Cosa sta succedendo in Repubblica Ceca
Il primo ministro ha annunciato le dimissioni del governo per contrasti con il ministro delle Finanze, e anche per un calcolo politico
di Emily Tamkin – Foreign Policy
Martedì 2 maggio Bohuslav Sobotka, primo ministro della Repubblica Ceca, ha annunciato a sorpresa le dimissioni del suo governo. Perché un primo ministro dovrebbe sciogliere il proprio governo, che è in carica dal 2014 ed è sempre rimasto relativamente stabile? Le ragioni sono due, e hanno entrambe a che vedere con il ministro delle Finanze ceco Andrej Babis, il secondo uomo più ricco del paese e capo del partito anti-establishment e a favore delle imprese ANO, che con il Partito Socialdemocratico di centrosinistra di Sobotka, CSSD, forma una coalizione di governo.
Babis è sotto indagine in Repubblica Ceca per il sospetto che abbia evaso le tasse e per dubbi sul modo in cui si sarebbe arricchito, ed è anche indagato dall’Unione Europea per frode. Babis è il proprietario di Agrofert, una grande azienda chimica. Nonostante l’abbia inserita in un trust all’inizio del 2017, per rispettare la legge sul conflitto d’interessi ceca nota proprio come “Legge Babis”, l’Ufficio anti-frode dell’Unione Europea teme che Agrofert controllasse una piccola azienda di cui non è nota la proprietà chiamata Stork Nest Farm, che nel 2008 ricevette un finanziamento dell’UE da 1,88 milioni di euro. Il sussidio era destinato alle piccole e medie imprese, e Agrofert non rientra in nessuna delle due categorie. Babis nega di aver commesso illeciti.
Il fatto che il ministro delle Finanze ceco sia indagato per irregolarità finanziarie si riflette negativamente sul primo ministro. Sobotka, però, ha detto che presenterà le dimissioni dell’intero governo invece di rimuovere soltanto Babis, perché non vuole fare del suo ministro delle Finanze un martire. Dietro alla decisione, però, c’è anche un’altra ragione.
«Questa mossa va intesa nel contesto della campagna pre-elettorale», ha detto a Foreign Policy Jakub Janda di European Values, un centro studi con sede a Praga. Le elezioni parlamentari ceche sono in programma per la fine di ottobre e Babis è il politico più popolare del paese. Al momento nei sondaggi il suo partito è ampiamente davanti a quello di Sobotka. Per Sobotka «questa è l’ultima possibilità» per attirare l’attenzione degli elettori sulle questioni che riguardano Babis, ha detto a Foreign Policy Filip Horky, un giornalista ceco di DVTV. Le elezioni si terranno tra meno di sei mesi e il CSSD è indietro nei sondaggi. «Questa è la sua ultima occasione», ha aggiunto Horky.
«I socialdemocratici hanno un problema enorme», ha detto Milan Nic del German Council on Foreign Relations. Nei sondaggi ANO è al 30 per cento e il suo sostegno è in aumento. I socialdemocratici sono intorno al 12 per cento e hanno perso all’incirca il 10 per cento dei loro elettori a favore di ANO. Con questa decisione «stanno puntando ai loro elettori. Quelli che hanno perso in favore di ANO», ha raccontato Nic durante un’intervista a Foreign Policy.
Riuscire a sfruttare questa “scommessa” non dipende interamente da Sobotka. Il presidente ceco Milos Zeman controllerà cosa succederà dopo lo scioglimento del governo. Zeman ha detto apertamente di ammirare il presidente russo Vladimir Putin e quello americano Donald Trump (pare che la prima telefonata tra Zeman e Trump dopo l’insediamento di quest’ultimo sia andata meglio delle attese). Inoltre, è ampiamente riconosciuto che Zeman preferisca Babis a Sobotka. Ma è una questione di incentivi più che di preferenze personali. A gennaio anche Zeman dovrà affrontare delle elezioni, e l’unico politico ceco che potrebbe candidarsi alla presidenza contro di lui e vincere – stando a Nic – è il ministro della Difesa (ed ex attore) Martin Stropnicky, che, come membro di ANO, risponde a Babis. Secondo Nic è possibile che il presidente e il potenziale nuovo primo ministro raggiungano una sorta di accordo, che prevedrebbe che Stropnicky non si candidi e che si realizzi lo scenario più vantaggioso per Babis.
Cosa vuol dire? È improbabile che vengano indette elezioni anticipate, dal momento che sarebbe una mossa troppo rischiosa. Nonostante nel 2013 lo stesso Zeman abbia nominato un governo ad interim, è improbabile che ora faccia lo stesso (sempre per via delle prossime elezioni). L’opzione più plausibile potrebbe essere quella in cui Zeman si limiti a non accettare le dimissioni e lasciare che nei prossimi cinque mesi le cose si sviluppino da sole. Oppure potrebbe accettare solamente le dimissioni di Babis, lasciando al ministro delle Finanze il tempo di fare campagna elettorale continuando a presentarsi come un martire, esattamente quello che Sobotka cercava di evitare.
Nessuno di questi due scenari è positivo per Sobotka o il suo partito. Cercando di convincere gli elettori del fatto che Babis sia inadeguato a governare, i socialdemocratici hanno «perso la discussione molto tempo fa», ha detto Nic. «Ma quando si è disperati», ha aggiunto, «si è disposti a tutto».
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