Cosa cambia per i lavoratori autonomi
Il Senato ha approvato una legge che dovrebbe aumentare le tutele per chi ha la partita IVA e per i liberi professionisti
Mercoledì 10 maggio il Senato ha approvato in via definitiva il disegno di legge sul lavoro autonomo, che stabilisce alcune nuove regole per i lavoratori con la partita IVA. Formalmente il ddl, che è stato approvato con 158 voti favorevoli, 9 contrari e 45 astenuti, stabilisce «misure per la tutela del lavoro autonomo non imprenditoriale e misure volte a favorire l’articolazione flessibile nei tempi e nei luoghi del lavoro subordinato». Il Sole 24 Ore ha spiegato nel dettaglio le varie parti della legge, elencando le novità e le questioni più importanti.
Arrivano congedi parentali più lunghi e malattia
Mini rivoluzione anche sul fronte delle tutele lavoristiche: per gli iscritti alla gestione separata Inps i congedi parentali salgono da 3 a 6 mesi entro i primi tre anni di vita del bambino; e durante la maternità si avrà la possibilità di ricevere l’indennità pur continuando a lavorare (non scatta l’astensione obbligatoria).In caso di malattia o infortunio, su richiesta dell’interessato, si potrà sospendere la prestazione (salvo venga meno l’interesse del committente).
Sì alla partecipazione a bandi di gara
I liberi professionisti potranno aggregarsi in reti, consorzi o forme associate, anche temporanee, per accedere ai bandi di gara (e concorrere così, con meno vincoli, all’assegnazione di incarichi e appalti privati)
Continua a leggere sul Sole 24 Ore
Sempre il Sole 24 Ore ha spiegato meglio la questione dello “smart working”, come viene definita la “modalità flessibile di esecuzione del rapporto di lavoro subordinato”, che è stato definito e disciplinato nel ddl.
Da Enel fino ad arrivare a Vodafone: ma anche diverse pmi. Lo “smart working”, è ormai un po’ di anni, sta prendendo piede nelle aziende italiane. Parliamo di quella «modalità flessibile di esecuzione del rapporto di lavoro subordinato», che oggi con il via libera finale al Ddl su lavoro autonomo e agile conquista la sua prima regolamentazione nazionale. Finora il passaggio al “lavoro agile” è stato disciplinato in vario modo, a seconda dell’esigenza della singola impresa, di solito con un accordo aziendale. Ma non necessariamente, visto che attualmente è sufficiente anche una semplice pattuizione orale.