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  • Venerdì 14 aprile 2017

Com’è la Turchia prima del referendum, spiegato per foto

Quelle di Chris McGrath e Bulent Kilic, che le hanno scattate nelle movimentate settimane prima dell'importante voto di domenica

(BULENT KILIC/AFP/Getty Images)
(BULENT KILIC/AFP/Getty Images)

Domenica 16 aprile in Turchia ci sarà un referendum con il quale gli elettori decideranno se approvare o respingere una riforma della Costituzione voluta dal presidente Recep Tayyip Erdoğan. La riforma prevede di allargare notevolmente i poteri del presidente e, secondo molti osservatori, la sua approvazione trasformerà definitivamente la Turchia in uno stato autoritario: qui c’è una spiegazione più approfondita. Nelle scorse settimane in molte città turche ci sono state manifestazioni e campagne a favore del Sì o del No al referendum, e si sono riempite di cartelloni, manifesti e bandiere. A fotografarle c’erano, tra gli altri, i fotografi Chris McGrath e Bulent Kilic, entrambi vincitori di diversi premi e tra i fotografi preferiti del Post.

Messe insieme, le loro foto diventano un resoconto di che aria tira in Turchia nei giorni prima di un referendum importantissimo, e dicono qualcosa anche del modo in cui si è svolta la campagna elettorale: ci sono molte manifestazioni e cartelloni a favore del Sì, i cui sostenitori hanno avuto ampio accesso alle risorse dello Stato, alle televisioni e ai giornali, e meno di quelle dei sostenitori del No, spesso ostacolati dalla polizia o dai sostenitori di Erdoğan.

Le foto di Kilic raccontano soprattutto le manifestazioni per il Sì, e mostrano Istanbul tappezzata di giganteschi cartelloni di Erdoğan; McGrath ha fatto invece un reportage viaggiando per più di 3mila chilometri in due settimane: è passato in circa 12 città diverse e meno battute, come Rize, dove Erdoğan ha vissuto fino ai 13 anni, Konya, una delle più conservatrici e in cui l’AKP (il partito di Erdoğan) è molto forte, e luoghi ancora meno conosciuti, come Trebisonda o Sivas. McGrath ha spiegato al Post che inizialmente aveva previsto di stare via una sola settimana, con l’idea di mostrare un piccolo ritratto di ogni luogo prima del voto, lontano dai posti normali e ormai conosciuti di Istanbul: «Ho voluto mostrare il percorso, il paesaggio, panoramiche e particolari di ogni posto. Volevo che la serie di immagini desse la sensazione del tempo e del luogo. Ogni area è diversa, dalla regione del Mar Nero alla Turchia centrale, e alcune città erano ovviamente a favore del Sì, mentre su altre si può dire che siano indecise. Ma ho notato soprattutto come il popolo turco sia appassionato a questo referendum e al futuro del proprio paese: ovunque sono stato, tutte le conversazioni si sono concentrate sul referendum e su quale sarà il suo impatto, dai bar alle strade tutti cercavano di capire al meglio gli effetti del loro voto».