Com’è in realtà la Modena che si vede in “Master of None”
Guida alle strade, le piazze e i locali che si vedono nella seconda stagione di "Master of None" (e non solo l'Osteria Francescana di Bottura)
Da circa due settimane Netflix ha diffuso la seconda stagione di Master of None, la serie tv scritta, diretta e interpretata dal comico statunitense Aziz Ansari. Per chi non la conoscesse è una serie ricca di scenette comiche che racconta la vita di un gruppo di trentenni di New York – in particolare il protagonista Dev – in situazioni quotidiane, che spesso riguardano le relazioni sentimentali e sessuali, la ricerca di lavoro e i conflitti culturali e generazionali (un breve riassunto lo trovate qui). Una delle cose notevoli della seconda stagione è che le prime due puntate sono ambientate in Italia, in particolare a Modena, la città scelta dal protagonista (e da Ansari stesso) per imparare a fare la pasta fresca. Ovviamente ci sono un po’ di stereotipi sull’Italia – un’esagerata ripetizione di «mamma mia!», ad esempio– e alcuni stridono particolarmente con l’ambientazione, ma la città è mostrata in modo fedele per quanto riguarda i bar, i ristoranti e i locali.
Per chi non la conoscesse, Modena è una città emiliana lontana dal mare e completamente piatta. Ha 185mila abitanti: abbastanza grande, per essere una città di provincia italiana. In Master of None si vedono solo edifici e strade del centro della città, che però ha anche una parte moderna e una periferia industriale. Le cose per cui è nota storicamente sono il tenore Luciano Pavarotti, la Ferrari e l’aceto balsamico. Ultimamente però Modena è comparsa spesso sulle pagine dei giornali internazionali grazie a Massimo Bottura, lo chef dell’Osteria Francescana, che ha tre stelle Michelin e nel 2016 è stata al primo posto nella classifica dei 50 migliori ristoranti al mondo selezionati dalla World’s 50 Best Restaurants Academy.
L’Osteria Francescana è tra i luoghi di Modena che si vedono in Master of None. Qui c’è una mappa in cui li potete vedere tutti: sotto ve li spieghiamo uno per uno, in ordine di apparizione. Se avete degli amici americani o comunque stranieri abbiamo fatto questa guida anche in inglese.
La prima di cosa di Modena che si vede nella prima puntata della seconda stagione di Master of None, The Thief, è la piazzetta San Giacomo, intorno alla quale si trovano tre diversi ristoranti. Al centro della piazza c’è la fontana della ninfa: la statua della ninfa è una delle tante opere dello scultore e pittore modenese Giuseppe Graziosi (1879-1942) che si trovano in giro per la città, molte delle quali sono state riprese in Master of None. Una cosa poco verosimile di questa scena sono le due suore che camminano nella piazza: non è impossibile incontrare delle suore nel centro di Modena, ma è abbastanza raro. Che in Italia ci siano suore e preti dappertutto è uno di quegli stereotipi di cui si parlava prima, ma curiosamente l’unica altra serie tv che in parte è stata girata a Modena si intitola Che Dio ci aiuti e ha per protagonista proprio una suora; è prodotta da Rai 1.
Piazzetta San Giacomo, Modena
È vero invece che Modena sia piena di bici, come mostra la serie e come in tutta l’Emilia. Diversamente da quanto succede in Master of None però le biciclette devono essere legate quando vengono parcheggiate, perché anche se i centri delle città emiliane sono molto sicuri, una bicicletta lasciata senza catena non verrà MAI ritrovata dal suo proprietario. Ah, nella scena qui sotto Dev passa molto vicino alla casa nel centro di Modena dove abitava Luciano Pavarotti.
Nella prima scena in cui Dev va in bici si vede l’unica strada curva del centro della città. Ha questa forma perché in epoca romana, quando la città si chiamava Mutina, lì c’era l’anfiteatro. Prima che si veda questa strada, che si chiama via Canalino, Dev saluta un uomo di nome Giorgio: è l’ex sindaco di Modena ed esponente del Partito Democratico Giorgio Pighi. Nel secondo episodio si scopre che Pighi interpreta il padrone di casa di Dev. Via Canalino si chiama così perché fino al Settecento a Modena c’erano diversi canali, come anche in altre città italiane, per esempio Milano. I nomi di alcune vie – anche via Canalchiaro, un’altra strada che si vede in Master of None – conservano la memoria di questa parte del passato della città.
