Le proteste per le elezioni in Ecuador
Secondo l'opposizione il partito del presidente uscente Rafael Correa ha manipolato il voto, ma i risultati definitivi non sono ancora arrivati
Domenica 2 aprile in Ecuador si è votato per l’elezione del presidente; nella notte ci sono stati scontri tra polizia e manifestanti, dopo che il candidato presidente dell’opposizione ha accusato il governo di brogli. I risultati ufficiali non sono ancora stati annunciati, circa il 4 per cento dei voti deve essere ancora conteggiato. Le elezioni in Ecuador erano considerate un test importante per la sinistra radicale sudamericana, che da alcuni anni sta subendo sconfitte in tutto il continente (l’ultima in Argentina). Tra i governi di sinistra del continente, l’Ecuador ne ha avuto uno dei più celebri a livello internazionale e il suo carismatico presidente, Rafael Correa, ha appena concluso il suo secondo mandato.
Oggi Correa appoggia la candidatura di Lenin Moreno, che secondo gli ultimi risultati ha ottenuto poco più del 51 per cento dei voti. I primi exit poll, pubblicati al termine delle procedure di voto, indicavano invece un margine di vantaggio di quattro punti per Guillermo Lasso, il leader della coalizione di centrodestra. Quando i voti reali hanno iniziato a mostrare un vantaggio per Moreno, Lasso ha accusato il governo di aver fatto dei brogli e ha mostrato su Twitter quelle che dice essere le prove della manipolazione.
Este es solo un ejemplo de actas que demuestran inconsistencias. Han cambiado sus votos por los nuestros. pic.twitter.com/soFgCgc3y7
— Guillermo Lasso (@LassoGuillermo) April 3, 2017
Lasso ha chiesto ai suoi sostenitori di scendere in piazza per manifestare in maniera decisa ma pacifica. Molte persone hanno iniziato a protestare nella capitale Quito e nella città di Guayaquil. Secondo i giornali locali, i manifestanti hanno cercato di rimuovere alcune barriere sistemate dalla polizia e ci sono stati alcuni lanci di bottiglie. Il presidente uscente Correa ha criticato gli scontri e ha detto che l’opposizione «vuole ottenere con la violenza quello che non è riuscita a ottenere con le elezioni».
Moreno, il candidato di sinistra alleato di Correa, ha 63 anni ed è paraplegico a causa di una ferita alla schiena subita durante un tentativo di rapina. Tra il 2007 e il 2013 è stato vice-presidente di Correa, che è considerato uno suo stretto alleato politico. Il suo programma prevede l’aumento della spesa per le infrastrutture e l’istruzione, ma anche l’innalzamento dell’età pensionabile. Lasso, invece, è un ex banchiere di 61 anni. Si era già candidato contro Correa nel 2012, ottenendo il 22 per cento dei voti; ed è molto critico con le politiche di sinistra volute dal governo guidato da Correa. La sua piattaforma è considerata liberale e “pro-business”: la sua principale proposta programmatica è l’abolizione di 14 differenti imposte. Lasso ha anche annunciato che in caso di elezione caccerà il fondatore di Wikileaks, Julian Assange, dall’ambasciata ecuadoregna di Londra, dove si è rifugiato quattro anni fa per sfuggire alle indagini nei suoi confronti.