Cosa vuol dire “adepti”
Pare che molti di noi non sappiano usare correttamente una serie di parole della lingua italiana: un esperto ce le spiega, bene
di Massimo Arcangeli
Gli adepti di una fede ne seguono gli insegnamenti, gli adepti di un’associazione ne accettano le regole, gli adepti di una dottrina o di un credo politico ne condividono i principi e le idee. Sinonimi di adepto sono, secondo i casi, seguace, affiliato, iniziato, discepolo.
In latino adeptus era il participio passato di adipisci, che significava ‘ottenere, raggiungere’. Adepto è dunque una parola di origine latina e indicherebbe chi abbia raggiunto o ottenuto qualcosa, come lo scopo di essere messo a conoscenza di un segreto. Nell’italiano settecentesco adepto poteva essere sia una persona cui era stata svelata la composizione della pietra filosofale, capace di trasformare un metallo in oro, sia una persona ammessa a far parte di una setta religiosa o di una società segreta.
La prima opera latina a documentare adepto in età moderna, come aggettivo, sembra sia stata l’Astronomia magna di Paracelso (1493-1541). L’opera, scritta fra il 1537 e il 1538, parla di philosophia adepta, medicina adepta e mathematica adepta, tre delle nove scienze che componevano la visione alchemica del mondo celeste fatta propria dal medico e filosofo svizzero. Adeptus, per Paracelso, voleva dire ‘puro, purificato, perfetto’. In un testo in lingua italiana del 1590, opera di una nobildonna di Lucca, sarebbe comparsa l’espressione «intelletto adepto», e quell’intelletto sarebbe stato spiegato così: «purgato d’ogni macchia d’ignoranza» (Breve discorso sopra la vita e laude della beatiss. Verg. e madre del figliuol di Dio. Di M. Chiara Matraini […], in Lucca, appresso Vincenzio Busdraghi, 1590, p. 106).
Fra Sette e Ottocento, oltre ad adepto, per esprimere lo stesso concetto era attestato adetto. Nella seconda metà dell’Ottocento si impose la prima forma, per influsso del francese adepte, anche per evitare di scambiare un adetto con un addetto, la persona incaricata di svolgere un certo compito. Oggi adepto è poco familiare a tanti giovani, e quello scambio si è così ripresentato. La parola può essere confusa con addetto, come dimostrano gli adepti alla vigilanza, alla manutenzione, alla sicurezza prodotti da studenti medi e universitari.
Alla vigilia del Festival “Parole in cammino” che si è tenuto ad aprile a Siena, il suo direttore Massimo Arcangeli – linguista e critico letterario – ha raccontato pubblicamente le difficoltà che hanno i suoi studenti dell’università di Cagliari con molte parole della lingua italiana appena un po’ più rare ed elaborate, riflettendo su come queste difficoltà si estendano oggi a molti, in un impoverimento generale della capacità di uso della lingua. Il Post ha quindi proposto ad Arcangeli di prendere quella lista di parole usata nei suoi corsi, e spiegarne in breve il significato e più estesamente la storia e le implicazioni: una al giorno.