Che tipo di film è “Scappa – Get Out”
Un misto tra commedia, horror, thriller e critica al razzismo: è in Italia da giovedì e negli Stati Uniti è andato benissimo
Scappa – Get Out è un po’ un thriller, un po’ un horror, un po’ una commedia e una satira sul razzismo. È nei cinema italiani da giovedì e ci è arrivato tre mesi dopo essere uscito negli Stati Uniti: ha ricevuto ottime recensioni e nel mondo ha incassato più di 200 milioni di dollari. Sarebbe un ottimo risultato per molti film, e lo è ancora di più per questo, che è costato circa cinque milioni di dollari. Il produttore del film è Jason Blum, uno particolarmente bravo a incassare molti milioni dopo averne spesi pochi: l’aveva già fatto con Paranormal activity, Insidious e Whiplash.
Scappa – Get Out è diretto da Jordan Peele – quello della serie tv comica Key & Peele – e i protagonisti sono Chris e Rose, interpretati da Daniel Kaluuya e Allison Williams (Marnie di Girls). Lui è nero e lei è bianca, e stanno insieme. Vanno a trovare i genitori di lei – interpretati da Bradley Whitford (di West Wing, Studio 60 e Transparent) e Catherine Keener (di Essere John Malkovich e Truman Capote) – e sulla strada Chris chiede a Rose se loro sanno che lui è nero. Lei risponde di no, ma che non è un problema perché sono persone per bene, aperte, liberali. Una volta a casa sua, iniziano a esserci un po’ di frasi e situazioni quantomeno ambigue. Chris è per esempio colpito dagli strani atteggiamenti di Walter e Georgina, il giardiniere e la cameriera, entrambi neri, che lavorano per i genitori di Rose. Ovviamente poi succedono molte altre cose, ma per ora non ve le diciamo. Ne riparliamo tra un paio di paragrafi, dopo una necessaria segnalazione.
Prima di diventare un apprezzato regista di film horror, Peele era un comico e imitatore. Alcuni attori del film hanno detto che ha diretto certe scene facendo l’imitazione di Barack Obama, Tracy Morgan e Forest Whitaker. Peele ha invece spiegato di aver scritto la sceneggiatura del film diversi anni fa, durante il primo mandato di Obama. Ha anche detto che per lui non c’è gran differenza tra commedia e horror, perché «in entrambi i casi si tratta di saper usare i giusti tempi, saper scegliere quando svelare cosa». Peele ha poi detto che a fargli venire l’idea del film fu Eddie Murphy che, durante un suo spettacolo, raccontò di una volta in cui andò a trovare i genitori di una sua ragazza bianca. Murphy fu anche preso in considerazione per interpretare il protagonista ma poi scartato perché ritenuto troppo vecchio per il ruolo. Spiegando invece la scelta di Williams come protagonista, Peele ha detto che gli «ricordava una di quelle ragazze di cui ti innamori durante il campo estivo».
Tra i film citati da Peele come fonte d’ispirazione per il suo ci sono invece La fabbrica delle mogli, Indovina chi viene a cena? e La notte dei morti viventi. In Get Out c’è qualcosa di ognuno di questi film, ma anche molte cose nuove. Soprattutto il modo in cui affronta il problema del razzismo. Roberto Nepoti di Repubblica ha scritto che «è un geniale ibrido che contraddice le aspettative con sorprese continue, ma senza mai nuocere alla coerenza narrativa. Se tratta apertamente di razzismo, anzi di una forma inedita di neoschiavismo, lo fa in maniera tutt’altro che semplificatoria». Vox ha scritto che non ne parla «in modo sfacciato» ma riesce comunque a farci percepire la cosa in modo «fisico e viscerale». Sempre su Vox, Aja Romano ha scritto che «Get Out usa in modo ingegnoso certi stereotipi dei film horror, per mostrare quanto il razzismo sia dannoso». Arnold White di National Review, una rivista conservatrice, ha invece criticato Get Out definendolo «un film alla Obama, per i fan di Tarantino». David Ehrlich e Eric Kohn di IndieWire hanno invece detto che «è già uno dei migliori horror del Ventunesimo secolo» e Kyle Buchanan di Vulture ha scritto che potrebbe addirittura puntare a qualche nomination per i prossimi Oscar. È una cosa rara per un film uscito nella prima parte dell’anno, specialmente se si tratta di un horror.
