Le 10 divise più belle di sempre della NBA, scelte da ESPN
Quella con il logo "The City" di San Francisco e quella classica ma vincente dei Boston Celtics, tra le altre
Le divise delle squadre NBA sono una delle tante cose che appassionano i tifosi del basket americano. A differenza di altri sport altrettanto popolari e praticati negli Stati Uniti, però, le maglie NBA non hanno grandi possibilità di sperimentazione, a causa di una serie di regole e limiti imposti dalla lega (per esempio il numero deve stare sempre anche sul davanti); ma rispetto alle classiche e tradizionali divise delle nostre squadre di calcio c’è molta più originalità. Negli ultimi decenni ci sono state diverse maglie che per una ragione o per l’altra sono diventate molto conosciute e vendute anche qui in Italia: per esempio quella con i cavalli e le marmitte dei Detroit Pistons e quella con i dinosauri dei Toronto Raptors.
I giornalisti che si occupano di basket di ESPN, il grande network americano specializzato nello sport, hanno provato a fare una selezione delle migliori maglie di sempre della NBA. ESPN dice che sono state seguite alcune regole: non sono state considerate le maglie di squadre della ABA che non ci sono più (la ABA era la American Basketball Association, che sparì nel 1976 quando si unì alla NBA) e nemmeno le “terze maglie”. È una selezione senza rigidità scientifica, e che si può mettere in discussione, ma è anche una buona occasione per rivedere alcuni dei grandi giocatori del passato con addosso delle maglie storiche, con cui è stata fatta un pezzo di storia della NBA.
Grant Hill dei Detroit Pistons (ANDREW CUTRARO/AFP/Getty Images) e Vince Carter dei Toronto Raptors (Doug Pensinger / Staff / Getty Images)
San Francisco Warriors, fine anni Sessanta
La maglia dei San Francisco Warriors è considerata da molti la più bella della storia della NBA, grazie al logo “The City” (espressione con cui viene ancora chiamata la città di San Francisco). Il logo era fatto da due elementi iconici della città: nella parte davanti della maglia c’era il Golden Gate Bridge, il famoso ponte di San Francisco, dietro un “cable car”, uno dei treni della rete tranviaria cittadina. I San Francisco Warriors diventarono Golden State Warriors nel 1966, quando la franchigia si trasferì da San Francisco (“The City”) a Oakland (“The Town”), dall’altra parte della baia. Quindi, nonostante da tempo i Golden State giochino a Oakland, non si è voluto abbandonare il logo di “The City”, lo stesso stampato oggi sulle maglie di Stephen Curry e Kevin Durant, tra gli altri.
Rick Barry dei San Francisco Warriors in una partita giocata contro i Los Angeles Lakers il 10 dicembre 1966 (AP Photo)
New York Nets, metà anni Settanta
«Oggi praticamente ogni squadra americana in qualsiasi sport indossa le stelle e strisce, per ragioni di promozione patriottica. Ma l’uniforme a stelle e strisce è mai sembrata così bella addosso a qualcuno come lo era addosso a Dr. J dell’era dei Nets? No». Questo si sono chiesti e risposti i giornalisti di ESPN. I New York Nets, che oggi sono i Brooklyn Nets, allora giocavano a Long Island. Nel campionato ABA riuscirono a vincere due titoli grazie soprattutto alle giocate di Julius Erving, più conosciuto con il soprannome Doctor J, che però la squadra dovette vendere nel 1976 per riuscire a permettersi l’ingresso nella NBA.
Julius Erving dei New York Nets schiaccia sulla testa di Dan Issel dei Denver Nuggets in una partita giocata il 9 febbraio 1976 (AP Photo/Ray Stubblebine)
Atlanta Hawks, anni Ottanta
Nel corso degli ultimi decenni gli Hawks hanno usato divise molto particolari, tra cui una con un grande falco che afferra un pallone da basket. Negli anni Ottanta gli Hawks usarono una divisa che per l’epoca era molto innovativa: aveva una striscia diagonale con all’interno la scritta “Hawks”, e anche il numero era messo di traverso. Oggi gli Hawks hanno una maglia con un pattern a triangolini, molto diversa dalle altre divise della NBA.
