I confini chiusi non piacciono neanche ai leghisti, quando li riguardano
Per sei mesi la Svizzera chiuderà tre valichi per motivi di sicurezza, ma secondo un sindaco della Lega «la sicurezza non si ottiene blindando i confini»
Dal primo di aprile tre valichi della frontiera tra Italia e Svizzera – quelli di Pedrinate, Novazzano-Marcetto e Ponte Cremenaga, nelle province di Como e Varese – verranno chiusi di notte tra le 23 e le 5 del mattino per una misura sperimentale che durerà sei mesi. La decisione è stata comunicata da una nota del Dipartimento federale delle finanze della Svizzera a inizio marzo, ed è stata presa dopo una mozione della parlamentare svizzera Roberta Pantani allo scopo di ridurre il crimine. Secondo Pantani c’è un problema di criminalità legato al passaggio di persone dall’Italia alla Svizzera per commettere furti e rapine; la sperimentazione servirà a capire se la chiusura notturna del confine è una misura davvero attuabile e vantaggiosa.
I sindaci delle città italiane di confine, dove molti residenti lavorano in Svizzera facendo avanti e indietro ogni giorno, hanno criticato la decisione, che è stata presa in modo unilaterale e nonostante le proteste delle istituzioni regionali e provinciali italiane. Cristian Tolettini – sindaco di Colverde, un comune in provincia di Como molto vicino al valico di Pedrinate, ed esponente della Lega Nord di cui è stato anche segretario a livello provinciale – ha commentato così la cosa al Corriere della Sera:
È una cosa che non ha senso, la sicurezza non si ottiene blindando i confini.