La gran vittoria di Gilbert al Giro delle Fiandre
Cosa è successo domenica in una delle più seguite corse classiche del ciclismo, tra colpi di scena, cadute e saluti commossi
Domenica 2 aprile in Belgio si è corsa la 101ma edizione del Giro delle Fiandre, una delle cosiddette “classiche monumento” del ciclismo internazionale, ambita da tutti i più grandi ciclisti in attività. Il Giro delle Fiandre di quest’anno era particolarmente atteso, per via di quello che avrebbe potuto offrire: c’erano molti ciclisti belgi tra i favoriti e per uno in particolare, Tom Boonen, sarebbe stata l’ultima partecipazione in carriera prima del ritiro. Alla partenza erano presenti inoltre molti altri ciclisti importanti, fra cui il campione del mondo in carica Peter Sagan, vincitore dell’ultima edizione della corsa e sconfitto in volata alla Milano-Sanremo di tre settimane fa, la prima grande classica della stagione.
Il pubblico e i compagni di squadra della Quick-Step durante la presentazione di Tom Boonen.
Poco dopo la partenza sei ciclisti, tra cui l’italiano Oliviero Troia, hanno dato il via alla prima fuga della giornata, arrivando a guadagnare più di dieci minuti di vantaggio al chilometro 45. Dopo i primi “muri”, le brevi ma impegnative salite che caratterizzarono il Giro delle Fiandre, il gruppo ha iniziato a diminuire il distacco nonostante numerose forature e alcune cadute. La corsa ha cominciato a delinearsi sul Muur, uno dei “muri” storici della corsa: la Quick-Step, con Philippe Gilbert e Tom Boonen in testa, ha iniziato la sua azione d’attacco cogliendo di sorpresa Peter Sagan e il campione olimpico Greg Van Avermaet, troppo arretrati per stare dietro al gruppetto composto in tutto da una quindicina di ciclisti.
Sull’Oude Kwaremont, Philippe Gilbert, campione del mondo del 2012 e tra i favoriti per la vittoria, ha staccato il gruppetto con cui era partito. A 55 chilometri dal traguardo ha guadagnato velocemente secondi di distacco dal gruppetto più vicino e da quello di Sagan e Van Avermaet, in ritardo di quasi un minuto. Da lì in poi, da vicino Gilbert non l’ha più visto nessuno, nonostante fosse partito così presto.
Sul “muro” del Taaienberg, a una trentina di chilometri dall’arrivo, Boonen si è dovuto fermare per un problema alla catena: un meccanico è sceso dall’ammiraglia che lo seguiva, dandogli una bici nuova, ma pochi metri dopo Boonen si fermato ancora, per lo stesso problema meccanico. Sul Taaienberg, uno dei “muri” in cui Boonen aveva costruito molte delle sue vittorie, è di fatto finito il suo ultimo Giro delle Fiandre: ha tagliato il traguardo da 37mo.
In un tratto in pavé a circa 17 chilometri dall’arrivo, e nel momento in cui stava cercando di recuperare lo svantaggio, Sagan, che stava tirando il gruppetto formato da Van Avermaet e Oliver Naesen correndo sul ciglio della strada per evitare il pavé, ha urtato una transenna, finendo a terra e trascinando con sé gli altri due. Dopo la caduta Sagan si è dovuto fermare alcuni secondi, rinunciando definitivamente alla gara, mentre Van Avermaet è riuscito a riportarsi nelle prime posizioni nei chilometri successivi.
La caduta di Sagan, Van Avermaet e Naesen.
A 10 chilometri dall’arrivo il vantaggio di Gilbert è iniziato a calare, per via della stanchezza accumulata negli otto “muri” affrontati da solo, del vento contrario e per l’azione degli inseguitori. Ma il belga è riuscito a portare a termine la sua azione, compiendo un’impresa che rimarrà nella storia della grandi classiche del ciclismo. Van Avermaet ha concluso al secondo posto, seguito dall’olandese Niki Terpstra. Tre italiani hanno concluso la corsa nelle prime dieci posizioni: Sacha Modolo, sesto, Filippo Pozzato, ottavo, e Sonny Colbrelli, decimo al traguardo.
Philippe Gilbert al traguardo di Oudenaarde.
Per Gilbert, la vittoria al Giro delle Fiandre si aggiunge a quelle ottenute nella Liegi-Bastogne-Liegi, nella Freccia Vallone, al Giro di Lombardia, all’Amstel Gold Race e nella Classica di San Sebastián. Ora è uno dei pochi ciclisti ad aver vinto Giro delle Fiandre, Liegi-Bastogne-Liegi e Giro di Lombardia. Boonen, invece, dopo la delusione in Belgio, il prossimo fine settimana correrà la sua ultima gara, la Parigi-Roubaix.