Le proteste dei cinesi a Parigi
Decine di manifestanti chiedono spiegazioni alla polizia – anche in modo violento – per l'uccisione di un uomo di 56 anni davanti alla sua famiglia
Lunedì sera ci sono state delle violente proteste davanti a un commissariato di polizia del 19esimo arrondisement di Parigi, nella zona nord est della città. Tra le 150 e le 200 persone, appartenenti soprattutto alla comunità cinese, hanno tirato oggetti contro la centrale e hanno dato fuoco a quattro auto, tra cui una della polizia: si erano ritrovate per protestare per la morte di Shaoyo Liu, un uomo cinese di 56 anni ucciso in casa sua domenica sera da un agente di polizia. 35 persone sono state arrestate lunedì sera, e tre agenti di polizia sono rimasti lievemente feriti.
Paris – Des affrontements toujours en cours dans les rues à proximité du commissariat du 19eme. Véhicule incendié. #mortdeLiuShaoyo pic.twitter.com/Kx7NBm802B
— Remy Buisine (@RemyBuisine) March 27, 2017
Ci sono due versioni sulla morte di Liu, quella data dalla polizia e quella data dalla sua famiglia. La prima sostiene che la pattuglia si è presentata a casa di Liu in risposta a una segnalazione per una lite famigliare fatta da un vicino, e che l’uomo abbia minacciato un poliziotto con un’arma da taglio: un altro agente a quel punto gli avrebbe sparato per proteggere il suo collega. Ma le figlie di Liu hanno raccontato una storia diversa: erano circa le otto di sera, e l’uomo stava pulendo del pesce per la famiglia con delle forbici, quando hanno bussato alla porta tre agenti di polizia armati, due uomini e una donna. Liu, secondo le figlie, è andato a vedere chi fosse ma senza aprire la porta: la polizia ha bussato sempre più forte e poi ha sfondato la porta. Hanno sparato un colpo di pistola e Liu è caduto a terra ferito. La sua famiglia è stata allora costretta a rimanere in una stanza mentre i soccorsi provavano a salvare l’uomo, senza riuscirci. Liu aveva cinque figli.
L’avvocato della famiglia di Liu ha negato che fosse in corso una lite, dicendo che il vicino che ha chiamato la polizia lo aveva già fatto altre volte, compresa una nel 2012 che aveva avuto come conseguenza l’arresto e il ricovero di Liu in un ospedale psichiatrico. Ha anche detto che Liu non sapeva che alla porta ci fosse la polizia, e che per questo avrebbe cercato di impedire agli agenti di entrare. Martedì l’Ispettorato generale della polizia francese (IGPN) ha annunciato l’apertura di un’inchiesta amministrativa sulla morte di Liu, mentre il procuratore di Parigi ne ha aperta una giudiziaria. Il governo cinese ha chiesto all’ambasciatore francese che sia fatta chiarezza sulla vicenda.