Chi era l’attentatore di Manchester
Si chiamava Salman Abedi, aveva 22 anni ed era cittadino britannico figlio di immigrati libici: era già conosciuto dalle autorità
L’attentatore di Manchester, ha detto la polizia, si chiamava Salman Abedi, aveva 22 anni ed era cittadino britannico. Abedi, che è rimasto ucciso nell’attacco, era nato a Manchester nel 1994 da genitori emigrati dalla Libia per scappare dal regime dell’ex presidente Muammar Gheddafi. Abitava a un paio di chilometri di distanza dal palazzetto dove è stato compiuto l’attentato, attorno alle 22.30 di lunedì sera. Secondo una fonte della polizia che ha parlato con il New York Times, il suo documento d’identità sarebbe stato trovato sul luogo dell’esplosione, ma la notizia non è stata confermata. Abedi era già conosciuto alle forze di sicurezza britanniche, ma su di lui in questo momento non era in corso alcuna indagine. Abedi non era visto come un pericolo imminente alla sicurezza nazionale, e veniva considerato per lo più come una figura periferica del più ampio panorama di persone radicalizzate o vicine all’estremismo islamista presenti nel Regno Unito (una descrizione simile era stata fatta per Khalid Masood, l’attentatore di Westminster, prima che compisse l’attacco a Londra lo scorso marzo).
Una fotografia di Salman Abedi nella moschea di Didsbury, a sud di Manchester. Non è chiaro in che periodo sia stata scattata (fonte: Guardian)
Abedi viveva nel quartiere di Fallowfield, ma secondo il Telegraph era cresciuto nell’area di Whaley Range, poco più a ovest, che un paio di anni fa era diventata nota perché da lì partirono due ragazze, entrambe studentesse di medicina, che volevano unirsi allo Stato Islamico in Siria. Non è chiaro con chi vivesse Abedi: sembra infatti che di recente un pezzo della famiglia fosse tornata in Libia, ma non c’è accordo tra i giornali britannici su questo punto (secondo il Guardian, la madre sarebbe rimasta a Manchester, mentre il Financial Times sostiene che Abedi sia rimasto solo con Ismail, suo fratello più grande). Si sa invece che Abedi era stato uno studente dell’Università di Salford, ma aveva lasciato gli studi a settembre dopo essere entrato nel secondo anno della laurea “Business & Management”.
Leggi anche: Le foto false della sorella dell’attentatore di Manchester
I vicini di casa hanno raccontato che la famiglia di Abedi era piuttosto riservata. Una vicina, Lina Ahmed, ha detto: «Non parlavano praticamente con nessuno. Erano persone carine, se ti capitava di incontrarle». Sembra che sia Abedi che suo fratello, Ismail, frequentavano la moschea locale di Didsbury, dove il padre era un personaggio molto conosciuto e sembra molto contrario all’ideologia jihadista. Sembra che l’intera famiglia di Abedi seguisse un’interpretazione piuttosto conservatrice dell’Islam. Non è chiaro quando Salman Abedi si sia radicalizzato, però qualche sintomo del cambiamento sembra fosse già emerso. Mohammed Saeed, l’imam della moschea di Didsbury, ha raccontato al Guardian un episodio risalente al 2015: dopo un sermone particolarmente critico nei confronti dello Stato Islamico in Libia, Salman Abedi guardò “con odio” Saeed e Saeed percepì il pericolo di essere attaccato da Abedi.
Gli abitanti del quartiere sono rimasti sconvolti dalle operazioni di polizia compiute nella zona dopo l’attentato. La polizia, tra le altre cose, ha arrestato un uomo di 23 anni, ma non è chiaro quali siano le accuse contro di lui e come potrebbe essere coinvolto nell’attentato. Gli investigatori hanno detto che la priorità ora è capire se Abedi abbia agito da solo o se facesse parte di una rete terroristica più ampia, come sembrerebbe suggerire l’uso dell’esplosivo. L’attacco terroristico di ieri sera è stato rivendicato dallo Stato Islamico (o ISIS); il fatto che il comunicato di rivendicazione sia stato diffuso dai canali ufficiali del gruppo e non dall’agenzia semi-ufficiale Amaq suggerisce che l’attacco sia stato organizzato dallo Stato Islamico, e non soltanto ispirato.