Via Canalino, Modena
Il primo locale in cui Dev entra è il Bar Cappuccino Da Angiolina, che si trova vicino al mercato della città. È un bar molto frequentato dai modenesi e il barista che serve Dev nella serie è il vero proprietario del bar. Un altro stereotipo: gli italiani non indossano la coppola, fatta eccezione forse per alcuni uomini anziani nei piccoli paesi di montagna o nel Sud Italia. Probabilmente lo stesso Ansari ne è consapevole, dato che Dev è l’unico personaggio delle prime due puntate di Master of None, comparse comprese, a indossare una coppola.
Il posto in cui Dev impara a fare i tortellini esiste davvero e si chiama Boutique del Tortellino. Ha aperto da poco e si possono acquistare tortellini già pronti da asporto.
Boutique del Tortellino, via Scarpa, Modena
Nella scena che si svolge alla Boutique del Tortellino si vede per la prima volta Mario, il bambino coprotagonista del primo episodio. Il suo personaggio è un insieme di stereotipi e serve ad Ansari per riprodurre le scene di Ladri di biciclette (1948), il celebre film neorealista diretto da Vittorio De Sica, di cui The Thief è una specie di omaggio (per questo è girata in bianco e nero). Al protagonista del film, un uomo con un figlio che assomiglia molto a Mario, viene rubata una bicicletta; per il resto la successione degli eventi nella trama del film è ripercorsa da quelli della prima puntata di Master of None, in cui a Dev viene rubato il telefono. Se avete voglia di visitare Modena sappiate che è molto difficile subire un furto del genere nel centro della città. Un discorso a parte è quello per le bici, di cui parlavamo prima.
Il secondo bar che compare in Master of None, quello in cui Dev incontra Francesca, Pino e Ale, si chiama Menomoka; ha aperto solo da qualche anno.
Menomoka, via Canalchiaro, Modena
Il pranzo di Dev e Sara invece si svolge all’Hosteria Giusti, un ristorante a cui si accede attraverso una gastronomia, passando per la cucina. Ha anche un altro ingresso, in un vicolo senza uscita a cui si accede dalla via Emilia. Questo vicolo è particolarmente noto a Modena per il suo nome: vicolo Squallore. Un tempo questa strada faceva parte del ghetto ebraico. Oltre all’osteria e alla gastronomia, Giusti è anche un bar molto amato dai modenesi per fare l’aperitivo: è quello dove è seduto l’uomo a cui Dev prende in prestito il cellulare a un certo punto del primo episodio.
Dopo aver pranzato insieme, Dev e Sara passano di fronte all’Accademia Militare di Modena. Dev non sa nulla della storia di Modena e ammette di non avere idea di cosa ci sia nel palazzo, che un tempo era la residenza dei Duchi di Modena. Fino al 1859 Modena faceva parte di uno stato indipendente, il Ducato di Modena e Reggio: entrò a far parte del Regno di Sardegna, che poi divenne il Regno d’Italia, con un plebiscito. Il palazzo si può visitare solo in alcuni giorni, sempre durante i weekend, ma bisogna prenotare in anticipo la visita.
L’Accademia Militare di Modena, anche nota come Palazzo Ducale, in piazza Roma
Il bar dove Dev e Sara si siedono dopo la loro passeggiata invece si chiama Archer e come Menomoka ha aperto da pochi anni; è improbabile che vi rubino qualcosa mentre prendete qualcosa da bere a uno dei suoi tavolini, ed è molto improbabile che se vi mettete a gridare «al ladro!» nessuno vi aiuti.
Archer, in via Cesare Battisti, Modena
La scena dell’inseguimento del ladro prosegue in piazza Grande, la piazza principale della città, su cui si affacciano il Municipio e la cattedrale, il Duomo di Modena. La piazza, la cattedrale e la sua torre, chiamata Ghirlandina, sono stati patrimonio dell’umanità dell’UNESCO nel 1997. Il Duomo fu costruito tra il 1099 e il 1319, è in stile romanico e fu realizzato usando il marmo che gli abitanti medievali della città presero da un cimitero di epoca romana. Uno spettacolo teatrale del premio Nobel per la letteratura Dario Fo, Il tempio degli uomini liberi, è dedicato al Duomo e alla sua architettura.
