La rilevanza delle cose che ha fatto Trump, in un grafico
Su un piano cartesiano creato dal New York Times che comprende parametri come l'importanza e la normalità delle sue decisioni: salta all'occhio è il licenziamento del direttore dell'FBI
Nella sezione The Upshot (che si occupa spesso di grafici e statistiche) il New York Times ha messo insieme i giudizi di dieci esperti di politica americana su ciò che ha fatto finora Donald Trump da quando è diventato presidente degli Stati Uniti. Le valutazioni degli esperti, alcuni di destra e altri di sinistra, sono state sintetizzate in un giudizio complessivo, messo su un grafico cartesiano: ogni azione di Trump è stata valutata in base al suo essere “normale” o “inusuale” – l’asse orizzontale – e “importante” o “poco importante”. In pratica il grafico è diviso in quattro quadranti: le decisioni giudicate più gravi, cioè “inusuali” e “importanti” si trovano in alto a destra. È in quest’ultimo quadrante che è stata messa la decisione di licenziare il direttore dell’FBI James Comey.
Putting Comey's firing on our unusual/important matrix. https://t.co/9678ryFdTz pic.twitter.com/IdUtuD44q5
— The Upshot (@UpshotNYT) May 12, 2017
La seconda cosa meno normale e più importante dopo il licenziamento di Comey è il fatto che l’FBI si sia messa a investigare sui rapporti tra i collaboratori di Trump e la Russia durante la campagna elettorale. Non è anormale nel senso di strana, ma nel senso di inconsueta, inedita.
Gli incarichi dei direttori dell’FBI durano dieci anni, due anni in più di due mandati presidenziali successivi, perché le indagini possano essere indipendenti e non essere influenzate da chi è alla Casa Bianca al momento. Il presidente può comunque licenziare il direttore dell’FBI e non è stata la prima volta: lo aveva fatto anche Bill Clinton nel 1993 e non era stato poco normale perché l’allora direttore dell’FBI era accusato di evasione fiscale e di aver ostacolato le indagini su un suo mutuo. Se Trump avesse licenziato Comey all’inizio del suo mandato non ci sarebbe stato nulla da dire, i direttori dell’FBI rimettono sempre il loro incarico nelle mani di un nuovo presidente, ma è poco normale che un presidente licenzi una persona che sta indagando sul rapporto tra i suoi collaboratori e rappresentanti di un governo straniero. Non si sa cosa accadrà ora all’indagine dell’FBI, ma le conseguenze del licenziamento sul suo andamento sono la ragione principale per cui questo avrà effetti a lungo termine, secondo gli esperti che collaborano con il New York Times.
Le altre cose giudicate sia importanti che inusuali dagli esperti sono l’uso da parte dell’amministrazione dell’espressione «alternative facts» (“fatti alternativi”, un modo creativo per definire le bugie) e i continui attacchi ai media. La cosa giudicata più inusuale in assoluto, invece, sono le accuse rivolte da Trump a Obama, quelle secondo cui l’ex presidente lo avrebbe fatto intercettare. Dall’altro lato dello spettro, fra le cose normali e poco importanti, troviamo ad esempio il licenziamento del procuratore generale Sally Yates (che ricopriva un incarico di nomina politica, e che era stata nominata da Obama).