La siccità in California è finita
Grazie alle intense nevicate dello scorso inverno i bacini sono di nuovo pieni d'acqua e lo stato d'emergenza iniziato nel 2014 è stato revocato quasi dappertutto
Il 7 aprile il governatore della California Jerry Brown ha messo ufficialmente fine allo stato di emergenza dovuto alla siccità in quasi tutte le contee dello stato: era in vigore dal gennaio del 2014 per via della peggiore siccità da quando si è iniziato a misurare e registrare le condizioni meteorologiche nello stato a fine Ottocento. L’annuncio è stato in parte simbolico, dato che già negli scorsi mesi molte delle regole introdotte per limitare i danni della siccità erano state cancellate grazie alle intense piogge e nevicate dello scorso inverno. L’inizio della fine della siccità è stato lo scorso ottobre, quando grandi tempeste hanno colpito il nord della California e fatto sì che i bacini creati dalle dighe dello stato tornassero a riempirsi. Grazie alla fine della siccità, con l’arrivo della primavera, si sono viste anche grandi fioriture straordinarie di piante spontanee, le cosiddette “super bloom”, in gran parte della California.
Dopo la proclamazione dello stato di emergenza nel 2014, Brown aveva invitato i cittadini californiani a ridurre il consumo di acqua del 20 per cento e poi la riduzione era stata aumentata al 25 per cento nell’aprile del 2015: Brown aveva dato l’annuncio di questa seconda restrizione da un campo che normalmente sarebbe stato coperto di neve mentre non lo era. In questi anni sono state introdotte varie regole contro lo spreco di acqua, tra cui quelle sui giardini: i californiani sono stati invitati a sostituire il prato dei propri giardini con piante in grado di sopravvivere in situazioni di siccità oppure con materiali alternativi, come la ghiaia. Alla fine tra il giugno del 2015 e il gennaio del 2017 i californiani sono riusciti a diminuire il loro utilizzo d’acqua del 22 per cento.
Il governatore della California Jerry Brown, a destra, insieme a Frank Gehrke, un funzionario del Department of Water Resources dello stato, in un campo solitamente coperto di neve vicino a Echo Summit il primo aprile 2015 (AP Photo/Rich Pedroncelli, File)
La siccità ha ridotto notevolmente la produzione agricola californiana, soprattutto in alcune zone dello stato, ha fatto morire circa 100 milioni di alberi e ha danneggiato la fauna selvatica. Negli anni della siccità la diga di Folsom, vicino Sacramento, aveva perso più di due terzi delle sue riserve d’acqua e il manto nevoso della catena montuosa Sierra Nevada (solitamente innevata, come suggerisce il nome) era scomparso. Oggi la quantità d’acqua presente nell’attuale manto nevoso dello stato è pari al 160 per cento della media per questo periodo dell’anno. Il primo aprile del 2015 era pari al 5 per cento.
Frank Gehrke controlla la profondità del manto nevoso in un campo vicino a Echo Summit, in California, il 2 febbraio 2017 (AP Photo/Rich Pedroncelli)
Le uniche quattro contee della California in cui c’è ancora lo stato di emergenza si trovano più o meno al centro del territorio californiano e non sono affacciate sull’oceano: sono le contee di Fresno, Kings, Tulare e Tuolumne. Un piano per non sprecare l’acqua rimarrà comunque in vigore anche nel resto dello stato; prevede che alcune attività – come lavare i marciapiedi usando un tubo per l’acqua, irrigare le aiuole che separano le strade e innaffiare mentre piove o poco dopo che è piovuto – restino vietate. Infatti anche se la siccità è finita, le conseguenze della morte di 100 milioni di alberi e la diminuzione delle riserve d’acqua nel sottosuolo continueranno a influenzare la situazione idrica della California per anni.