Piazza Grande, Modena
Dopo aver perso le tracce del ladro, Dev e Mario si rivolgono a un poliziotto in piazza San Francesco, vicino a una fontana decorata con un’altra statua di Graziosi, che rappresenta appunto San Francesco.
Piazza San Francesco, Modena
Un altro stereotipo sugli italiani (in gran parte giustificato) si vede nella scena in cui Dev e Mario parlano con il ladro, che si svolge in via Stella, la via in cui si trova anche l’Osteria Francescana. La madre del ladro si affaccia alla finestra e fa un tipico gesto italiano, quello in cui si uniscono tutte insieme le dita di una mano: ultimamente è diventato anche un meme su internet.
Nella scena successiva un poliziotto sale nell’appartamento della donna insieme a Dev, Mario e al ladro, cioè il figlio della donna: in questa scena si vede un altro stereotipo, che riguarda l’atteggiamento degli italiani con la legge, quando il poliziotto dice a Dev che nessuno lo sosterrà nel denunciare il ladro per furto perché tutti gli abitanti del quartiere mentiranno per dare un alibi al ragazzo. E di certo nessun poliziotto si comporterebbe nel modo mostrato nella scena, fermandosi a pranzo con la famiglia. È tutto un po’ caricaturale.
In via Stella, Modena
L’ultimo locale che si vede nel primo episodio, quello in cui si festeggia il compleanno di Dev, è l’Enoteca Compagnia del Taglio, dove si può anche mangiare.
Enoteca Compagnia del Taglio, Modena
Anche se il secondo episodio della seconda stagione di Master of None è ambientato solo in parte a Modena – il resto si svolge in Toscana – mostra almeno un aspetto della città meglio di quanto faccia il primo: i colori. La maggior parte dei palazzi del centro di Modena infatti sono gialli, rossi e arancioni. Nella scena dell’abbraccio tra Dev e Arnold si nota subito. Si vede anche un portico, un’altra caratteristica di alcune città italiane, prima fra tutte Bologna.
Dev mostra ad Arnold il mercato coperto del centro di Modena, il mercato Albinelli, che se guardate molto Netflix forse avete già visto nel primo episodio del documentario Chef Table, l’episodio dedicato a Massimo Bottura. È molto vicino a piazza Grande. Nel mercato si trova un’altra statua di Graziosi (la vedete alle spalle di Dev e Arnold qui sotto): rappresenta una bambina che porta un cesto. Se doveste fare un giro in questo mercato ricordate che è vero che si possono fare degli assaggi della frutta e dei formaggi esposti, ma che è un privilegio riservato ai clienti di lunga data e alle persone conosciute dai negozianti, come Dev. Un’altra cosa da ricordare se volete fare la spesa in questo mercato è che è aperto solo al mattino.
Il mercato Albinelli, Modena
Poco distante dal mercato c’è un’ulteriore statua di Graziosi, che viene mostrata in Master of None: rappresenta un bambino e un’oca.
In piazza XX settembre, Modena
Nella seconda puntata Dev e Arnold cenano in quello che oggi è il più famoso posto di Modena: l’Osteria Francescana. Come ha spiegato Aziz Ansari in un’intervista a Vogue, la stanza in cui Dev e Arnold cenano non fa parte delle sale del ristorante ma è la cantina, dove normalmente non è consentito l’accesso ai clienti. Se volete scoprire qualcosa di più su Massimo Bottura e sui suoi piatti, lo chef ha scritto un libro che ne parla (un coffee table book), che esiste sia in versione inglese (Never trust a skinny italian chef), che italiana (Vieni in Italia con me).
Una delle ultime immagini di Modena in Master of None è la torre Ghirlandina. Salendo in cima è possibile vedere tutto il centro di Modena dall’alto: la vista vale la pena, ma ricordate che si può salire sulla torre solo in certi giorni e in certi orari (qui li trovate indicati).
La Ghirlandina vista da piazza XX settembre