Un’ottima occasione per guardare belle foto di un ponte
Non uno qualsiasi ma il Golden Gate Bridge di San Francisco, che nonostante compia oggi 80 anni resta famosissimo e particolarmente fotogenico
Il Golden Gate è lo stretto che collega la Baia di San Francisco, in California, all’Oceano Pacifico. Il 27 maggio del 1937 – ottant’anni fa oggi – fu inaugurato il ponte che ci passa sopra, il Golden Gate Bridge. Ancora oggi, a ottant’anni di distanza, è una delle strutture più note e fotografate degli Stati Uniti, e continua anche a essere molto usato, perché le sue tre corsie per ogni senso di marcia sono tutt’ora molto trafficate. Il ponte fa infatti parte della Route 101, una delle più lunghe autostrade degli Stati Uniti.
Ottant’anni fa il Golden Gate Bridge era anche il più grande ponte sospeso del mondo: lo è stato fino al 1964, ma ora non è nemmeno nei primi dieci. Se si conta anche la parte sulla terra, il ponte è lungo 2,7 chilometri; la distanza tra le due “torri” è invece di un chilometro e 282 metri. Tra il ponte e l’acqua ci sono una sessantina di metri, ma la distanza cambia a seconda della marea. Il Golden Gate Bridge è anche noto per essere un punto da cui molta gente si suicida: il primo suicidio avvenne tre mesi dopo l’apertura e da allora si sono buttate dal ponte più di mille persone.
Prima della costruzione del Golden Gate Bridge per andare da una parte all’altra si usavano barche e traghetti. Le prime richieste per la costruzione di un ponte che riducesse i tempi e semplificasse la vita per gli abitanti della zona di San Francisco arrivarono nei primi anni del Novecento. Il primo a parlarne in modo concreto fu l’ingegnere James Wilkins, in un articolo di giornale pubblicato nel 1916 sul San Francisco Bulletin. Molti si opposero alla proposta: qualcuno perché riteneva l’opera troppo costosa, qualcun altro perché la riteneva impossibile per via della larghezza dello stretto, del forte vento, delle grandi maree e della profondità dell’acqua sottostante.
Il progetto venne poi intrapreso dell’ingegnere (e poeta) americano Joseph Baermann Strauss, che però venne aiutato notevolmente dall’ingegnere Charles Alton Ellis, da Leon Moisseiff, quello del Manhattan Bridge a New York, e dall’architetto Irving Morrow. La costruzione del ponte iniziò nel giugno 1933 e finì nell’aprile 1937, un paio di mesi prima dell’inaugurazione. Ebbe un costo di oltre 35 milioni di dollari: un milione meno del previsto e fu completato nei tempi stabiliti. Un altro numero interessante è 23mila: è l’insieme di scale, scalette e passaggi interni del ponte: al punto che agli operai che ci lavorano venne dato un manuale di decine di pagine perché si potessero orientare.
Sembra che il nome dello stretto – Golden Gate – derivi dal fatto che nell’Ottocento John C. Fremont, un generale e politico statunitense, ne parlò come di una via d’accesso dorata per il commercio con l’Oriente. Il colore del ponte è invece l’“arancione internazionale”, lo stesso della Tokyo Tower, per esempio. Venne scelto questo colore perché le prime parti di ferro del ponte che furono disponibili erano di una tonalità molto simile, e soprattutto perché l’arancione internazionale sembrava il colore migliore per abbinare esteticamente la struttura allo scenario circostante. Farlo d’oro sarebbe stato evidentemente troppo costoso, oltre che pure un po’ tamarro.
Il ponte è stato mostrato in tantissimi film, canzoni e serie tv. In molti casi anche distrutto. Sembra però che la volta in cui andò più vicino a rompersi non fu per colpa degli alieni o di strani cataclismi da film catastrofici, ma per via delle troppe persone che ci andarono sopra. Durante le celebrazioni per il suo 50esimo anniversario il ponte fu chiuso al traffico e ci salirono oltre 300mila persone. Il corpo del ponte non è piatto, ma leggermente curvo, e con tutto quel peso la struttura si appiattì leggermente. Da quel momento non sono state più organizzate celebrazioni del genere.