Cos’è questa storia delle firme per la candidatura di Raggi
Un servizio delle Iene ha ipotizzato irregolarità nella presentazione della candidatura, ma sembra più che altro una formalità
Nella puntata del programma di Italia Uno Le Iene di domenica 26 marzo è andato in onda un servizio che ha ipotizzato alcune irregolarità nella raccolta delle firme necessarie per la candidatura a sindaco di Roma di Virginia Raggi del Movimento 5 Stelle. Il servizio, realizzato dall’inviato Filippo Roma, è partito da una segnalazione di Alessandro Onorato, consigliere comunale a Roma per la Lista Marchini.
Onorato ha mostrato come nell’atto principale presentato al comune per candidare Raggi a sindaca di Roma, la data riportata sia quella del 20 aprile 2016, mentre la raccolta delle firme fu organizzata dal M5S tre giorni dopo, il 23 aprile, in un evento chiamato #FirmaDay. Il documento specifica che sono state raccolte 1.352 firme, che però il 20 aprile non erano ancora state raccolte. Un’altra stranezza segnalata da Onorato è che il documento attesta la presenza di dieci cancellieri, i funzionari pubblici incaricati di certificare le firme nel momento della loro raccolta: i banchetti organizzati per Roma dal M5S furono però venti, in una singola giornata. Sulla storia dei cancellieri non ci sono state vere spiegazioni da parte del M5S, che invece ha rivendicato la legalità dell’atto principale della candidatura a sindaco di Roma di Raggi, sostenendo che le date siano irrilevanti.
Le Iene hanno parlato con l’ufficio elettorale del comune di Roma, che ha confermato che il documento dovrebbe provare la situazione della raccolta firme nella data in cui è stato compilato, e quindi il 20 aprile. Dato che le firme sono state raccolte tre giorni dopo, l’ufficio ha convenuto che «qualche stranezza c’è». Alessandro Canali, avvocato e delegato di lista del M5S, ha spiegato che l’atto principale si apre quando le firme non sono ancora state interamente raccolte, lasciando il campo in cui bisogna indicare il numero di firme raccolte vuoto e compilandolo soltanto dopo. Canali dice che è una pratica prevista dalla legge, e che non si può fare diversamente perché l’atto principale si deve aprire prima della raccolta vera e propria delle firme. Riguardo al numero dei cancellieri, Canali ha ipotizzato che i banchetti per la raccolta firme potessero avere orari diversi, e che i cancellieri possano quindi aver presenziato in più di uno solo. Roma ha obiettato che sei banchetti avevano orario continuato, e Canali non ha saputo spiegare meglio.
L’ufficio servizi elettorali del comune di Roma, contattato dalle Iene, ha detto che «è inverosimile che il documento possa contenere delle parti in bianco». Alla richiesta di confermare che, come spiegato da Canali, sia una pratica prevista dalla legge, l’ufficio ha detto che «non è previsto né imposto nulla. Questa generalmente è la data in cui tutte le cose vengono consegnate quindi quella data deve essere esattamente la data in cui io consegno: e se io sto portando [il documento] oggi non vedo perché dovrei scrivere la data di avant’ieri». L’altro delegato di lista del M5S a Roma, l’avvocato Paolo Morricone, che ha sostenuto a sua volta che il campo sulle firme si possa lasciare in bianco e compilato dopo, sostenendo che lo fanno «tutti gli altri partiti». Roma ha chiesto a Roberto Giachetti e Alfio Marchini, due degli altri candidati a sindaco di Roma nel 2016, che hanno detto di aver compilato l’atto principale dopo la raccolta di firme.
Virginia Raggi, intervistata mentre era in vacanza, ha detto di non conoscere la questione nel dettaglio, consigliando di parlare con i delegati di lista. Il M5S di Roma ha cercato di chiarire la questione, scrivendo che «anche ipotizzando che ci sia un errore formale questo non inficia la regolarità e la legittimità della lista», citando una sentenza del TAR del Friuli Venezia Giulia del 2006 che dice che è indifferente che la data dell’atto principale sia precedente a quella della raccolta delle firme. Non sono state date ulteriori spiegazioni sulla storia del numero dei cancellieri.
Se quella sulle firme di Roma sembra soprattutto una questione formale, il M5S ha dei problemi per quanto riguarda le firme presentate per le elezioni comunali di Palermo del 2012 e per quelle regionali dell’Emilia-Romagna del 2014.