Mettetevi in pari con le elezioni francesi
Si vota domenica prossima, dopo una campagna elettorale movimentata e piena di sorprese: breve guida per arrivare preparati
Domenica 23 aprile si vota per il primo turno delle presidenziali francesi e se nessuno raggiungerà il 50 per cento più uno dei voti (e non dovrebbe accadere), il prossimo 7 maggio si terrà un secondo turno tra i due candidati più votati. Fino ad oggi la campagna elettorale è stata molto movimentata, con colpi di scena, scandali, sorpassi e ritiri. In tutto ci sono 11 candidati, ma solo cinque conquisteranno percentuali di voti rilevanti, secondo sondaggi delle ultime settimane. Questa è una breve guida per arrivare preparati al voto di domenica, visto che anche le ultime settimane sono state abbastanza ricche di cose (gli impallinati di politica francese trovano qui una guida un po’ più estesa).
Chi sono i favoriti?
La caratteristica di queste elezioni è che ci sono stati parecchi favoriti e sfavoriti che si sono scambiati di posto gli uni con gli altri, in uno stravolgimento di posizioni che è stato quasi continuo. La situazione sembra in parte essersi stabilizzata negli ultimi mesi e dalla fine di gennaio tutti i sondaggi dicono che otterrebbero l’accesso al secondo turno la candidata di destra radicale Marine Le Pen e il centrista Emmanuel Macron. Secondo gli ultimi sondaggi, Macron vincerebbe il primo turno con alcuni punti di vantaggio e vincerebbe anche il secondo con circa venti punti di distacco (qui trovate l’elenco aggiornato dei sondaggi realizzato dal Financial Times).
Emmanuel Macron
La novità principale della campagna elettorale è stata l’ascesa di Emmanuel Macron, ex ministro dell’Economia durante il governo socialista di Manuel Valls, tra 2014 e 2016. Macron, che ha 39 anni, ha fondato un suo partito di centro che si chiama En Marche! e si è candidato come indipendente lo scorso novembre. È il contendente che si è avvantaggiato maggiormente delle difficoltà di François Fillon, candidato del principale partito di centrodestra. Fillon, che ha vinto le primarie dei Republicains lo scorso novembre, era considerato il favorito delle elezioni, ma a causa di una serie di scandali i sondaggi ora lo danno al terzo posto. Macron, invece, è rapidamente cresciuto nei sondaggi e ha ottenuto importanti sostegni: quello di François Bayrou, leader del partito di centro Modem, già candidato tre volte alle presidenziali, e quello di diversi socialisti come Valls e come il ministro della Difesa Jean-Yves Le Drian, esponente della destra del partito socialista. Il programma di Macron è favorevole all’Unione Europea e molto liberale, sia in economia che per quanto riguarda i diritti civili.
Marine Le Pen
La grande attesa è comunque per il risultato di Marine Le Pen, parlamentare europea e leader del partito di destra radicale Front National. Le Pen è sin dall’inizio della campagna elettorale l’unica candidata che – secondo i sondaggi – ha sempre avuto accesso al secondo turno, risultando spesso la più votata al primo turno. Le Pen si era già candidata alle presidenziali nel 2012, senza però riuscire a oltrepassare il primo turno. Il suo programma è fortemente nazionalista ed euroscettico e una sua eventuale vittoria è considerata da molti un grosso rischio per l’Unione Europea. Le Pen ha comunque parecchi problemi, emersi in particolare nelle ultime settimane. Il Parlamento europeo le ha revocato l’immunità parlamentare perché nel 2015 aveva twittato immagini di violenze commesse dall’ISIS ed è accusata sempre dal Parlamento europeo di aver assunto una persona per occuparsi della sua attività, mentre quella persona in realtà faceva altro. Diversi guai riguardano poi anche alcuni esponenti del suo partito.
Chi sono gli altri contendenti?
François Fillon, candidato del principale partito di centrodestra molto danneggiato dagli scandali, dovrebbe arrivare terzo e ottenere, secondo i sondaggi, intorno al 20 per cento dei voti. Tra i Republicains, Fillon è considerato un esponente dell’ala destra del partito. È cattolico e su una serie di temi, come diritti civili e immigrazione, ha posizioni molto conservatrici. Il suo terzo posto è insidiato da Jean-Luc Mélenchon che invece è tutto l’opposto. Mélenchon è il candidato più a sinistra tra quelli che vanno meglio nei sondaggi. È stato ministro dell’Educazione tra il 2000 e il 2002 e, prima di uscirne nel 2008, è stato uno degli esponenti più di sinistra del Partito Socialista. Alle ultime elezioni presidenziali, nel 2012, ha ottenuto l’11,1 per cento voti. Nelle ultime settimane, la sua campagna elettorale è andata sempre meglio, le sue performance nei dibattiti sono molto apprezzate e i suoi comizi attirano migliaia di persone. Secondo i sondaggi, oggi Mélenchon è a pochi punti di distacco da Fillon.
Tra i principali, il Partito Socialista è, come previsto da molti, quello che avrà probabilmente i risultati peggiori. Il partito è al governo da cinque anni, dopo che nel 2012 riuscì a far eleggere presidente il suo candidato François Hollande. La sua presidenza, però, è stata dal punto di vista del consenso tra le peggiori della storia francese e oggi Hollande è il presidente della Repubblica con il consenso più basso dal dopoguerra ad oggi. Alle primarie del partito lo scorso novembre ha vinto a sorpresa Benoît Hamon, candidato dell’ala sinistra del partito che ha cercato di riportare il partito su posizioni di sinistra più tradizionale. Dopo un buon inizio, i suoi consensi sono crollati, l’ala moderata del partito ha dichiarato di appoggiare Macron e molti elettori di sinistra hanno preferito sostenere Mélenchon o addirittura Le Pen. Ora i sondaggi dicono che riceverebbe il 10 per cento dei voti.