Cosa si prova a essere molestate in metropolitana
Una campagna di sensibilizzazione a Città del Messico ha provato a spiegarlo costruendo un sedile con sopra la riproduzione di un pene, riservato agli uomini
All’inizio dell’anno, in un treno della metropolitana di Città del Messico, un sedile è stato modificato aggiungendoci sopra la riproduzione di un pene: sedendosi è inevitabile sentire una sensazione di pressione sulle cosce e sul sedere, simile a quella che si percepisce quando un uomo molesta una donna avvicinando il proprio corpo. Il sedile non è un’opera d’arte, ma fa parte di una più ampia campagna di comunicazione voluta dall’amministrazione di Città del Messico in collaborazione con l’Ente delle Nazioni Unite per l’uguaglianza di genere e l’empowerment femminile, più noto come UN Women: lo scopo è sensibilizzare le persone sul tema delle molestie sessuali che le donne subiscono spesso mentre si spostano sui mezzi pubblici.
Chi si siede sul sedile, che è riservato agli uomini, può leggere un cartello sul pavimento della carrozza che dice: «Spostarsi in questo modo è fastidioso, ma non è nulla in confronto alle molestie sessuali che le donne devono sopportare nei loro spostamenti quotidiani». Il 20 marzo la campagna ha pubblicato su YouTube un video (Experimento Asiento, cioè “Esperimento del sedile”) che spiega il senso di questo progetto di comunicazione e mostra le reazioni delle persone al sedile con il pene: il video è stato visto più di un milione di volte.
Secondo una ricerca del 2016 dell’Istituto Messicano delle Donne, un’istituzione governativa, nove donne messicane su dieci tra quelle che usano i mezzi pubblici non si sentono sicure a farlo. Secondo un sondaggio del 2014 realizzato dalla Fondazione Thomson Reuters nelle quindici capitali più popolose del pianeta, il sistema di trasporto pubblico di Città del Messico è il secondo più pericoloso per le donne, dopo quello di Bogotá, in Colombia.
Un secondo video – intitolato Experimento Pantallas, cioè “Esperimento degli schermi” – spiega un altro progetto di comunicazione organizzato dall’amministrazione della città insieme a UN Women: mostrare sugli schermi presenti nelle stazioni della metropolitana un primo piano dei fondoschiena degli uomini in attesa del treno per far capire quanto sia sgradevole ricevere gli sguardi altrui su questa parte del corpo. Sugli schermi, all’arrivo dei treni, compare il messaggio: «Migliaia di donne subiscono questa cosa ogni giorno».
I due progetti di comunicazione nella metropolitana fanno parte di una campagna intitolata #NoEsDeHombres, che significa più o meno “Non è una cosa da uomini”. Per questa campagna stati realizzati anche dei manifesti in cui si vedono uomini con espressioni sgradevoli sul volto e si leggono frasi come «Questo è lo sguardo morboso con cui guardano tua zia/la tua fidanzata/tua madre tutti i giorni». La rappresentante della sede messicana di UN Women Yeliz Osman ha spiegato al New York Times che lo scopo di questa campagna è rivolgersi agli uomini, perché troppo spesso la comunicazione contro la violenza sulle donne è rivolta alle donne e questo ha senso fino a un certo punto, perché «le donne non sono il problema». La campagna è stata realizzata dall’agenzia di comunicazione internazionale J. Walter Thompson, che ha sede a New York.
Ya inició nuestra campaña #NoEsDeHombres https://t.co/cBZ4l6OZGN conócela. pic.twitter.com/tpqRpdcbJY
— ONU Mujeres México (@ONUMujeresMX) April 1, 2017
¿Conoces la campaña #NoEsDeHombres acosar a las mujeres? Aquí tienes toda la información https://t.co/0ueTNECrir pic.twitter.com/ZbxPj74Qkq
— Naciones Unidas (@ONU_es) April 1, 2017
Es responsabilidad de todos/as erradicar la violencia sexual. Si observas violencia sexual, actúa. #NoesDeHombres pic.twitter.com/8BHJ0nFlBT
— ONU Mujeres México (@ONUMujeresMX) March 31, 2017
Per contrastare le molestie sessuali sui mezzi pubblici, oltre alla campagna di comunicazione, l’amministrazione di Città del Messico ha reso possibile sporgere denuncia se si viene molestati verbalmente per strada (quello che in inglese viene chiamato “catcalling“): chi commette questo reato deve pagare una multa oppure passare una notte in prigione. Un’altra iniziativa della città è stata la distribuzione di fischietti antistupro nelle stazioni della metropolitana, da usare per segnalare eventuali molestie.