La Grecia fa un altro passettino
È stato trovato un accordo preliminare dopo mesi di negoziati per aver nuovi aiuti, in cambio di nuovi tagli, e per l'inizio di una discussione sulla riduzione del debito
La Grecia e i cosiddetti creditori internazionali hanno raggiunto un accordo preliminare sulla revisione del piano di salvataggio del paese che porterà allo sblocco di una nuova tranche di aiuti finanziari. L’intesa dovrebbe anche favorire i negoziati per la riduzione del debito del paese (cioè restituire meno soldi e in tempi più lunghi). Lo ha annunciato il ministro delle Finanze greco, Euclid Tsakalotos. L’accordo con la Commissione Europea, l’Unione Europea e il Fondo Monetario Internazionale è stato raggiunto la notte tra il primo e il 2 maggio, dopo sei mesi di difficili colloqui: è un accordo tecnico preliminare che dovrà essere approvato definitivamente nella riunione del 22 maggio dei ministri delle Finanze dei paesi che adottano l’euro come moneta.
Come per i precedenti programmi, gli aiuti previsti – erogati in diverse tranche e forniti dal meccanismo europeo di stabilità (MES) – sono vincolati a una serie di condizioni da rispettare. I progressi nell’attuazione del programma sono monitorati dalla Commissione europea, insieme alla BCE, al MES e anche all’FMI. L’accordo raggiunto la scorsa notte riguardava la seconda revisione, che si sarebbe dovuta concludere a dicembre scorso e che si trascinava invece da mesi in mezzo a disaccordi su nuovi tagli, riforme del lavoro e obiettivi di bilancio. L’intesa prevede dunque che la Grecia attui nuove riforme nel settore del lavoro, delle pensioni, delle tasse e dell’energia, misure che equivalgono a circa il 2 per cento del Prodotto Interno Lordo del paese e che entro la metà di maggio dovranno essere approvate dal Parlamento. Lo sblocco della nuova tranche consentirà al governo greco di pagare debiti in scadenza a luglio per 7,5 miliardi di euro. Se la Grecia raggiungerà gli obiettivi, il governo potrà attuare una serie di riforme compensative per alleggerire l’austerità a favore delle fasce della popolazione con redditi più bassi, attraverso l’introduzione di sovvenzioni per gli affitti (1000 euro all’anno), per l’acquisto di farmaci e per il sostegno ai minori (con un importo fino a 25o milioni di euro). Bloomberg scrive anche che dal settembre del 2018 sarà ripristinata la contrattazione collettiva per i dipendenti greci, una questione su cui il governo di Alexis Tsipras aveva insistito molto.
Prima della conclusione dei nuovi negoziati sulla revisione del piano, il primo ministro Alexis Tsipras aveva però fatto sapere di non avere intenzione di procedere con nuovi tagli senza un chiaro impegno da parte dei creditori sulla riduzione del debito per la Grecia (a cui da sempre si oppone la Germania, che a breve andrà a elezioni). Tsakalotos ha spiegato di essere «certo» che l’intesa raggiunta avrebbe consentito alla Grecia di assicurare le attese misure di riduzione del debito da parte dei suoi creditori, riduzione a cui il governo di Tsipras lavora ormai da anni e che sarebbero fondamentali per la ripresa dell’economia del paese. «La discussione di un accordo che assicura la sostenibilità del debito greco inizia ora», ha detto alla fine dei colloqui ai giornalisti il ministro delle Finanze Euclid Tsakalotos. La Grecia spera poi che le sia finalmente consentito l’accesso al programma di quantitative easing della Banca Centrale Europea. Il Quantitative Easing, semplificando, prevede l’acquisto di titoli di Stato e di altro tipo da parte della BCE per immettere nuovo denaro nell’economia, per incentivare i prestiti bancari, per attuare politiche espansive (più spesa, senza rimetterci troppo) e per far crescere l’inflazione. L’accesso a questo programma è molto importante per la Grecia per stabilizzare la propria economia a medio e lungo termine, soprattutto in vista dell’uscita dai piani di salvataggio.
Nel 2018 terminerà il programma di aiuti al paese attualmente in corso, il terzo, che era stato approvato nell’agosto del 2015 e che consisteva in un prestito da 86 miliardi di euro in cambio dell’approvazione di una serie di misure di austerità da parte del governo guidato da Alexis Tsipras.