Senza dire troppe cose sul film, Lanre Bakare del Guardian ha scritto che «i cattivi non sono i neo-nazisti del sud degli Stati Uniti, o quelli della cosiddetta alt-right. Sono bianchi borghesi e di sinistra». Peter Debruge di Variety ha scritto che il film riesce a unire le cose horror a quelle di satira, creando un effetto potente e una critica sociale mai banale; Alan Scherstuhl di Village Voice ha scritto che il film è «completamente sorprendente, sia per come è stato pensato che per come è stato girato, e che le cose che fanno paura non arrivano mai quando ce le si aspetta, e i segreti sono sempre più audaci del previsto». Su Rotten Tomatoes, Scappa – Get Out ha una percentuale di approvazione di 99 su 100: vuol dire che praticamente ognuna delle 231 recensioni del film analizzate dal sito ne parla in modo positivo. Riassumendole tutte, il sito ha scritto: «Scappa – Get Out è divertente, provocatorio e capace di inserire la sua potente critica sociale in una commedia/horror efficace e d’intrattenimento».
Da qui in poi, solo per chi l’ha già visto
Ora che siamo solo noi, Damon Young di Slate ha scritto che «la cosa più bella e sorprendente è cercare, trovare e interpretare tutti i significati del film» e, più in generale, tutte le cose che richiedono molta attenzione – o una seconda visione – per essere notate. Buzzfeed ha elencato 22 cose del film che a vederle così sembrano da poco e poi, sapendo come finisce, assumono un significato tutto nuovo. Per esempio:
– Quando all’inizio Rose si impunta per evitare che il poliziotto chieda la patente di Chris, non lo fa per combattere quella sottile forma di razzismo, lo fa per evitare che qualcuno sappia che lui era con lei.
– Walter il giardiniere è in realtà (in parte, almeno), il nonno di Rose: il fatto che Chris lo veda di notte intento a correre è collegabile al fatto che il nonno di Rose era un ottimo corridore, anche se meno forte di Jesse Owens.
– Questa è un po’ più semplice: Walter, Georgina e l’altro nero presente alla festa hanno parrucche o cappelli, per evitare che si vedano le cicatrici. Quando Georgina si guarda allo specchio prima che Chris provi a fotografarla si sta probabilmente aggiustando la parrucca, per evitare che la cicatrice diventi visibile.
– Nei primi minuti del film il padre di Rose spiega a Chris di aver voluto tenere lì Walter e Georgina dopo la morte dei genitori, perché non voleva che se ne andassero. A film finito quella frase assume ovviamente un significato ben diverso.
– A un certo punto Georgina si “distrae” e esagera nel versare il the a Chris: è perché la madre di Rose tocca per poco il cucchiaino, in un gesto simile a quello che usa per ipnotizzare.
– Il bingo fatto dai bianchi durante la festa è una specie di asta per Chris, così come si faceva con gli schiavi neri.
Get Out aveva all’inizio un finale diverso in cui Chris riusciva a scappare, uccidendo un po’ di persone, ma alla fine veniva arrestato perché la casa dei genitori di Rose andava a fuoco e sparivano quindi tutte le prove. Peele ha anche parlato di un altro possibile finale in cui Rod – l’amico nero di Chris – arrivava lì e riusciva a trovare Chris. Andava a parlargli ma Chris gli rispondeva qualcosa di simile a: «Non so di cosa tu stia parlando».