Glenn Rivers degli Atlanta Hawks durante una partita contro i Milwaukee Bucks nel 1990 (Allsport/Allsport)
Boston Celtics, sempre
La divisa dei Boston Celtics è rimasta praticamente sempre uguale: verde e bianca, classica, senza alcuna innovazione. È una divisa che ha il suo punto di forza proprio in questo e nell’incredibile storia di fascino e successi della squadra. Nel corso degli anni l’hanno indossata Larry Bird e Bill Russell, tra gli altri, cioè due dei giocatori più forti della storia della NBA. Oggi i Celtics non vincono più come negli anni Cinquanta, Sessanta e Ottanta, ma qualche buona notizia per i tifosi di Boston ultimamente è arrivata e ora i Celtics si stanno giocando la finale di Conference contro i Cleveland Cavaliers.
Larry Bird durante una partita di playoff contro i New York Knicks il 30 aprile 1984 (AP Photo/Mike Kullen)
Washington Bullets, anni Settanta
I Washington Bullets, oggi Washington Wizards, avevano una divisa con le strisce orizzontali e i colori della bandiera americana. In più dalle due “elle” di “Bullets” iniziava il disegno di due mani protese verso una palla da basket. «Era una bellezza», dicono quelli di ESPN. I Bullets diventarono Wizards nel 1997 (“bullet” significa “proiettile” in italiano e il nome sembrava troppo violento per essere associato a una squadra di basket). Oggi la maglia dei Wizards ricorda un po’ quella dei Bullets, per esempio per le strisce orizzontali, ma secondo molti è parecchio meno bella.
Bob Dandridge dei Washington Bullets durante una partita contro i San Antonio Spurs il 17 maggio 1979 (AP Photo)
Indiana Pacers, primi anni Settanta
La maglia degli Indiana Pacers all’inizio degli anni Settanta era veramente particolare. Aveva tre strisce laterali, di cui una invece che salire dritta a un certo punto curvava verso l’interno, sopra il nome “Pacers”, creando un effetto dinamico. Oltre a essere bella da vedere, era anche in tema con il nome della franchigia, visto che Pacers si riferisce alla “pace car”: la macchina che determina l’andatura delle auto prima della partenza della famosa 500 Miglia di Indianapolis.
Can never get enough of the Pacers' old racing stripe uniforms. pic.twitter.com/92OhMhOvDG
— Paul Lukas (@UniWatch) May 16, 2017
Denver Nuggets, anni Ottanta
La divisa dei Nuggets degli anni Ottanta aveva delle righe orizzontali con i colori dell’arcobaleno sopra le quali era disegnato lo skyline di Denver, con le montagne del Colorado. Il numero di maglia dei giocatori, che la lega impone di mettere anche davanti, era spostato in alto a destra, per fare spazio al disegno principale. Questa maglia è una delle più conosciute della storia della NBA e anche una delle più belle da vedere.
Dan Issel dei Denver Nuggets durante una partita contro i Cleveland Cavaliers giocata il 10 dicembre 1982 (AP Photo/Mark Duncan)
Seattle SuperSonics, fine anni Settanta
Dalla fine degli anni Settanta i Seattle SuperSonics, oggi Oklahoma City Thunder, cominciarono a usare una divisa con una striscia verde stampata su entrambi i lati della loro maglia, con un contorno giallo: davanti la striscia era riempita dal nome della squadra, “Sonics”, dall’altra dal nome del giocatore. Quando nel 2008 la franchigia si trasferì da Seattle a Oklahoma, oltre a cambiare nome e marchio cambiarono anche i colori sociali. Oggi i colori dei Thunder sono bianco, arancione e blu.
Jack Sikma dei Seattle Supersonics durante una partita contro i Boston Celtics, il 20 gennaio 1980 (AP Photo/Dave Tenenbaum)
Phoenix Suns, oggi
È una delle scelte più sorprendenti fatte dai giornalisti di ESPN, giustificata così: «Il modo in cui le linee diagonali suggeriscono la presenza del basket (o, se preferite, del sole) senza veramente mostrarlo è un grande strumento di design che consente all’occhio della mente di riempire lo spazio mancante». Il tema della divisa è ripreso da quello usato negli anni Novanta dai Suns di Charles Barkley, quando andavano molto più di moda i disegni grandi e “cartonizzati”.
Leandro Barbosa dei Phoenix Suns durante una partita contro gli Oklahoma City Thunder giocata il 3 marzo 2017 (Christian Petersen/Getty Images)
Portland Trail Blazers, anni Ottanta
Le strisce diagonali sono state il segno distintivo della divisa dei Portland Trail Blazers per oltre quattro decenni. Le versioni sono state diverse, ma secondo i giornalisti di ESPN la migliore è quella usata negli anni Ottanta, con la scritta rossa e i contorni bianchi.
Danny Young dei Portland Trail Blazers nella stagione 1988-1989 (Stephen Dunn/Getty Images)