Facebook ci vuole più obiettivi
E per questo sta sperimentando un nuovo strumento che mostri articoli correlati per ampliare i nostri punti di vista
Facebook sta sperimentando soluzioni per ridurre la circolazione di notizie false sul suo social network, dopo essere stato per mesi al centro di un ampio dibattito sulla facilità con cui circolano bufale e informazioni sbagliate nella sua sezione Notizie, al punto da avere condizionato secondo alcuni le elezioni presidenziali negli Stati Uniti vinte da Donald Trump. Un nuovo strumento ha lo scopo di mostrare articoli correlati su un dato argomento, per dare ulteriori spunti per approfondire un tema anche con punti di vista diversi dai propri. I link correlati saranno mostrati da subito sotto alcuni articoli, un po’ come avviene già oggi quando si torna su Facebook dopo avere aperto un link (soprattutto da dispositivo mobile). Secondo Facebook, questa soluzione dovrebbe “offrire alle persone una modalità di accesso più semplice a contenuti con posizioni e informazioni diverse, compresi gli articoli nei quali ci si occupa di verifica dei fatti”.
Il nuovo approccio è diverso da quello annunciato alcune settimane fa, e che prevede la segnalazione di contenuti che contengono informazioni palesemente false. In questo caso l’obiettivo è rendere l’utente più consapevole, fargli scoprire nuove fonti di informazione e se possibile farlo uscire dalla sua “bolla”, per informarsi in modo più completo e meno fazioso. Un articolo che sostiene che un dato alimento aiuta a non ammalarsi di cancro potrebbe quindi avere come link correlati, da subito, articoli da fonti più affidabili dove la notizia viene spiegata meglio e con toni meno sensazionalistici. Del resto, in molti casi gli utenti non aprono nemmeno gli articoli che vedono nelle anteprime di Facebook, quindi una maggiore selezione di fonti potrebbe aiutarli a farsi comunque un’idea meno parziale e più corretta.
Per ora la nuova funzione è in fase di test con un numero limitato di utenti. Nelle prossime settimane quelli di Facebook valuteranno la resa dello strumento e decideranno se estenderlo a tutti o se rivederne alcune funzionalità. Facebook ha comunque precisato ai proprietari delle Pagine che non ci saranno cambiamenti significativi per quanto riguarda traffico e visibilità dei loro post.
Il nuovo esperimento conferma le intenzioni del CEO di Facebook, Mark Zuckerberg, che in una lunga lettera aperta sul futuro del suo social network aveva parlato della necessità di rendere più ampio e aperto il sistema con cui gli utenti si informano online: “Un approccio che può funzionare meglio è mostrare una gamma di prospettive, lasciare che siano le persone a capire dove si trova il loro punto di vista e se ciò che pensano sia davvero giusto. Nel corso del tempo, la nostra comunità identificherà quali sono le fonti che offrono uno spettro ampio e completo di punti di vista, e farà in modo che quei contenuti emergano rispetto agli altri”.
Facebook non è l’unica grande azienda del Web che negli ultimi mesi, con un certo ritardo, ha cercato di contrastare il fenomeno delle notizie false. Google ha da poco annunciato nuovi strumenti per rendere più accurati i risultati mostrati dal suo motore di ricerca, riducendo link verso siti che fanno disinformazione. I suoi addetti hanno ricevuto nuove linee guida sui contenuti che devono essere penalizzati più severamente come: “informazioni fuorvianti, risultati inattesi e offensivi, bufale e teorie del complotto senza basi”. Google inoltre dice di aver modificato in parte i suoi algoritmi per rendere più evidenti i contenuti provenienti da fonti affidabili e di qualità.
Ogni utente che usa Google potrà segnalare particolari contenuti che vengono suggeriti automaticamente dal motore di ricerca attraverso le funzioni “Completamento automatico” (per prevedere i termini di ricerca) e “Featured Snippets” (che mostrano già la risposta prima di avviare la ricerca). Utilizzando l’opzione “Feedback” che compare in basso a destra nella casella con i suggerimenti, si possono indicare le informazioni con errori o informazioni false.