Come è nato il Comic Sans (per un cane)

Il suo creatore ha raccontato che doveva servire per far parlare un assistente di Windows, perché «i cani non parlano in Times New Roman!»

In un’intervista con il Guardian il tipografo Vincent Connare ha raccontato come e perché è stato inventato il font per cui è diventato famoso: l’odiatissimo (o amatissimo, a seconda dei casi, ma principalmente odiatissimo) Comic Sans. Connare ha spiegato che il font dallo stile infantile, che per i grafici contiene veri e propri errori e che ormai anche le persone che non si intendono di grafica identificano col cattivo gusto, è nato per un programma di Microsoft che si chiamava Microsoft Bob. Era un assistente per aiutare le persone poco esperte di informatica a usare i programmi del sistema operativo, una specie di precursore di Siri. Come tutti gli altri assistenti di Microsoft, Microsoft Bob era rappresentato da un’icona, quella di un cane giallo. L’esigenza di inventare un font amichevole, ha detto Connare, è nata perché «i cani non parlano in Times New Roman!», facendo riferimento a uno dei più famosi e usati font disponibili nei programmi di scrittura.

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Per realizzare il Comic Sans, Connare si è inizialmente ispirato ai font di alcuni fumetti, come WatchmenIl ritorno del Cavaliere Oscuro, in cui le lettere dei balloon avevano già un aspetto da font digitale. Cominciò a fare delle prove ispirandosi a quello stile e si divertì molto perché non doveva fare linee dritte, come si fa normalmente quando si disegnano nuovi caratteri, né doveva seguire le tradizionali regole della tipografia. L’allora capo di Connare, Robert Norton (peraltro figlio della scrittrice britannica Mary Norton, autrice dei libri per bambini degli Sgraffignoli e di quello da cui è stato tratto il film Pomi d’ottone e manici di scopa), gli disse che le “p” e le “q” dovevano essere perfettamente speculari: Connare dovette insistere per non disegnarle in quel modo, dicendo che questo font era fatto per essere sbagliato.

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Alla fine il Comic Sans non fu usato per Microsoft Bob, perché non fu pronto in tempo. Però cominciò a essere usato dalle persone che lavoravano negli uffici amministrativi di Microsoft per le email tra colleghi, soprattutto in occasione di feste di compleanno e altri eventi, e alla fine fu incluso in Windows 95. Connare non prova molta simpatia per chi se la prende con il Comic Sans, e non vede niente di male nel fatto che le persone che non capiscono bene a cosa servono i font lo usino spesso in contesti sbagliati. Ha raccontato di averlo usato un’unica volta: aveva problemi a cambiare provider internet e passare a Sky (Connare vive nel Regno Unito), e per questo scrisse alla società una lettera di lamentele usando il Comic Sans. Ottenne un rimborso di dieci sterline: Connare suggerisce di fare lo stesso in casi simili, dato che il Comic Sans è un font che si fa notare.

https://twitter.com/VincentConnare/status/847889222975582208

Il Guardian ha intervistato anche Tom Stephens, che negli anni Novanta lavorava per Microsoft e aveva il compito di mettere insieme programmi e font. Secondo lui la cosa speciale del Comic Sans è che le persone hanno cominciato a usarlo e a farlo diventare uno dei font più famosi del mondo in modo spontaneo, e non perché Microsoft lo avesse spinto in modo particolare. Anche secondo lui non c’è nulla di male nell’usarlo, ma concorda sul fatto che esistano dei contesti sicuramente sbagliati in cui andrebbe evitato. Tra questi, le slide che il CERN usa per presentare le proprie scoperte: nel 2012, per annunciare la scoperta del bosone di Higgs, le compilò usando il Comic Sans. Anche per Stephens è stata una cosa «inappropriata».

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