La Svezia ha rinunciato a perseguire Assange
Lo ha annunciato la procura dopo sette anni di stallo, spiegando che non può continuare le indagini se lui rimane latitante a Londra
La procura svedese ha rinunciato a perseguire Julian Assange, il fondatore di Wikileaks, per un presunto caso di stupro. il procuratore svedese Marianne Ny ha scritto in un comunicato che Assange è sfuggito a tutti i tentativi delle autorità svedesi e britanniche di condurlo in Svezia, come previsto dalle leggi dell’Unione Europea sui mandati di arresto: «Per la legislazione svedese, un’indagine penale deve essere condotta il più rapidamente possibile. Nel momento in cui il procuratore ha esaurito tutte le possibilità di proseguire con l’indagine, ha l’obbligo di non procedere oltre». Assange vive nell’ambasciata dell’Ecuador a Londra dal 2012, dove ha ottenuto asilo, temendo l’estradizione in Svezia e sostenendo che una volta arrivato in territorio svedese avrebbe potuto essere estradato nuovamente verso gli Stati Uniti per avere diffuso segreti diplomatici e militari del governo statunitense.
In una conferenza stampa organizzata a Stoccolma, Ny ha detto che le accuse sono state fatte cadere perché «non ci sono elementi per credere che una decisione di portarlo in Svezia possa essere eseguita nell’immediato futuro». Ny non ha comunque escluso che le indagini possano essere riaperte nel caso in cui Assange torni in Svezia prima della prescrizione, che scatterà nel 2020. Nel 2015 la procura aveva già fatto cadere le accuse per un altro presunto caso di molestie sessuali, proprio perché erano decorsi i tempi per la prescrizione. Anche il il mandato di arresto europeo che la Svezia aveva diffuso contro Assange è stato ritirato, ha detto Ny.
Assange ha pubblicato un tweet che dice: «Trattenuto per 7 anni senza accuse formali mentre i miei figli crescevano e il mio nome veniva calunniato. Non perdono e non dimentico».
Detained for 7 years without charge by while my children grew up and my name was slandered. I do not forgive or forget.
— Defend Assange Campaign (@DefendAssange) May 19, 2017
Nel pomeriggio Assange si è affacciato al balcone dell’ambasciata per parlare con i giornalisti. Ha detto che per lui la decisione della procura svedese è «una vittoria importante» e ha criticato il fatto di rischiare ancora l’arresto nel caso dovesse lasciare l’edificio. Ha anche aggiunto che il conflitto legale con gli Stati Uniti e il Regno Unito non è ancora finito e che non lascerà l’ambasciata dell’Ecuador per un certo periodo di tempo, almeno finché non avrà parlato con le autorità americane e britanniche. La polizia di Londra ha confermato che Assange verrebbe arrestato se dovesse lasciare l’ambasciata, perché gli agenti sarebbero obbligati a eseguire un mandato di arresto contro di lui emesso nel 2012.