Il G7 di Taormina
Quando sarà, dove sarà e di cosa si parlerà alla riunione dei capi di governo dei sette paesi più sviluppati al mondo
Il prossimo 26 e 27 maggio si terrà a Taormina, in Sicilia, il G7, la riunione dei capi di governo di sette dei paesi più industrializzati al mondo: Stati Uniti, Giappone, Germania, Regno Unito, Francia, Italia e Canada. A nome dell’Unione Europea parteciperanno anche il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk e quello della commissione Jean-Claude Juncker. Quello che si svolgerà a Taormina sarà il 43esimo G7: il quarto da quando la Russia è stata esclusa nel marzo del 2014, in seguito all’invasione dell’Ucraina.
La scelta di Taormina è stata annunciata lo scorso luglio dall’allora presidente del Consiglio Matteo Renzi. La riunione avrebbe dovuto inizialmente tenersi a Matera. Tra i motivi che hanno spinto il governo a cambiare idea è stata spesso citata la necessità di tenere viva l’attenzione mediatica mondiale sull’immigrazione: molti migranti vengono salvati nel Mediterraneo centrale e trasportati poi proprio in Sicilia.
Per quattro partecipanti sarà la prima volta ad una simile riunione: il presidente americano Donald Trump, la prima ministra britannica Theresa May, il presidente francese Emmanuel Macron e il presidente del Consiglio italiano Paolo Gentiloni non avevano mai partecipato a un G7. Nel corso dell’anno si sono svolti o si svolgeranno anche i G7 “tematici”, a cui partecipano i ministri dei vari paesi membri. In questi giorni, per esempio, è in corso a Bari il G7 dei ministri delle Finanze.
Il G7 vero e proprio si svolgerà nel corso di due giorni in cui i leader faranno molte riunioni, tra loro e con altri leader esterni al G7 o capi di organizzazioni internazionali. Anche se il calendario dell’evento non è ancora stato reso pubblico, è probabile che ci sarà un pranzo formale con tutti e sette i leader più importanti e poi numerose occasioni di foto di gruppo.
Non si conoscono ancora i temi che saranno discussi. Sarà l’Italia, in quanto presidente di turno, a decidere gli argomenti. Di solito i temi proposti sono molto ampi e generici, perché devono essere rilevanti per tutti i partecipanti, che provengono da tre continenti diversi. Al termine della discussione, i sette paesi membri producono una dichiarazione congiunta, in cui vengono riassunte le conclusione del G7. Di solito questi comunicati sono piuttosto vaghi e vuoti: raramente le discussioni al G7 portano a importanti accordi internazionali, e spesso l’evento viene accusato di essere poco più che un’occasione per i leader mondiali di fare due chiacchiere e farsi fotografare insieme.