È stato rilasciato l’attivista italiano che era stato fermato a Mosca
Yuri Guaiana era stato fermato dalla polizia russa mentre stava consegnando una raccolta firme contro il trattamento degli omosessuali in Cecenia
Yuri Guaiana, un attivista dell’associazione radicale Certi Diritti, è stato fermato questa mattina dalla polizia a Mosca mentre stava raggiungendo la Procura generale russa per depositare una raccolta firme per una petizione contro il trattamento e la persecuzione degli omosessuali in Cecenia. Intorno alle 16:30 (15:30 ora italiana) Guaiana è stato rilasciato e accompagnato all’aeroporto per tornare in Italia.
Yuri #Guaiana è stato rilasciato. Assistito dal Consolato, viene accompagnato ora in areoporto. @CertiDiritti #Gay #Cecenia #Mosca
— BenedettoDellaVedova🇮🇹🇪🇺 (@bendellavedova) May 11, 2017
La notizia del fermo era stata confermata dal sottosegretario agli Esteri, Benedetto Della Vedova, che aveva detto di avere attivato il consolato italiano a Mosca per risolvere la situazione.
Nostro Consolato si sta recando ad assistere Yuri #Guaiana @CertiDiritti fermato a #Mosca mentre consegnava firme petizione su #gay #Cecenia
— BenedettoDellaVedova🇮🇹🇪🇺 (@bendellavedova) May 11, 2017
Alle 13 Della Vedova aveva dato altre informazioni, dicendo che il console italiano si era incontrato con Guaiana, accusato di avere preso parte a una manifestazione non autorizzata.
Nostro Console ha incontrato #Guaiana @CertiDiritti fermato a #Mosca per manifestazione non autorizzata #gay #Cecenia. Yuri sta bene.
— BenedettoDellaVedova🇮🇹🇪🇺 (@bendellavedova) May 11, 2017
Guaiana era stato poi raggiunto telefonicamente da Rainews24 e aveva detto:
Sto bene, sono in carcere, in una stanza con altri quattro attivisti russi e un poliziotto. Ogni tanto vengono a farci domande e a chiedere documenti, in particolare a me per il visto. Non sappiamo cosa succederà adesso. Non abbiamo ancora mangiato, non ci hanno portato neanche un bicchiere d’acqua.
Yuri Guiana ha 42 anni ed è nato a Cantù, in provincia di Como. Aveva raccontato di essere stato fermato dalla polizia e di essere stato sottoposto a “detenzione amministrativa”. Il ministero degli Esteri sta seguendo la vicenda, insieme ad alcuni avvocati sul posto.
Secondo vari racconti e testimonianze, in Cecenia circa cento uomini negli ultimi mesi sono stati arrestati, rinchiusi in ex caserme, torturati e qualcuno di loro anche ucciso, a causa del loro orientamento sessuale. A riportare per primo la notizia è stato un quotidiano russo d’opposizione, la Novaya Gazeta, riprendendo una storia già in circolazione tra gli attivisti per i diritti umani e delle persone LGBTI. Negli ultimi giorni sono arrivate nuove testimonianze che confermano la storia.