È morto Manuel Noriega, ex dittatore di Panama
Aveva 83 anni ed era stato al potere tra il 1983 e il 1989, prima sostenuto e poi combattuto dagli Stati Uniti, che invasero il paese per destituirlo
Nella notte tra lunedì 29 e martedì 30 maggio è morto Manuel Antonio Noriega, generale e dittatore dello stato centroamericano di Panama dal 1983 al 1989 che aveva avuto un rapporto molto controverso con gli Stati Uniti. La notizia è stata data su Twitter dal presidente di Panama, Juan Carlos Varela. Noriega aveva 83 anni, era malato da tempo ed era stato di recente operato di tumore al cervello, una prima volta lo scorso marzo e una seconda volta dopo un’emorragia. Da allora si trovava in ospedale. Nel 1992 Noriega era stato processato negli Stati Uniti per traffico di droga e violazione dei diritti umani, e condannato a 40 anni di prigione. Dopo diciassette anni passati in un carcere federale di Miami, nel 2010 era stato trasferito prima in Francia e poi a Panama: lo scorso gennaio era stato rilasciato per via delle sue condizioni di salute e dell’operazione che doveva subire.
(Noriega in una foto del 31 agosto 1989, dopo una riunione del Consiglio di Stato – AP Photo/Matias Recart, File)
Noriega, soprannominato “faccia d’ananas” per il volto segnato, era nato a Panama City nel 1934: voleva studiare psichiatria per non ci riuscì per la situazione economica della famiglia. Scelse dunque di iscriversi a un’accademia militare in Perù e mentre si trovava lì, negli anni Cinquanta, venne reclutato dalla CIA. Tornato in patria, fece carriera nell’esercito con il generale Omar Torrijos, allora dittatore dello stato centramericano, che nel 1977 firmò un accordo proprio con gli Stati Uniti per riprendersi la sovranità del Canale di Panama. Nel 1981, però, Torrijos morì in un incidente aereo, le cui cause non sono mai state del tutto chiarite, e il generale Noriega divenne di fatto dittatore di Panama e uno degli alleati più importanti degli Stati Uniti in America Centrale, soprattutto per il suo supporto ai Contras in Nicaragua per sconfiggere il governo sandinista e allo stesso tempo soffocare la guerriglia rivoluzionaria del Fronte Farabundo Martí per la Liberazione Nazionale (FMLN) a El Salvador. Entrambi i gruppi erano combattuti dagli Stati Uniti per le loro posizioni politiche di sinistra rivoluzionaria.
(Il generale Manuel Noriega lascia il suo quartier generale il 4 ottobre del 1989 a Panama, dopo il fallimento di un colpo di stato – AP Photo)
Per alcuni anni, dunque, Noriega fu un importante alleato degli Stati Uniti, poi la sua situazione cambiò radicalmente: aumentò la repressione interna a Panama, dove nel 1985 un oppositore politico, Hugo Spadafora, venne trovato decapitato, instaurò rapporti con intelligence di altri paesi diversi dagli Stati Uniti e strinse alcuni legami con il grosso trafficante di droga colombiano Pablo Escobar, che al tempo gestiva uno dei più grossi cartelli di droga del mondo, quello di Medellín. Gli Stati Uniti decisero allora di non sostenere più Noriega: nel 1988 lo accusarono di traffico di droga e dell’annullamento dei risultati delle elezioni del 1989 e gli offrirono due milioni di dollari per lasciare Panama ed andare in esilio in Spagna. Noriega rifiutò e il 20 dicembre 1989 gli Stati Uniti di George H. W. Bush invasero Panama con 27mila soldati. L’occasione fu l’uccisione di un soldato statunitense, avvenuta pochi giorni prima, ma Bush progettava l’invasione già da molti mesi.
(George H. W. Bush e Manuel Antonio Noriega, 10 dicembre 1983 – AP Photo)
Al quinto giorno di invasione Noriega si rifugiò dal Nunzio Apostolico, l’ambasciata del Vaticano a Panama. Fu ospitato in una stanza senza aria condizionata né televisione, l’edificio fu circondato da soldati americani che non potevano entrarvi ma gli fecero “pressioni psicologiche” per farlo uscire, nella cosiddetta “Operation Nifty Package”. Musica rock ad altissimo volume 24 ore al giorno (suonarono molte volte “I Fought the Law” dei Clash, pare), rombo di motori dei mezzi militari, fuoco e fumo da un campo vicino appositamente incendiato. Noriega si arrese dopo dieci giorni, il 3 gennaio del 1990, uscì e fu arrestato.
(Noriega prima dell’estradizione verso gli Stati Uniti, 4 gennaio 1990 – AP Photo, File)
Nel 1992 venne condannato negli Stati Uniti a 40 anni di carcere, poi ridotti a 30, per traffico di droga e riciclaggio, e poi a 17 per buona condotta con la possibilità della libertà condizionata nel 2007. Ma pochi prima della sua scarcerazione, gli Stati Uniti diedero il via libera per l’estradizione in Francia. Nel 2010 Noriega venne dunque estradato e portato in Francia, dove nel frattempo era stato condannato in contumacia per riciclaggio. Un anno dopo venne estradato anche dalla Francia e imprigionato a Panama, dove era stato condannato per alcuni reati commessi durante la dittatura.
(Manuel Noriega in una foto dell’11 dicembre 2011: l’ex dittatore di Panama viene spinto su una sedia a rotelle da un ufficiale di polizia all’interno della prigione di El Renacer, Panama – AP Photo/Esteban Felix, File)
Nel 2014 Noriega fece causa all’azienda produttrice di videogiochi Activision per avere danneggiato la sua reputazione includendo nel famoso gioco di guerra Call of Duty: Black Ops II un personaggio ispirato a lui, raffigurato come un «rapitore, omicida e nemico dello stato».