Non ci sono prove di legami tra ONG e trafficanti, dice il procuratore di Siracusa
«Non abbiamo alcuna evidenza», ha detto, «eppure abbiamo sentito centinaia di persone in proposito»
Nel corso di un’audizione al Senato il procuratore di Siracusa, Francesco Paolo Giordano, ha detto che nella sua esperienza non ha mai trovato prove di un collegamento tra le ONG che effettuano soccorsi nel Mediterraneo centrale e le organizzazioni criminali libiche che si occupano di traffico degli esseri umani: «A noi come ufficio non risulta di asseriti collegamenti, obliqui o inquinanti, tra Ong e trafficanti, eppure abbiamo sentito centinaia di persone in proposito» (qui trovate il video integrale). A una serie di domande da parte dei senatori presenti, che gli chiedevano se alla sua procura non risultassero nemmeno prove o altri indizi in quel senso, Giordano ha risposto in maniera netta:
«Non abbiamo alcuna evidenza»
Nella giurisdizione che compete al procuratore Giordano si trova Augusta, il porto italiano dove nel corso degli ultimi anni sono sbarcati più migranti, 28 mila nel 2016. Il procuratore ha parlato oggi, nel corso di un’audizione alla commissione Difesa del Senato. Nonostante il tema dell’indagine svolta dalla commissione sia “Contributo dei militari italiani al controllo dei flussi migratori nel Mediterraneo”.
Il sospetto che alcune ONG potessero essere complici dei trafficanti è nato in seguito alla pubblicazione di una serie di documenti per uso interno dell’agenzia Frontex, che si occupa della tutela delle frontiere europee, pubblicati dal Financial Times. Nei documenti si ipotizzava di almeno un caso in cui sarebbe avvenuta una comunicazione tra un trafficante e il personale di una ONG. Non veniva specificato né la data, né le persone coinvolte nella comunicazione e nemmeno il testo della comunicazione.
Nei successivi rapporti di Frontex e nelle dichiarazioni dei suoi dirigenti questi episodi non sono stati più menzionati, anche se l’agenzia ha comunque sottolineato come le ONG e tutti coloro che operino salvataggi vicino alle acque territoriali libiche, un incentivo al lavoro dei trafficanti. Del caso si è tornati a parlare in Italia in seguito alle dichiarazioni di un altro magistrato siciliano, il procuratore di Catania Carmelo Zuccaro che, una settimana fa, ha rilasciato alcune interviste sostenendo di avere indizi e sospetti di collaborazione tra ONG e trafficanti. Questa alleanza, secondo il procuratore, potrebbe avere lo scopo di «destabilizzare l’economia italiana per trarne dei vantaggi». Zuccaro sarà sentito dalla commissione Difesa del Senato domani alle 14.