea in Italia, su Sky Atlantic – il terzo e il quarto episodio della nuova stagione di Twin Peaks, la serie tv creata da David Lynch e Mark Frost. I primi due, che in realtà erano un solo lungo episodio ed erano attesissimi, erano piuttosto diversi da quello a cui avevano abituato le prime due stagioni della serie: praticamente una lunga sequenza di scene molto brevi, sconnesse tra loro, con pochi dialoghi e senza una vera colonna sonora. Sono piaciuti abbastanza, anche perché hanno messo in chiaro che la terza stagione di Twin Peaks non sarà una copia di quelle precedenti, uscite tra il 1990 e il 1991, ma avevano disorientato un po’ i critici e i fan. I nuovi episodi invece sono un’altra cosa ancora.
Soprattutto il terzo episodio è piaciuto molto ai fan, perché contiene tanti elementi tipici della filmografia di Lynch e alcuni momenti molto Twin Peaks (ci arriviamo). Se nel quarto episodio non succede granché, nel terzo vengono sviluppate e presentate molte linee narrative importanti, che danno un’idea della direzione che prenderà la serie (e di come riuscirà a raccontare cose per i suoi 18 episodi). Dato che parliamo di Twin Peaks molte cose sono però poco chiare, altre totalmente incomprensibili, e altre ancora talmente strane che vale la pena tornarci sopra: come per i primi due episodi, abbiamo raccolto 5 argomenti di cui probabilmente, se avete visto il terzo e il quarto episodio, avete voglia di parlare con qualcuno.
(Attenzione: da qui in poi troverete diversi spoiler sia sulla nuova stagione sia su quelle vecchie)
1. Tutta quella scena iniziale
Le prime parole pronunciate nel terzo episodio della nuova stagione di Twin Peaks arrivano dopo oltre 11 minuti: prima è mostrata l’onirica e suggestiva fuga dell’agente Dale Cooper dalla Loggia Nera, il misterioso posto di Twin Peaks abitato dagli spiriti malvagi in cui è rimasto rinchiuso per 25 anni. Alla fine del secondo episodio Cooper aveva ricevuto istruzioni da Leland e Laura Palmer, da MIKE e dall’albero misterioso per tornare nel mondo reale, riportando al suo posto nella Loggia Nera un suo dopplegänger, cioè un suo sosia che vive nella realtà. Dopo essere passato per la “scatola di vetro” lo si vede precipitare nello Spazio e atterrare in una enorme costruzione sul mare. Entra in una porta e si ritrova in una stanza buia illuminata da un caminetto, nella quale c’è una donna vestita di rosso seduta su un divano. La donna ha gli occhi cuciti e fa dei movimenti strani: è una scena molto inquietante, anche perché girata con continui loop e parti al rovescio, ma si capisce che la donna è un’entità buona e vuole aiutare Cooper.
Cooper e la donna misteriosa si dicono cose incomprensibili, e lei sembra molto preoccupata da alcuni colpi che provengono dall’esterno della stanza. Dopo aver mostrato a Cooper una cassaforte con il numero 15 sopra, lo accompagna sul tetto della stanza. I due si ritrovano nello Spazio aperto, alla presenza di una specie di traliccio: la donna dice qualcosa a Cooper, ci appoggia le mani sopra e prende la scossa, cadendo nel vuoto. Mentre Cooper osserva la scena, compare un’enorme proiezione della faccia del maggiore Briggs, che dice le parole “rosa blu”.
L’intera scena è un esempio dello stile che ha reso famoso Lynch, fatto di situazioni e personaggi incomprensibili e inquietanti, ma che riescono a essere coerenti e suggestivi. In molti, tra cui il New York Times, hanno paragonato la scena a Eraserhead, il primo film di David Lynch, in cui erano già presenti le caratteristiche che lo avrebbero reso famoso.
Dopo la caduta della donna, Cooper ritorna nella stanza e vede che la cassaforte ha cambiato numero, e ora ha sopra il numero 3. Sul divano c’è un’altra persona, una donna che ricorda fisicamente Ronette Pulaski (ma non sappiamo se sia davvero lei). Cooper si avvicina alla cassaforte, e la donna gli dice: «Quando arriverai là, sarai già là», parlando all’incontrario come i personaggi della Loggia Nera. Poi lo invita a entrare nella cassaforte, dicendogli: «Devi sbrigarti, mia madre sta arrivando». Cooper attraversa orizzontalmente la cassaforte, lasciando nella stanza solo le proprie scarpe. E contemporaneamente si vede quello che succede al Cooper tamarro.
