Gli arresti per l’attentato a Manchester
Sono otto, tra cui il padre e il fratello minore dell'attentatore, arrestati in Libia: intanto la polizia britannica sta indagando su una possibile rete terroristica legata all'ISIS
Ieri il governo britannico ha portato il livello di allerta per il terrorismo nel Regno Unito a “critico”, il più alto possibile, in seguito all’attentato di Manchester di lunedì nel quale sono state uccise 22 persone: il livello “critico” significa che le autorità considerano imminente un nuovo attacco terroristico. Oggi a Manchester sono proseguite le indagini per cercare si scoprire i membri della rete terroristica di cui faceva parte Salman Abedi, l’uomo identificato dalla polizia come l’attentatore: finora le persone arrestate sono otto. Due degli arrestati sono stati fermati a Tripoli, in Libia, il paese da cui provengono i genitori di Abedi: sono il padre di Abedi, Ramadan, e il fratello minore, Hashem. Non è ancora chiaro chi abbia compiuto i due arresti: sembra che siano stati gli uomini di RADA, una forza speciale antiterrorismo che fa capo al ministro dell’Interno libico, ma le notizie sono ancora confuse.
Ieri la polizia aveva arrestato un uomo di 23 anni a Manchester, sospettato di avere legami con Abedi. Secondo alcune indiscrezioni dei giornali, l’uomo potrebbe essere il fratello maggiore di Abedi, Ismail, ma la notizia non è ancora stata confermata.
Giovedì sera il New York Times ha pubblicato delle foto della bomba che è stata usata durante l’attentato di Manchester, compiuto alla fine del concerto di Ariana Grande. Le foto mostrano componenti della bomba, alcune viti, un piccolo dispositivo identificato come possibile detonatore, i resti di uno zaino e di una maglia nera. Il New York Times ha anche detto che da un’analisi preliminare si tratta di un dispositivo potente, rudimentale ma sofisticato: probabilmente è stato trasportato in un contenitore di metallo nascosto o in una maglia nera o in uno zaino blu di marca Karrimor. Quello che sembra essere il detonatore «è stato attivato dall’attentatore probabilmente con la mano sinistra».