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  • Mercoledì 5 aprile 2017

La legge sulla legittima difesa va già bene così

Lo spiega Giuliano Pisapia su Repubblica, sottolineando che la legge è già equilibrata e invitando a non «strumentalizzare episodi drammatici»

ANSA/GIUSEPPE LAMI
ANSA/GIUSEPPE LAMI

Giuliano Pisapia, ex sindaco di Milano per il centrosinistra e da molto prima noto avvocato penalista, ha scritto un articolo su Repubblica per spiegare che le norme sulla legittima difesa non hanno bisogno di essere riformate, come invece chiedono diverse forze politiche di destra ogni volta che una rapina finita male diventa un piccolo caso nazionale.

Si tratta di un tema particolarmente delicato, perché deve garantire il diritto di difendersi da un’aggressione, cosa ben diversa dal farsi giustizia da soli. Ora c’è il rischio che l’emotività, come del resto spesso è accaduto nel nostro Paese, o peggio ancora, le strumentalizzazioni, pesino nel dibattito che è destinato ad approdare presto in Aula e a spezzare un equilibrio che il nostro codice penale è riuscito a raggiungere.

Vorrei fare due premesse. La prima è che la sicurezza è un tema che non è di destra o di sinistra. La sicurezza è un diritto dei cittadini e garantirla è compito delle istituzioni. Di destra o di sinistra possono essere le strade più efficaci per cercare di garantirla. La seconda è che il dramma di Budrio non ha niente a che vedere con il tema della “legittima difesa”. Se anche la vicenda non fosse finita in modo così drammatico, se anche il barista fosse riuscito, anche sparando, ad avere la meglio su chi si era introdotto armato nel suo bar, a lui sarebbe stata riconosciuta la “legittima difesa”. Il codice penale non lascia spazio ad altra interpretazione. E per valutare se sia davvero necessaria una modifica legislativa o se, invece, quella modifica rischi di essere inutile se non addirittura controproducente, bisogna sapere cosa già prevede il nostro ordinamento.

L’art. 52 del codice penale è chiaro. Non è punibile chi ha commesso il fatto per difendere un diritto contro il pericolo attuale di un’offesa ingiusta, purché la difesa sia proporzionata all’offesa.

(Continua sul sito di Repubblica)