Pedro Sánchez ha vinto le primarie del Partito socialista spagnolo (PSOE) con circa il 50 per cento dei voti
Pedro Sánchez ha vinto le primarie del Partito socialista spagnolo (PSOE) con circa il 50 per cento dei voti. Nell’ottobre del 2016 Sánchez era stato spinto alle dimissioni dopo che 17 dei 35 membri dell’organo di governo del partito, il Comitato federale, si erano dimessi: Sánchez era considerato da alcuni il responsabile delle sconfitte elettorali subite dal partito in poco più di un anno: quelle delle elezioni locali del maggio 2015, quelle in Galizia e nei Paesi Baschi dello scorso settembre e quelle delle ultime due elezioni politiche. Una parte del PSOE, guidata da Susana Díaz, governatrice dell’Andalusia, si opponeva poi alla linea imposta da Sánchez, contrario a sostenere un governo di minoranza guidato dal primo ministro Mariano Rajoy del Partito Popolare (PP), storico avversario del PSOE. Dopo mesi di stallo politico e a qualche settimana dalle sue dimissioni da segretario, Sánchez si era dimesso anche da parlamentare, per non doversi astenere nel voto sull’incarico a Mariano Rajoy di formare un governo e Díaz si era candidata alle primarie contro di lui.
Con circa il 90 per cento delle schede scrutinate, risulta che Sánchez abbia vinto con circa 67 mila voti, pari a poco meno del 50 per cento, e che Díaz – appoggiata dai cosiddetti “baroni” del PSOE – si sia fermata a 54 mila voti (40 per cento circa). Il terzo candidato, il basco Patxi López, ha ottenuto il 10 per cento circa. Díaz ha ammesso la sconfitta e ha detto che si metterà a disposizione del partito.