Il nuovo libro di Viet Thanh Nguyen
Sono racconti di profughi, integrazioni e adattamenti culturali: l'autore aveva vinto il Pulitzer per la narrativa nel 2016 con un romanzo molto amato anche in Italia
Negli Stati Uniti è uscito The Refugees, il nuovo libro di Viet Thanh Nguyen, lo scrittore vietnamita-statunitense che nel 2016 aveva vinto il premio Pulitzer per la narrativa con il romanzo Il simpatizzante, che aveva avuto molti lettori e attenzioni anche in Italia. The Refugees è dedicato “a tutti i rifugiati, in ogni dove” ed è una raccolta di racconti i cui protagonisti sono uomini e donne fuggiti da Saigon durante la guerra in Vietnam, angosciati dal ricordo del loro passato e di chi non c’è più.
È il quarto libro di Nguyen, che è anche professore di inglese e di storia americana alla University of Southern California. I suoi genitori fuggirono dal Vietnam nel 1975, lui passò i primi tre anni di vita nel campo profughi di Fort Indiantown Gap, in Pennsylvania, e visse poi con una famiglia affidataria. Ha studiato a lungo la guerra in Vietnam, cercando di capire com’è stata raccontata nel tempo e come oggi viene vista e ricordata. Sullo stesso tema ha scritto anche Nothing ever dies, un saggio uscito a marzo 2016 nel quale sostiene che entrambe le parti coinvolte in un conflitto abbiano delle colpe (raccontando come tuttora i vietnamiti siano riluttanti ad ammettere i crimini commessi contro cambogiani e laotiani) e sostenendo che tutte le guerre vengano combattute due volte: la prima sul campo di battaglia e la seconda nella memoria.
L’intervista a Viet Thanh Nguyen per la presentazione di The Refugees al programma Late Night di Seth Meyers
Le storie di The Refugees coprono un periodo lungo vent’anni, descrivendo i temi dell’abbandono del paese di origine, della vita in quello di adozione e altre questioni legate all’immigrazione, l’identità, la famiglia e l’amore. Tra le storie c’è quella di un ragazzo vietnamita che arrivato a San Francisco viene accolto da una coppia gay e subisce da questa situazione un forte shock culturale; in Black-Eyed Women (Donne dagli occhi neri) i protagonisti sono una madre e un figlio rifugiati vietnamiti che dopo anni dalla loro fuga ricevono la visita del fantasma del figlio-fratello ucciso dai pirati durante la traversata in nave per arrivare negli Stati Uniti. La rimozione dei ricordi è un tema ricorrente in tutti i racconti: anche in The Americans, dove una coppia sposata va a trovare la figlia, insegnante di inglese a Saigon, per la prima volta, se non fosse che il padre in realtà ha già visto dall’alto il paese quando era uno dei piloti statunitensi durante la guerra. Secondo la recensione del network radiofonico americano NPR, The Refugees è un libro delizioso, sia per la scelta dei temi che per la qualità della scrittura: altre recensioni positive sono uscite sui maggiori siti di news statunitensi, a cominciare dal New York Times.