Perché a Roma ci sono di nuovo rifiuti per strada
C'entrano i due ponti consecutivi, la difficoltà degli impianti a gestire i rifiuti indifferenziati e la raccolta differenziata ancora insufficiente
Da qualche giorno diverse strade di Roma sono tornate a essere piene di rifiuti, come già accaduto altre volte negli ultimi anni. La situazione sembra particolarmente grave nei quartieri di Tor Sapienza, a est, e di Nuovo Salario, a nord, ma sono stati registrati disagi anche in altre zone. La sindaca Virginia Raggi ha riconosciuto la “criticità” di questi giorni e ieri la sua amministrazione ha studiato un piano straordinario per gestire la situazione: Raggi però al contempo ha anche attaccato il Partito Democratico, l’amministrazione precedente e la regione, che a suo dire hanno fatto e stanno facendo poco per risolvere il problema. Il Partito Democratico ha indetto una manifestazione per domenica 14 in diversi luoghi della città, per pulire strade e parchi (anche se non è chiaro dove andranno a finire i rifiuti raccolti).
I problemi dei rifiuti a Roma arrivano da lontano: la città ha avviato le procedure per la raccolta differenziata con diversi anni di ritardo rispetto ad altre città italiane ed europee, mentre i centri per gestire i rifiuti indifferenziati – molto più complicati da gestire di quelli che arrivano dalla raccolta differenziata – sono stati storicamente controllati da Manlio Cerroni, un potente imprenditore da anni al centro di accuse e indagini per la gestione giudicata controversa dei suoi impianti. A questi problemi si aggiunge il fatto che AMA, l’azienda che si occupa dei rifiuti in città, ha avuto diversi guai finanziari e qualche anno fa ha rischiato il fallimento.
I guai degli ultimi giorni sembrano invece essere stati causati da circostanze particolari: Estella Marino, ingegnere ambientale ed ex assessore all’Ambiente della giunta di Ignazio Marino, in un’intervista ha spiegato che a causa dei due ponti consecutivi – quello del 25 aprile e del primo maggio – gli impianti per la gestione dei rifiuti sono rimasti chiusi. Di conseguenza, ha spiegato Marino, «soprattutto quelli che trattano l’indifferenziata si riempiono, non riescono a trattare tutti i quantitativi, i camion non riescono a scaricare, quindi non riescono a ripartire per fare i giri di raccolta, e i rifiuti si accumulano per strada».
Marino dice che la giunta del M5S ha accantonato un piano a cui stava lavorando la giunta precedente per evitare che potessero accadere situazioni simili: tenere aperti gli impianti tutti i giorni, accordandosi coi sindacati per la riorganizzazione dei turni dei dipendenti. Per risolvere la questione nel lungo termine, poi, Roma dovrebbe innanzitutto aumentare la quota di raccolta differenziata sul totale dei rifiuti, che fa diminuire quella indifferenziata.
Repubblica, nell’edizione di Roma di oggi, spiega che nei due impianti di AMA che gestiscono la raccolta indifferenziata «ci sono 9mila tonnellate di indifferenziata ancora da lavorare. Se non vengono liberate non ci sarà altro spazio per conferire i rifiuti ritirati dai cassonetti» (secondo AMA, Roma produce circa 2.900 tonnellate di rifiuti indifferenziati al giorno).
Ieri invece, secondo Repubblica, si è tenuta una riunione fra il nuovo assessore cittadino all’Ambiente Pinuccia Montanari, l’assessore regionale Mauro Buschini e il commissario straordinario di due dei quattro impianti TMB che gestiscono i rifiuti indifferenziati in città, Luigi Palumbo (gli impianti commissariati sono quelli che appartengono a Cerroni, che però per una interdittiva antimafia del Consiglio di Stato di due mesi fa non può più avere rapporti diretti col comune di Roma). Il piano, sempre secondo Repubblica, prevede fra le altre cose l’aumento dei rifiuti indifferenziati che vengono spediti in Austria per essere trattati – la quantità spedita passerà da 1.000 a 2.000 tonnellate a settimana – un aumento dei turni di lavoro degli operatori dei rifiuti, “al lavoro h24”, e l’aumento di produzione dell’inceneritore di San Vittore del Lazio.
Nonostante questa collaborazione, comune e regione stanno litigando pubblicamente sulla responsabilità dei problemi di questi giorni. Due giorni fa Raggi ha accusato il presidente del Lazio Nicola Zingaretti – eletto col Partito Democratico – di non avere messo a disposizione sufficienti risorse per gestire i rifiuti. Ieri, ospite di Porta a Porta, Raggi ha insistito spiegando che il comune «ha già individuato tre siti per l’umido, per una capacità complessiva di 120mila tonnellate. La regione lo sa e sa dove sono. Ma loro preferiscono l’ecodistretto di Rocca Cencia» (Raggi si riferisce al progetto della precedente amministrazione di aprire un impianto per la gestione dell’umido a Rocca Cencia, a cui però i residenti si erano detti contrari).
Su rifiuti il Lazio è sottodimensionato, lo dice il Governo. @nzingaretti ne prenda atto e lavori: impiantistica è sua competenza.
— Virginia Raggi (@virginiaraggi) May 8, 2017
Sulla sua pagina Facebook, Zingaretti ha risposto spiegando che il comune non ha avanzato nessuna richiesta per aprire nuovi impianti, e che la regione non può costruirli da sola.