Cosa succede quando la gente su internet decide che sei un pedofilo
A causa di un messaggio falso diffuso su Facebook e WhatsApp un uomo ha dovuto difendersi da accuse e insulti da tutta Italia
La scorsa settimana Alfredo Mascheroni, un uomo di Collecchio, in provincia di Parma, ha dovuto affrontare un gran numero di insulti sul suo profilo di Facebook a causa dell’estesa diffusione di un messaggio che lo accusava ingiustamente di essere un pedofilo. Le persone che si sono messe a insultarlo non lo conoscono di persona, provengono da tutte le regioni di Italia, in alcuni casi abitano in altri paesi, ma hanno creduto al messaggio che invitava a segnalare il profilo di Mascheroni, e si sono messe ad attaccarlo sia sul suo profilo che in messaggi privati. Flavia Guidi di Vice ha intervistato Mascheroni, che le ha raccontato come ha vissuto questa brutta esperienza.
Sono una persona piuttosto attiva sui social: pubblico diversi post, foto, canzoni e interagisco spesso con le altre persone. Tuttavia, quando sabato mattina mi sono svegliato e ho visto su Facebook una cinquantina di richieste d’amicizia e altrettante notifiche ho capito immediatamente che c’era qualcosa che non tornava.
Ne ho avuto la conferma quando ho aperto quelle notifiche, e ho scoperto che si trattava quasi esclusivamente di insulti: “vergognati,” “maniaco,” “spero che marcirai in galera,” “dovrebbero ucciderli a quelli come voi.” E molte altre cose su questa falsariga.
Molto ingenuamente, la prima cosa che ho pensato è che magari in passato avevo scritto un post che si prestava a fraintendimenti, e che per qualche strana ragione la gente lo avesse notato tutto d’un tratto. Ho fatto mente locale: non c’era nessun post in grado di attirare una tale quantità di odio, ed era fin troppo ovvio che si trattasse solo di una futile illusione.
Dopo qualche minuto di totale annebbiamento, ho letto messaggi e commenti e capito quello che in realtà mi veniva imputato: quella gente credeva che fossi un pedofilo, oltre che un maniaco. Assieme agli insulti, infatti, molte persone allegavano il link di un messaggio che recitava così: Ciao per favore segnali questo profilo? È un bastardo che manda foto nude a tutti e un pedofilo grazie dimmi se lo fai. Sotto a quelle parole, il link al mio profilo Facebook, la mia foto profilo (la mia faccia in primo piano), il mio nome e cognome.
L’immagine con cui Mascheroni ha provato a difendersi.