Stasera cinema?
"Ghost in the Shell", un film con Greta Menchi, uno con Ambra Angiolini, uno di Claudio Amendola e uno su una bella storia dell'Irlanda del Nord
Questa settimana è uscito solo un film statunitense di fantascienza, tratto da un manga giapponese che andò molto forte negli anni Novanta: è Ghost in the Shell, con Scarlett Johansson. Per mesi se ne è parlato soprattutto per la questione del whitewashing; ora finalmente se ne inizia a parlare in quanto film. Per il resto questa settimana sono uscite tutte storie che, bene o male, o sono successe davvero o potrebbero succedere: il film Il viaggio – The Journey, su un bel pezzo di storia dell’Irlanda del Nord, e i film italiani Il permesso – 48 ore fuori, La verità, vi spiego, sull’amore e Classe Z, con Greta Menchi: che se non sapete chi è, difficilmente siete nel target previsto dal film.
Ghost in the Shell
È un thriller d’azione e di fantascienza con Scarlett Johansson, tratto da un omonimo manga cyberpunk, che per la prima volta uscì in Giappone nel 1989. Il regista è Rupert Sanders, quello di Biancaneve e il cacciatore. Nel cast ci sono anche Pilou Asbæk, Takeshi Kitano, Juliette Binoche e Michael Pitt. Johansson interpreta Kusanagi, una poliziotta-cyborg che è sulle tracce di un pericoloso hacker. Il manga è molto noto e apprezzato e, come succede quasi sempre in questi casi, il film era molto atteso ma, allo stesso tempo, criticato da qualcuno, soprattutto per la scelta di far interpretare a Johansson un personaggio giapponese (ne abbiamo parlato meglio qui).
Secondo gran parte dei critici, le cose migliori di Ghost in the Shell sono le immagini, gli effetti speciali, i colori e le luci (tantissimi neon). A tanti è piaciuta anche l’interpretazione di Johansson; ci sono però stati alcuni che hanno criticato la trama, che avrebbe potuto essere molto più interessante, con più spunti, e invece è descritta come debole. Rosie Fletcher ha scritto su Digital Spy che «è un film favoloso da guardare» ma che non ha “anima”, ed è deludente se comparato agli standard dei film futuristici e d’azione. Secondo Fletcher il film avrebbe potuto approfondire molto più i temi della lealtà, dell’identità e di cosa significhi essere umani, ma si perde «in una generica teoria del complotto». Jordan Mintzer ha scritto su Hollywood Reporter che «il film originale [quello del 1995, quello a cui molti pensano, pensando a Ghost in the Shell, ancor più del manga] riusciva a fondere violenza e filosofia, mettendo lo spettatore in una posizione scomoda» e che il film con Johansson riduce tutto a «buoni contro cattivi» e che tutto è trattato in modo troppo hollywoodiano. Dopo essere stato fumetto e prima di diventare film americano, Ghost in the Shell è stato molte cose: per esempio un apprezzatissimo film d’animazione del 1995.
Il permesso – 48 ore fuori
È un film di Claudio Amendola, con Claudio Amendola, Luca Argentero, Giacomo Ferrara e Angelo Bellè. I protagonisti sono quattro detenuti – tre uomini e una donna – che arrivano da posti e contesti diversi e hanno 48 ore di permesso. Uno è un uomo di 50 anni condannato per duplice omicidio, un altro è innocente ma sta scontando una pena per coprire un’altra persona, la donna – Rossana – ha 25 anni, è figlia di un diplomatico ed è in carcere per traffico internazionale di droga. Ha 25 anni anche il quarto protagonista, condannato per rapina. Il soggetto del film è stato scritto da Giancarlo De Cataldo.
Gabriele Niola ha scritto su Bad Taste che il film ha un grave problema di fondo: «In ogni momento carica oltremodo sulle spalle degli attori una teatralità nemica del genere cui fa riferimento, invece che lavorare di rarefazione, ambienti, atmosfera e un senso di perdizione onnipresente, sceglie un approccio molto vecchio stampo (come del resto è il film)». Ha poi parlato di «musiche che sembrano uscite da un film anni Ottanta a budget contenuto» e di un film che «mostra bene quanto il nostro cinema stia maturando quanto a rapporto con il genere (ambienti, fotografia, toni, uso delle comparse e luoghi sono tutti perfetti) ma quanto ancora debba lavorare su dialoghi e recitazione per raggiungere un livello medio produttivo quantomeno credibile». A qualcun altro il film è piaciuto di più: su Cinematografo, Federico Pontiggia ha dato al film tre stelle su cinque. Si parlò in genere meglio del precedente film di Amendola, La mossa del pinguino, sul curling.
Il viaggio – The Journey
Film drammatico, nordirlandese, diretto da Nick Hamm, sulla storia di due grandi avversari politici – Ian Paisley e Martin McGuinness – che si avvicinarono molto durante un viaggio fatto nel 2006 in Scozia. Sono interpretati da Timothy Spall e Colm Meaney. Paisley, morto nel 2014, è stato leader del Partito unionista democratico (DUP), che era protestante e voleva che l’Irlanda del Nord restasse nel Regno Unito; McGuinness, morto pochi giorni fa, è stato comandante dell’IRA e poi leader del partito Sinn Fein (che chiedeva l’unione dell’Irlanda). Nel film – c’è qualcosa di vero, ma non tutto – i due si ritrovano a dover fare un viaggio insieme, con iniziali antagonismi che poi si sciolgono, e con importanti conseguenze politiche per il loro paese.
Peter Bradshaw del Guardian ha dato al film due stelle su cinque, scrivendo che sono state aggiunte troppe cose inventate per trasformare i personaggi di un’importante storia vera in una «strana coppia comica», e che tutto il film è una grande camminata sulle uova. Owen Gleiberman di Variety ha scritto che il film è pieno di cose che ci si aspetterebbe di vedere in un film di questo tipo, ma che è comunque un buon film, perché la base è vera, la storia è molto bella e i due attori che la interpretano sono particolarmente bravi. Questo è il discorso fatto da Bill Clinton al funerale di McGuinness:
Ma anche
Questa settimana sono uscite altre due commedie italiane: il primo è Classe Z, un film con Greta Menchi, che parla degli studenti di una quinta liceo che vengono messi tutti nella stessa classe perché in qualche modo più vivaci e problematici. Il secondo è La verità, vi spiego, sull’amore: un film con Ambra Angiolini e Carolina Crescentini, su una donna con figli che, lasciata dal marito, cerca-se-stessa. Sono usciti anche 17 anni (e come uscirne vivi), che parla di una 17enne americana – Nadine – e dei suoi problemi a scuola, con gli amici, con la madre e insomma di tutte le cose da cui passano molti adolescenti in tutto il mondo. Nel cast ci sono Hailee Steinfeld, che interpreta Nadine, e Woody Harrelson, che interpreta un suo insegnante. Il film è stato diretto da Kelly Fremon Craig, e se ne parla bene. È uscito anche – ma in pochissimi cinema – La vendetta di un uomo tranquillo, che ai recenti Goya (i premi del cinema spagnolo) ha vinto il premio per il Miglior film, il Miglior attore non protagonista, il Miglior regista esordiente e la Miglior sceneggiatura originale.