Quanto è importante che il Papa sia al Cairo
È una visita simbolica, soprattutto dopo gli attentati dell'ISIS nelle chiese, ma i cristiani copti sperano abbia conseguenze concrete
Papa Francesco è atterrato al Cairo ieri mattina e si fermerà nella capitale egiziana fino a domenica. Quello al Cairo è il diciottesimo viaggio internazionale di papa Francesco, e anche uno dei più rilevanti finora: se ne sta parlando molto perché si teme possano esserci pericoli di sicurezza, visti gli attentati terroristici contro i cristiani copti compiuti dallo Stato Islamico il 9 aprile scorso, nei quali sono rimaste uccise 75 persone. Il viaggio è però importante anche per altri motivi. La visita del Papa ha l’obiettivo di migliorare il dialogo interreligioso tra cristianesimo e Islam e potrebbe aumentare l’attenzione internazionale sulla situazione dei cristiani in Egitto, che hanno ricevuto promesse di maggiore protezione dal presidente egiziano Abdel Fattah al Sisi ma che sono ancora costretti a vivere tra minacce, violenze e discriminazioni.
Un carrarmato egiziano di fronte alla chiesa di San Marco al Cairo, colpita due settimane fa da un attentato terroristico rivendicato dallo Stato Islamico (THOMAS COEX/AFP/Getty Images)
Papa Francesco ha presentato se stesso come un “messaggero di pace” e ha aggiunto che nonostante i timori sulla sua sicurezza non userà una macchina blindata per muoversi al Cairo. L’obiettivo principale della sua visita è ripristinare i rapporti tra i leader musulmani egiziani e la chiesa cattolica, di fatto interrotti anche a causa di alcuni commenti del precedente papa, Benedetto XVI. Papa Francesco ha incontrato anche il capo della Chiesa ortodossa copta, papa Teodoro II, e con lui ha visitato la chiesa di San Marco, una delle due colpite dagli attentati dello Stato Islamico due settimane fa. Sabato mattina ha tenuto una messa nello stadio del Cairo, a cui hanno partecipato circa 30mila persone. La visita di papa Francesco è la prima di un papa cattolico negli ultimi 20 anni.
Tanta gente allo Stadio per la messa con #PapaFrancesco #PapaEgitto pic.twitter.com/A1ihl7UPJs
— Antonio Spadaro (@antoniospadaro) April 29, 2017
In Egitto la maggior parte dei cristiani – circa il 10 per cento della popolazione totale – fa parte della chiesa copta, una delle più antiche chiese cristiane del mondo. I primi cristiani (allora non ancora copti) si stabilirono in Egitto nei primi secoli della cristianità e il copto, che quasi nessuno è più in grado di parlare, è considerato la lingua attualmente più vicina all’egiziano antico, quello che si scriveva con i geroglifici. A partire dagli anni Settanta del secolo scorso, le relazioni tra i copti e i musulmani si sono fatte più tese, anche se durante il regime dell’ex presidente Hosni Mubarak la Costituzione garantiva la libertà religiosa ai copti.
Oggi molti cristiani egiziani sperano che la visita del papa al Cairo possa condizionare alcune politiche governative che continuano a penalizzare i cattolici e i copti. Per esempio l’Egitto prevede ancora molte limitazioni per la costruzione di nuove chiese: esistono delle regole che stabiliscono i casi in cui possono essere concesse le licenze per costruire, ma in pratica i permessi dipendono spesso dai capricci e dai pregiudizi dei funzionari locali, ha raccontato Declan Walsh sul New York Times. Non è raro che i cristiani costruiscano delle chiese “illegali”, senza avere ottenuto prima la licenza governativa, e non è raro che questi posti diventino l’obiettivo di violenze religiose compiute da frange estremiste dell’Islam, guidate da religiosi o politici salafiti radicali. Alcune delle congregazioni copte del Cairo, come quella guidata da padre Youhanna Saad, nel nord della capitale, sperano che la visita del papa possa spingere il governo ad adottare posizioni più tolleranti sulla concessione delle licenze.
Un poster che raffigura Gesù nella zona di Zabalin, al Cairo, alla vigilia della visita di papa Francesco (MOHAMED EL-SHAHED/AFP/Getty Images)
Oggi non è facile essere cristiani copti in Egitto, anche perché la generale crescita dell’estremismo islamista in Medio Oriente e Nord Africa ha provocato nuove tensioni in tutta la regione. Negli ultimi anni anche in Egitto ci sono stati diversi episodi di violenza contro i cristiani: per esempio nell’aprile 2013 due persone furono uccise fuori dalla chiesa di San Marco al Cairo mentre era in corso un funerale di quattro copti cristiani uccisi in scontri religiosi; nel febbraio 2016 un tribunale egiziano condannò tre adolescenti cristiani a cinque anni di prigione per avere insultato l’Islam in un video pubblicato su Internet; nel dicembre dello stesso anno lo Stato Islamico fece esplodere una bomba in una chiesa copta del Cairo, uccidendo 28 persone, e pochi mesi dopo centinaia di copti lasciarono la penisola del Sinai, una delle regioni più insicure dell’Egitto, a causa dei molti attacchi di estremisti islamisti.
Papa Francesco ha già detto che darà il suo appoggio a tutti i cristiani che abitano in Egitto, compresi quelli che appartengono alla chiesa ortodossa copta, e allo stesso tempo cercherà di favorire nuovi rapporti tra cristianesimo e Islam incontrando Ahmad al Tayyib, il Grande imam di al Azhar, la carica più importante e prestigiosa del mondo islamico sunnita.