L’attacco americano in Siria, in breve
59 missili lanciati da due navi nel Mediterraneo hanno colpito la base da cui si pensa sia partito il bombardamento con le armi chimiche
Nella notte tra giovedì e venerdì gli Stati Uniti hanno lanciato 59 missili Tomahawk contro una base dell’aeronautica militare siriana, in risposta all’attacco con armi chimiche che martedì ha ucciso 74 persone nella provincia siriana di Idlib, controllata dai ribelli che combattono il regime di Bashar al Assad. È la prima volta che gli Stati Uniti attaccano direttamente il regime di Assad. L’attacco è iniziato alle 4.40 ora siriana: i missili americani sono partiti da alcune navi da guerra statunitensi nel Mar Mediterraneo. L’esercito siriano ha detto che l’attacco ha causato sette morti. In un discorso in televisione, il presidente Donald Trump ha detto che la base colpita è quella da cui è partito l’attacco aereo di martedì scorso e ha chiesto “a tutte le nazioni civili” di aiutare a mettere fine alla guerra in Siria.
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Il dipartimento della Difesa statunitense ha detto che i missili sono stati lanciati dai cacciatorpedinieri USS Porter e USS Ross e hanno colpito aerei da guerra, hangar, depositi, depositi di munizioni, sistemi di difesa missilistica, e radar nella base di Shayrat, nella provincia di Homs. Secondo l’esercito siriano, nell’attacco sono stati uccise sei persone. L’Osservatorio siriano per i diritti umani – un’organizzazione vicina ai ribelli con sede a Londra – ha detto che la base di Shayrat è stata quasi del tutto distrutta, ma non ci sono conferme ufficiali: un funzionario americano ha detto ad Associated Press che i missili hanno colpito alcuni aerei, bunker e distrutto l’area di rifornimento della base.
L’attacco degli Stati Uniti contro il regime di Assad era considerato quasi impensabile fino a pochi giorni fa, considerando che gli Stati Uniti erano stati finora restii a intervenire direttamente nella complicatissima guerra civile siriana, se non per colpire lo Stato Islamico. Le cose sono cambiate rapidamente dopo l’attacco di martedì scorso: Trump aveva detto da subito di essere rimasto molto colpito dalla violenza dell’attacco chimico, che ha ucciso anche moltissime donne e bambini, e giovedì sera diversi giornali avevano scritto che aveva chiesto ai suoi consiglieri militari di presentargli le diverse opzioni di intervento militare in Siria.
(La base di base di Shayrat – DigitalGlobe/U.S. Department of Defense via AP)
Nel suo discorso dalla sua casa di Mar-a-Lago, in Florida, Trump ha definito Assad un “dittatore” che ha ucciso con crudeltà donne, uomini e bambini e ha presentato l’attacco di ieri come “vitale per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti per prevenire la diffusione e l’uso di armi chimiche”, aggiungendo che “non ci possono essere dubbi sul fatto che la Siria abbia usato armi chimiche”. Secondo diversi analisti l’attacco di stamattina rimarrà un episodio isolato, che però potrebbe avere alcune conseguenze sui delicati equilibri della guerra in Siria, considerando soprattutto che il regime di Assad è alleato della Russia, che in Siria ha un’importante presenza militare.
Il portavoce del Pentagono, il capitano Jeff Davis, ha detto che la Russia era stata avvisata dell’attacco, probabilmente per evitare di uccidere accidentalmente personale militare russo e peggiorare ancora i rapporti tra i due paesi. Il Guardian scrive inoltre che è molto probabile che la Russia abbia a sua volta informato gli alleati siriani dell’imminente attacco statunitense. Davis ha molto enfatizzato che la scelta degli obiettivi, del luogo e dell’orario dell’attacco è stata fatta per minimizzare i rischi di colpire anche obiettivi militari russi. La Russia ha risposto all’attacco dicendo che viola la legge internazionale e che causerà un deterioramento dei rapporti con gli Stati Uniti. Francia, Regno Unito, Italia, Australia, Turchia e Israele, tra gli altri, hanno espresso invece sostegno all’attacco.