Com’è fatto il nuovo Android O

Google ha mostrato la nuova versione del suo sistema operativo per smartphone, più sicuro e stabile, ma senza WOW

Dave Burke, responsabile dello sviluppo di Android, sul palco di Google I/O (Justin Sullivan/Getty Images)
Dave Burke, responsabile dello sviluppo di Android, sul palco di Google I/O (Justin Sullivan/Getty Images)

Ieri a San Francisco (California) è iniziata Google I/O, la serie di conferenze che Google organizza ogni anno per presentate le sue novità agli sviluppatori, cioè quelli che materialmente creano le applicazioni e i programmi. Durante la presentazione di apertura, Google ha mostrato un’anteprima di Android O, la prossima versione del suo famoso sistema operativo per smartphone. La nuova edizione sarà dedicata soprattutto a migliorare la sicurezza e la stabilità, senza grandi e vistose innovazioni per quanto riguarda l’interfaccia e le sue modalità d’uso.

Google dice che Android O impiegherà metà del tempo a caricarsi, quando si accende lo smartphone, e che ridurrà sensibilmente anche i tempi di avvio delle singole applicazioni. Il risultato è stato ottenuto rivedendo buona parte del codice più profondo del sistema operativo (“core”), ma non sono state fornite molte altre spiegazioni.

Per quanto riguarda la sicurezza, Android O sfrutterà un nuovo sistema di verifica che si chiama Google Play Protect, studiato per le applicazioni da installare sullo smartphone. Google effettua già verifiche di sicurezza prima di renderle disponibili, ma a volte qualcosa sfugge e vengono messe online app con codice malevolo o che violano altre regole, come quelle sulla privacy degli utenti. Il nuovo sistema di controllo mostrerà in modo più chiaro ed esplicito l’avvenuta scansione e verifica delle applicazioni presenti su Google Play, soprattutto dopo che ne vengono caricate versioni aggiornate.

Android O dovrebbe migliorare la gestione della batteria, proseguendo sulla linea dei progressi raggiunti con l’attuale versione N. Il sistema operativo terrà meglio d’occhio le applicazioni, riducendo la loro attività quando per esempio sfruttano il GPS per ricostruire la posizione geografica del telefono, oppure mentre eseguono altre attività in background.

Su Android O arriveranno anche i “badge”, i pallini rossi che compaiono vicini all’icona di un’applicazione quando ci sono nuove notifiche. A differenza di iOS, che sfrutta questa funzione da molto tempo, non saranno mostrati numeri all’interno di ogni pallino per segnalare la quantità di notifiche. Si potrà comunque tenere premuto il dito sull’icona dell’app per vedere un’anteprima delle notifiche. Come era già stato anticipato qualche mese fa, Google ha anche rivisto buona parte del centro notifiche di Android, rendendolo più personalizzabile e dettagliato, col rischio che sia però meno intuitivo.

Tra le altre novità ci sono:

  • la possibilità di continuare a vedere un video mentre si usano altre applicazioni (picture in picture);
  • un sistema semplificato per selezionare, copiare e incollare il testo;
  • una nuova grafica per gli emoji, che diventano finalmente circolari e non più gli strani “blob” delle attuali versioni di Android;
  • un sistema più semplice per collegare tra loro gli smartphone su WiFi, per esempio per lo scambio di file;
  • una sorta di tasto “snooze” per le notifiche, per rimandare la loro visualizzazione;
  • miglioramenti al Bluetooth soprattutto per l’utilizzo di cuffie senza fili;
  • icone delle app la cui grafica si adatta allo sfondo scelto per il telefono.

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Android O attualmente è in fase di prova (beta) ed è quindi sconsigliata la sua installazione, anche perché diverse sue caratteristiche potrebbero cambiare nei prossimi mesi di sviluppo. La versione finale dovrebbe essere pronta entro la fine dell’estate, poi dipenderà dai singoli produttori di smartphone metterla a disposizione dei loro utenti a seconda della compatibilità con i loro smartphone.