A Giachetti piace l’idea dei referendum online di Raggi
Ma non pensa che andrebbe messa in pratica usando la piattaforma del M5S, dato che è del M5S
L’amministrazione comunale di Roma, guidata dalla sindaca Virginia Raggi, ha proposto di modificare lo statuto di Roma Capitale per introdurre la possibilità per i cittadini di Roma di fare petizioni online per presentare delle richieste al comune, e per il comune di fare referendum comunali consultivi usando il voto elettronico e abolendo il quorum di partecipazione. Tutto questo utilizzando la stessa piattaforma usata dal Movimento 5 Stelle, il partito di Raggi che ha la maggioranza in consiglio comunale e che è controllato dalla società Casaleggio Associati. La proposta è stata presentata dall’assessora alla “Roma Semplice” Flavia Marzano, dal presidente della commissione Roma Capitale Angelo Sturni, e dal deputato Riccardo Fraccaro.
Il Partito Democratico ha criticato molto questa proposta; il senatore Stefano Esposito ha detto che non permetterebbe trasparenza e ha citato il caso delle primarie del M5S di Genova, che sono state annullate da Beppe Grillo nonostante si fosse già votato. Roberto Giachetti, vicepresidente della Camera e candidato del Partito Democratico alle ultime elezioni per il sindaco di Roma, in cui fu sconfitto da Raggi, ha espresso un parere diverso. In un’intervista al Corriere della Sera, alla domanda se i referendum senza quorum e le petizioni online gli piacciano, Giachetti ha risposto:
«Non mi faccio scudo di quello che pensano nel mio partito. Ho la mia storia e la mia testa. Sì, mi piacciono. Infatti li avevo messi nel mio programma in campagna elettorale. Certo, ci sono delle cose che vanno ancora chiarite».
Giachetti ha comunque criticato il fatto che non siano stati fatti referendum consultivi sulla questione delle Olimpiadi e su quella dello stadio della Roma, nonostante Raggi lo avesse promesso. Ha anche fatto notare che la piattaforma usata dal Movimento 5 Stelle per le votazioni online, la piattaforma Rousseau, è del M5S e quindi non può essere usata dal comune. Per modificare lo statuto della città comunque sarà necessaria una decisione del consiglio comunale e non della sola giunta: la proposta presentata da Marzano, Sturni e Fraccaro non sarà adottata in tempi brevi anche nel caso in cui si concretizzi, ha sottolineato Giachetti.