L’eroico social media manager di Unicef Italia
Da giorni risponde a chi insulta e accusa le organizzazioni che salvano i migranti nel Mediterraneo
Da venerdì scorso l’account Twitter di Unicef Italia sta ricevendo insulti o critiche per il lavoro che l’agenzia svolge con le organizzazioni non governative e la Guardia Costiera per salvare i migranti che rischiano di annegare cercando di raggiungere l’Italia, e sta rispondendo ai messaggi che riceve con fermezza e pazienza.
Il tweet originale di Unicef Italia diceva: «Rispetto per chi soccorre, rispetto per chi soffre, rispetto per chi muore, nessun rispetto per chi infanga», ed era accompagnato da una foto di due persone mentre soccorrono una bambina in mare. Il tweet è stato pubblicato in corrispondenza delle polemiche sulla storia dei cosiddetti “taxi per migranti”, come sono state definite da qualcuno le organizzazioni non governative che operano servizi di ricerca e soccorso nel Mediterraneo centrale. Le polemiche erano state alimentate da alcune dichiarazioni del vicepresidente della Camera Luigi Di Maio, del Movimento 5 Stelle, e del procuratore di Catania Carmelo Zuccaro.
#Rispetto per chi soccorre#Rispetto per chi soffre#Rispetto per chi muore
Nessun rispetto per chi infanga pic.twitter.com/w9oJvvK2wU— UNICEF Italia (@UNICEF_Italia) April 28, 2017
Il tweet di Unicef Italia, che invitava ad avere rispetto sia per i migranti che attraversano il Mediterraneo in condizioni molto rischiose, e anche per chi li cerca e soccorre in mare, ha ricevuto molte risposte critiche, quando non offensive e volgari. Il social media manager dell’account ha risposto a molti di loro, linkando a pagine con i bilanci dell’organizzazione a chi ne metteva in dubbio la correttezza e trasparenza, e spiegando come funziona il lavoro dei soccorritori a chi ne parlava sapendone poco o niente.
Il 100% delle persone che soccorriamo sono esseri umani. E sarebbe bello se lo fossero anche il 100% delle persone che commentano.
— UNICEF Italia (@UNICEF_Italia) April 29, 2017
Qui stiamo parlando di vite umane. La loro vita vale forse di meno? Se tu fossi in acqua pensi che non meriteresti di essere salvato?
— UNICEF Italia (@UNICEF_Italia) April 29, 2017
Il lavoro della politica è risolvere i problemi non mettere all'indice la società civile, che fra l'altro supplisce alle sue incapacità
— UNICEF Italia (@UNICEF_Italia) April 29, 2017
Tu che giudici tanto, fai un lavoro più degno e importante di chi salva vite umane? Lavori gratis? Perché pensi che gli altri debbano farlo?
— UNICEF Italia (@UNICEF_Italia) April 29, 2017
Nessuno ha paura della giustizia. Dell'imbecillità sì, perché fa danni alla cieca
— UNICEF Italia (@UNICEF_Italia) April 29, 2017
Qui non c'è spazio per spiegarti l'abc del fenomeno migratorio. Comunque non si tratta di ragazzi che fanno sega a scuola e vanno in Europa
— UNICEF Italia (@UNICEF_Italia) April 30, 2017
Attraversano il deserto, si indebitano, si fanno schiavizzare e stuprare solo per sfruttare un passaggio gratis?
Tu sì che hai capito tutto!— UNICEF Italia (@UNICEF_Italia) April 30, 2017
Quando una nave soccorre naufraghi nel canale di Sicilia dove dovrebbe portarli? In Nuova Zelanda?
— UNICEF Italia (@UNICEF_Italia) April 30, 2017
A impedirlo sono alcuni dettagli tipo una guerra civile, un paese in preda all'arnarchia, organizzazioni criminali piene di denaro e armi.
— UNICEF Italia (@UNICEF_Italia) April 30, 2017
Ma seriamente lei pensa che l'UNICEF possa mai fare contratti meno che perfettamente a norma di legge? Lei ha una minima idea dei controlli?
— UNICEF Italia (@UNICEF_Italia) April 30, 2017
Leggendo questo tuo sobrio commento viene da pensare che la civiltà millenaria di cui parli sia già tramontata da un pezzo…
— UNICEF Italia (@UNICEF_Italia) April 30, 2017
Facciamo due conti. Questi sono i nostri salari: https://t.co/gQugQpld0d
Medici e infermieri prendono metà? Informarsi prima di parlare…— UNICEF Italia (@UNICEF_Italia) May 1, 2017
Continui a voler insegnare a @guardiacostiera quali sono le norme da seguire in mare? Ti suggeriamo un più dignitoso silenzio
— UNICEF Italia (@UNICEF_Italia) May 1, 2017