2. Molto vomito
Le cose più importanti dei nuovi episodi di Twin Peaks riguardano tre versioni dell’agente speciale dell’FBI Dale Cooper: una è quella vera, che ha vissuto per 25 anni nella Loggia Nera; una è quella malvagia, che abbiamo già visto nei primi episodi; un’altra compare per la prima volta, ha vita breve e viene chiamata Dougie Jones.
Quella a cui succedono meno cose è la versione malvagia, che si può ipotizzare sia abitata dallo spirito BOB: mentre il vero Cooper esce dalla Loggia Nera, il Cooper cattivo sta guidando, ma si sente male e ha un incidente. Dopo aver sentito un fastidioso rumore provenire dall’accendisigari, sbanda e comincia a vomitare – in una scena piuttosto repellente – un sacco di garmonbozia, la sostanza simile al mais della quale si nutrono BOB, MIKE e il Nano, e che deriva dalla sofferenza delle persone. Cooper-cattivo viene ritrovato da alcuni poliziotti e arrestato. Nel quarto episodio, si vede di nuovo l’agente Gordon Cole, uno dei capi dell’FBI e interpretato da Lynch. Insieme a lui c’è Albert Rosenfield, altro agente interpretato da Miguel Ferrera, che è morto dopo aver filmato la terza stagione. Cole e Rosenfield vengono informati che dopo 25 anni è ricomparso Cooper, sparito dopo le indagini sull’omicidio di Laura Palmer. I due da Philadelphia vanno in South Dakota per interrogarlo, ma si accorgono che è molto diverso da come lo ricordavano: Cole dice di non capire la situazione, e che qualcosa non va.
Cooper-malvagio parla in modo meccanico, ripetendo le frasi e con uno strano accento, spiegando che negli ultimi anni ha lavorato in incognito insieme a Philip Jeffries, un personaggio che compare nel film Fuoco cammina con me e che era interpretato da David Bowie. Cole e Rosenfield dopo l’interrogatorio discutono privatamente, e il secondo confessa che anni prima aveva consentito a Jeffries di rivelare a Cooper delle informazioni riservate su alcune indagini dell’FBI: «gli ho detto chi era il nostro uomo in Columbia. Una settimana dopo quell’uomo fu ucciso». Sembra quindi che Cooper, una volta posseduto da BOB, si sia servito di Jeffries (o sia stato suo complice) per insabbiare alcune indagini dell’FBI, forse su crimini precedenti a quello di Laura Palmer. Rosenfield e Cole si dicono che è un caso da “rosa blu”, e dicono che devono parlare con una donna: «Sai dove vive?», chiede Cole. «So dove beve», dice Rosenfield. Un’ipotesi è che si tratti di Audrey Horne, un’altra che sia la Signora Ceppo, oppure la misteriosa donna vestita di rosso che indossava la rosa blu nel film, per dare indizi segreti agli agenti dell’FBI.
3. Chi diavolo è il terzo Cooper?
Nel terzo episodio si capisce anche che i Cooper non sono solo due, quello vero e quello cattivo: ce n’è un terzo, che si chiama Dougie Jones ed è una versione un po’ più grassoccia e con i capelli lunghi, che vive a Las Vegas. Dougie ha però vita breve: mentre si trova in una casa con una prostituta, Cooper prende il suo posto: Dougie si ritrova nella Loggia Nera, dove in presenza di MIKE gli esplode la testa e scompare, lasciando solo una piccola sfera metallica e l’anello verde di Laura Palmer, che impediva a chi lo indossava di essere posseduto da BOB.
Cooper, tornato nella realtà, è praticamente un burattino: non sa parlare, non sa vestirsi, non sa rapportarsi con le altre persone. Esegue passivamente le istruzioni di chi gli sta intorno, ripete le loro frasi e appare completamente svuotato dopo 25 anni nella Loggia Nera. La prostituta che era con lui è confusa, e decide di lasciarlo in un casinò: sulla strada, delle persone mai viste prima vogliono ucciderlo, non si capisce perché, senza però riuscirci. Cooper, arrivato al casinò, comincia a giocare alle slot machine, sopra le quali vede comparire una specie di lampada: ogni volta vince il jackpot, attirando l’attenzione di tutti i presenti e vincendo migliaia di dollari. La scena è probabilmente il momento più buffo della terza stagione, fin qui.
Cooper-vero viene poi riportato a casa, dove si scopre che è sposato con una donna interpretata da Naomi Watts e che era sparito da tre giorni: in tutto questo, continua a non riuscire a comunicare con nessuno. Ha anche un figlio, con il quale sembra avere un minimo di dialogo scambiandosi dei pollici alzati, il suo gesto distintivo. Lo si vede anche avvicinarsi a uno specchio e mettersi nella stessa posa della scena della seconda stagione in cui si scopriva che era stato posseduto da BOB. Durante la colazione, poi, sputa all’improvviso il caffè, la sua bevanda preferita: tutti elementi che suggeriscono che pian piano stia riacquistando le proprie facoltà.
Ma la vera domanda che si sono fatti i fan è chi sia Dougie Jones, il misterioso terzo Cooper: lo spiega cripticamente a un certo punto MIKE, suggerendo che sia stato “creato” da Cooper-malvagio. L’ipotesi che sembra più solida è che Cooper-malvagio abbia creato un terzo dopplegänger da mandare nella Loggia Nera al posto suo quando il vero Cooper ne fosse uscito. E sembra esserci riuscito, a quanto pare. Questo potrebbe anche spiegare i misteriosi assassini: potrebbero essere stati assoldati da Cooper-cattivo per uccidere il vero Cooper non appena fosse ritornato nel mondo reale. Anche perché Dougie Jones è rappresentato come un omino con una vita poco interessante, lasciando intendere che non abbia nemici che lo vogliano uccidere: ma sono tutte ipotesi, al momento.
4. Intanto, a Twin Peaks-città
Buona parte del quarto episodio, e anche qualche pezzo del terzo, sono occupati da scene che succedono nella città di Twin Peaks, e in particolare nella centrale di polizia. Non sono apparentemente fondamentali per lo sviluppo della trama, ma sono i momenti più strettamente legati alle vicende e alle atmosfere delle prime due stagioni, e per questo sono piaciuti molto. La prima immagine che vediamo è da subito più leggera di quelle inquietanti del resto delle puntate: contiene Hank e una battuta sulle ciambelle (“do-nought disturb”).
Ci sono poi molte gag che coinvolgono Andy e Lucy, tra i principali intermezzi comici delle prime due stagioni, e viene presentato il nuovo sceriffo, il fratello del malato Harry Truman, interpretato dall’attore Robert Foster, e alcuni nuovi agenti. Tra questi, a sorpresa, c’è Bobby Briggs, l’ex bullo-spacciatore-fidanzato di Laura Palmer, che fin dalla seconda stagione aveva iniziato un percorso di maturazione e che evidentemente ha fatto il giro diventando poliziotto (strano, considerando che nel film addirittura aveva ucciso un agente corrotto). Bobby è protagonista di un’altra scena che ha ricordato molto il Twin Peaks originale, portando nella nuova stagione un momento di melodramma: quando vede una foto di Laura Palmer scoppia improvvisamente in un pianto disperato. Per qualcuno è stata una scena emozionante, per altri un po’ forzata: giudicatela voi.
Uno dei pochi veri indizi importanti per la trama che compaiono in queste scene arriva proprio da Bobby, che a un certo punto dice che una delle ultime persone che suo padre incontrò prima di morire in un incendio fu Cooper. È una cosa che non c’è né nella serie né nel film, ma solo nel libro Le vite segrete di Twin Peaks. È probabile che questo dettaglio sia approfondito più avanti, visto che Briggs era una delle persone che sapeva più cose della Loggia Nera: un’ipotesi è che Cooper – posseduto da BOB – lo abbia usato per avere più informazioni e poi lo abbia ucciso.
5. E poi certo, Michael Cera
Una delle scene più distintive dei due nuovi episodi è quella che ha come protagonista Michael Cera, l’attore famoso soprattutto per Juno. Cera interpreta Waldo, il figlio di Lucy e Andy (anche se il padre potrebbe essere un altro, Dick), che è uno strano ragazzo che si veste come Marlon Brando, parla come Marlon Brando e si fa chiamare Brando. Wally arriva a sorpresa alla stazione di polizia di Twin Peaks, e fa un lungo discorso molto solenne in cui spiega che ha viaggiato in motocicletta per gli Stati Uniti e ora vuole salutare Harry Truman, suo padrino. È una scena lunga, lenta e senza un’apparente giustificazione: ma è piaciuta molto, un po’ perché Cera era molto adatto e un po’ perché conteneva altri aspetti del Twin Peaks originale che sono rimasti più attaccati ai fan, cioè le parti da soap opera in cui non è chiaro dove comincino e dove finiscano le intenzioni “meta” di Lynch.